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Ernie addominali: impariamo a riconoscerle


Tutto quello che c’è da sapere spiegato dal chirurgo

Quante volte abbiamo sentito parlare di ernia? Sicuramente tante e, se non ci è mai capitata, conosceremo qualcuno che ne ha avuta una. Questo perché sono un problema molto comune, uno degli interventi più frequenti nelle sale operatorie di tutto il mondo: si stima che circa il 10% della popolazione ha avuto o avrà un’ernia addominale nell’arco della sua vita.

Eppure c’è ancora poca chiarezza al riguardo, di cosa si tratta esattamente, come si diagnostica, come si cura, quali sono i vari tipi di ernia. Mi sono fatta spiegare tutto da un esperto che conosco bene, il Dott. Medhanie Abraham, specialista in Chirurgia generale e Chirurgia laparoscopica avanzata, che tra le altre cose si occupa proprio di riparazione di ernie.

Iniziamo da quella più comune, ovvero l’ernia inguinale, che riguarda il 75% dei casi.

Foto: chirurgiatorino.com

DI COSA SI TRATTA

«È una fuoriuscita di parte dell’intestino attraverso l’addome, a livello del canale inguinale. Può colpire sia uomini che donne anche se è più frequente nell’uomo; la donna è invece più soggetta all’ernia femorale (o crurale), ovvero quando l’intestino fuoriesce nel canale femorale, tra inguine e coscia.»

CAUSE

«Le fasce muscolari della parete addominale servono a contenere i visceri, ma se si indeboliscono gli organi scivolano verso l’apertura più vicina al punto debole, in questo caso l’anello inguinale.
Non è esatto dire che sono causate da uno sforzo fisico eccessivo: questo può accelerarne la comparsa, ma alla base c’è sempre una debolezza delle fasce

SINTOMI

«Si riconosce da una sporgenza che compare improvvisamente; all’inizio può essere asintomatica, ma diventa via via sempre più grande e insieme al volume aumenta anche la sensazione di fastidio o dolore.»

DIAGNOSI

«Di solito a un medico basta il semplice esame clinico: il gonfiore è visibile se il paziente è in piedi o facendogli fare qualche colpo di tosse. In caso di dubbi, può essere necessaria un’ecografia

COME SI CURA

«L’unica cura risolutiva è l’intervento chirurgico, che si compone di due fasi: riportare quello che è erniato nella cavità addominale, e fare in modo che non ci siano recidive inserendo una protesi, una piccola “rete” che sostiene le fasce muscolari.
L’intervento tradizionale parte da un’incisione di circa 8 cm sull’inguine, mentre la via laparoscopica prevede solo 3 piccoli fori (1 cm sull’ombelico, 1 cm alla sua destra e mezzo cm alla sua sinistra) che permettono di lavorare direttamente dall’interno della cavità addominale; questa opzione è la più utilizzata da 20-25 anni perché permette di lasciare intatte le fasce addominali, che sono già deboli, e di inserire una rete più ampia. Inoltre, presenta un minor rischio di recidive, solo lo 0,1% dei casi, contro il 5-8% di quelli che, a distanza di anni dall’intervento tradizionale, hanno un’altra ernia.»

 

Un altro tipo di ernia addominale è quella iatale, che colpisce il 30% di persone negli Stati Uniti e il 15% in Italia; vediamola insieme più da vicino.

Foto: www.benesseresalute.eu

DI COSA SI TRATTA

«Il principio è lo stesso, avviene quando un organo ernia dalla sua posizione originaria; in questo caso si ha lo scivolamento del fondo dello stomaco dall’addome nel torace

CAUSE

«Si tratta sempre di un difetto meccanico: il passaggio dell’esofago da torace ad addome avviene attraverso una piccola apertura (lo iato); se però questa si allarga troppo, una parte dello stomaco scivola verso l’alto.»

SINTOMI

«Solitamente sono gli stessi della malattia da reflusso: difficoltà a deglutire, bruciore, digestione lenta.»

DIAGNOSI

«Bisogna fare attenzione proprio a questi sintomi e recarsi dal medico: verrà prescritta una gastroscopia per capire l’origine del problema. È importante una diagnosi precoce; mi è capitato di vedere pazienti di 70 anni con una migrazione di ¾ dello stomaco in torace. A questi livelli può essere pericolosa perché può causare una torsione gastrica, da operare in urgenza: capita spesso negli anziani, che trascurano la propria salute.»

COME SI CURA

«A volte non è necessario intervenire immediatamente, finché l’ernia è piccola si può tenere sotto controllo. Anche in questo caso comunque l’unica cura risolutiva è l’intervento chirurgico, che si effettua sempre per via laparoscopica.»

 

Di cose da dire ce ne sarebbero tante, ma con questa panoramica spero di aver chiarito le questioni principali; torneremo presto a parlare con il Dott. Abraham per un altro tema molto importante: l’obesità.
Continuate a seguire Ecocentrica!

 

Foto copertina: www.essereinsalute.it

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