Green lifestyle

Campagna strappata al cemento: i coltivatori urbani


Gli orti comunitari urbani crescono in numero ed estensione. Fanno bene a chi li coltiva e a chi ci vive attorno. Ecco 10 piccoli consigli per creare il proprio orticello alle porte della primavera.

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Mi capita di fare due passi nel quartiere Isola a Milano e all’altezza della svolta di via Pepe, in genere, alzo lo sguardo per vedere le torri con i giardini pensili, i “boschi verticali”, progetti emblematici dell’area compresa tra il quartiere e la stazione di Porta Garibaldi. Non si può non puntare il naso all’insù, sono lì, colonne che spuntano dal nulla, alberi aggrappati al cemento e all’acciaio in tanti balconi sfalsati che sembrano più che altro colossali vasi. Poco oltre, la Torre Unicredit, diventata la luccicante  ambasciatrice della città a decine di chilometri di distanza. Adesso sì che Milano è una città da Expo… O almeno, immagino che l’obiettivo fosse quello, farla sembrare una “city”. Ma torniamo alla mia passeggiata, questa volta al posto di alzare lo sguardo lo abbasso. La musica di una fisarmonica, vicinissima. Dentro a un bel giardino che sembra tanto un orto ben curato, sotto a una tettoia, un signore sulla settantina, cappello in testa, sta suonando la fisarmonica. In un angolo un gruppetto di ragazzi è indaffarato a travasare una pianta. Poco più in là, la city.

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Non mi era mai capitato prima di buttar un occhio oltre i muri che nascondono e sembrano proteggere Isola Pepe Verde, l’orto urbano di zona. Non mi era mai capitato di passare lì davanti in orario d’apertura. Avevo sbirciato dentro, qualche volta, ma ora con il sole e questa scena che all’ombra dei grattacieli risulta estraniante, capisco bene che questo “giardino condiviso” è un pezzo di città restituito alla campagna mentre la città viene consegnata ai grattacieli. Una mossa in contro tempo… e non è l’unica. Nel febbraio del 2014, ormai un anno fa, l’amministrazione cittadina interveniva a sostegno degli orti urbani che stavano spuntando nelle nove zone di Milano con un testo unico di regolamentazione delle concessioni, la riduzione delle tariffe, l’abolizione del deposito cauzionale, l’allungamento dei tempi di concessione.

Così, Milano si trova a tornare indietro per andare avanti come il 72% delle città del Nord Ovest italiano in cui gli orti urbani stanno “rubando” alle città, specialmente quelle grandi, 1,1 milioni di metri quadri. In realtà nessuno “ruba” niente, queste piccole rivoluzioni sono soft e portate avanti con il sostegno dei comuni che sempre più spesso concedono a gruppi di cittadini volenterosi e amanti del “giardinaggio ricreativo”, di riqualificare aree verdi abbandonate a loro stesse dai piani regolatori, trasformandole in orti.

Una cosa è certa: il giardinaggio e l’orticoltura fanno bene, sono terapici, rilassanti, occupano non solo frizzanti vecchietti in pensione ma intere famiglie, gruppi di ragazzi, una folla piuttosto eterogenea che ai ritmi della città risponde con il ritorno, parziale, alla terra, almeno per qualche ora al giorno. Prendete il caso degli Orti urbani di Via Chiodi in Barona a Milano: sono circa 200 le famiglie che per un euro al giorno hanno il proprio spicchio di terra da coltivare e “coccolare”. Ci sono casi in cui gli orti urbani sono diventate persino cooperative e associazioni di produttori/consumatori come quelli di Borgo Panigale a Bologna. Fatt’è che il fenomeno è in espansione, esplosiva, qui, come in America dove la gente si è messa a coltivare sui tetti persino sui tetti dei grattacieli e gli eventi mirati al giardinaggio urbano raccolgono decine di migliaia di coltivatori di città. Anche in Italia i movimenti non mancano così come chi vi possa suggerire come creare dal nulla un orto metropolitano. La rete degli orti cittadini di Milano, Rape metropolitane, guida passo passo i nuovi gruppi di nuovi agricoltori di città lungo il cammino che dal permesso comunale passa per la creazione della comunità di coltivatori fino alla realizzazione dell’orto (https://rape.noblogs.org/crea-un-giardino-comunitario-in-5-passi/). Non sembra un cammino troppo tortuoso specialmente se ci si getta sul progetto con determinazione, entusiasmo e un po’ di pazienza (caratteristica che a un agricoltore non dovrebbe mai mancare).

Ma veniamo a noi: anche voi avete voglia di riscoprire il profumo della terra? Anche voi quando passate davanti a un orto urbano sentite prudere il vostro pollice verde? Be’, i decaloghi sulla coltivazione degli orti fioriscono sulla rete, sempre, non solo a primavera. Legambiente per esempio propone addirittura un kit per i principianti (https://www.ixorto.it ) mentre Coldiretti ha calcolato che con circa 250 euro si possa mettere in piedi il proprio orticello, praticamente ovunque, anche senza avere chissà quali appezzamenti a disposizione, e propone ai principianti un decalogo da seguire:

– Sciegliete il vostro angolo di mondo purché sia ben soleggiato e arieggiato. Anche il balcone può diventare un orticello

– Se siete travolti dal classico rush metropolitano quotidiano e l’oretta da dedicare al vostro orticello è più una mezzoretta, allora comprate le piantine già cresciute e accudite quelle. Partire dalla semina èmoltopiù laborioso e richiede un minimo di esperienza.

– Per chi parte è fondamentale avere a disposizione un calendario lunare con i tempi delle semine per avere le piante giuste, al momento giusto e nel posto giusto. Tra marzo e aprile potete seminare piselli, prezzemolo, carote, cicoria e cavoli estivi, lattughe a cappuccio oltre che patate e rucola, basilico, cetrioli, cocomeri, melanzane, pomodori, zucca e zucchine, cipolle e aglio… L’importante è che vi ricordiate che a marzo, mese pazzo, è necessario coprire, magari con un telo di tessuto il terreno seminato

– La terradeve essere ottima: un compost vegetale biologico o un buon terriccio universale dovrebbero soddisfare le vostre esigenze!

– Occhio ai cicli delle piante! Quelle a ciclo lungo come molti legumi e quelle a ciclo corto come le carote o i rapanelli hanno regole diverse e tempistiche diverse.

– Se state coltivando in vaso monitorate le dimensioni della vostra piantina: quando supera quelle del recipiente è ora di metterla in una casa più grande, magari direttamente nel terreno!

– L’irrigazione deve essere costante ma non eccessiva. Badate a che la terra non diventi secca ma resti sempre umida (non fradicia). Un consiglio ecocentrico? Sfruttate le piogge primaverili per accumulare acqua e utilizzarla per innaffiare nelle giornate di sole:un telino anti zanzara impedirà ai fastidiosi insetti di fare le uova nelle vostre scorte di acqua piovana.

– Come combattere ospiti indesiderati e affamati di morbidi germogli? Comprare sementi e piantine di specie locali: sono le più resistenti ai parassiti locali, appunto. Comprare specie esotiche o semplicemente fuori zona vi espone agli attacchi di mosche degli orti, acari rossi ecc. non c’è bisogno di tanta chimica (o per nulla) se si progetta bene un orto

Ecco qua, ora non vi resta che cercare il vostro angolino di campagna, sia sul balcone tra vasi e magari vecchi oggetti recuperati come tinozze, cassette o vecchie pentole o nel vostro appezzamento di orto comune metropolitano. Che siate da soli o in compagnia, non state facendo del bene solo a voi stessi ma a tutta la città, che se ne accorga o meno.

 

 

 

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