Punto di vista

Aiuto, un ragno!!!


Non ci piacciono, ci fanno paura, ci mandano nel panico anche quando non ce n’è motivo… Sono le fobie per gli animali. Da dove nascono?

Aracnophobia

Cinofobia (paura dei cani), ailurofobia (gatti), ornitofobia (paura degli uccelli), aracnofobia (paura dei ragni), melissofobia (paura delle api), entomofobia (paura degli insetti),  bufonofobia (paura dei rospi)…

L’elenco è lungo: ad alcuni esseri umani certi animali fanno proprio paura indipendentemente dalla loro effettiva pericolosità. E spesso si tratta di paure ingiustificate che lo stesso fobico, razionalmente, non riesce a spiegarsi. Perché, per esempio, tanti abbiano paura dei ragni per me rimane un mistero. Specialmente di quei grossi ragni vagabondi con i quali specialmente in campagna capita di avere incontri ravvicinati a 10 occhi (2nostri, otto loro). Certo non sono animali “belli” nel senso classico del termine, ma non si può dire nemmeno che siano terrorizzanti. E pensare che anche un ragno che ci cammina addosso non ci considera tanto diversi da un tronco d’albero: per lui non siamo altro che una superficie su cui si è trovato a zampettare. Vi assicuro che un ragno non provocato non vi morderà mai e poi mai.

E allora perché questa paura? Anche uno scarafaggio fa a  molti ribrezzo ma nonfa rizzare i peli sulle braccia come un ragno.. Le fobie di serpenti (ofidiofobia), i topi (musofobia) e i ragni sono tra le più comuni e quindi potete ben capire la sensazione e la situazione.

Gli psicologi dicono che incominciamo a sviluppare avversione per una specifica classe animale sin da piccoli, attorno ai 6-7 anni. Ci dicono anche che la paura per serpenti o ragni può avere un’origine ancestrale. Infatti questi animali, a torto o a ragione a seconda dei casi, vengono comunemente ritenuti pericolosi. E può essere che sin da piccoli questa convinzione ci sia stata tramandata. Magari ci avviciniamo a un ragno, lo prendiamo in mano e la mamma accorre facendocelo gettare via. “Non toccare! E’ velenoso!”. Basta anche banalmente un film alla televisione o un amico o un parente aracnofobico e, bang! Il gioco è fatto: abbiamo ereditato una fobia che da lì in poi metterà in allarme la nostra amigdala, ossia quella parte profonda del cervello deputata a farci allarmare nelle situazioni di pericolo. E quando entra in gioco l’amigdala è difficile contenerne l’azione con la parte razionale di noi. In effetti la paura è una cosa sana di per sé se interviene nei momenti giusti perché ci impedisce di fare cose pericolose o, quanto meno, ci  mette in guardia dal farle.

Ma quando interviene una fobia… Beh, sta solo limitando le nostre azioni e la nostra vita. Ho visto gente scappare da un agriturismo perché ha incrociato un topolino di campagna sotto al portico o vere crisi di panico per una biscia in giardino.

Esistono anche fobie di origine traumatica e quelle si possono instaurare a qualunque età se la situazione le favorisce. Per esempio è facile avere paura dei cani se si è stati morsi da piccoli o dei gatti se si è presa una bella graffiata con tanto di “terrificante” soffio. E in questi casi pur essendo ovvia la giustificazione non è che sia tanto più semplice superare le fobie acquisite.

Cosa si dovrebbe fare per superare le fobie? Se dovessero essere tali da scatenare vere crisi di panico forse sarebbe il caso di andare da uno psicoterapeuta. Insomma se abitaste in campagna avere paura dei ragni o, peggio ancora, degli uccelli potrebbe risultare molto limitante. Se invece la vostra fobia fosse più vicina a un profondo e ingiustificato disgusto il consiglio che danno gli psicoterapeuti è quello di abituarsi gradualmente alla presenza dell’animale che vi terrorizza, partendo magari dai documentari e dai libri, informandovi, parlare con qualche esperto per poi entrare in contatto con l’animale stesso. Certo, facile a dirsi…

Ma la domanda è: noi che abbiamo paura dei ragni non abbiamo mai pensato a quanta paura potrebbero avere loro di noi?

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