Punto di vista

Non c’è più la frutta di una volta


Diversi studi nazionali e internazionali denunciano la perdita di nutrienti nei cibi

Una mela al giorno toglie il medico di torno! Frutta e verdura sono le principali fonti di vitamine, sali minerali e altre sostanze preziose per la salute, tanto che la famosa dieta mediterranea ne raccomanda un consumo di almeno 5 porzioni giornaliere.
Ma se i frutti che mettiamo tutti i giorni in tavola non fossero così nutrienti?

Questa non è solo un’ipotesi: esistono diversi studi, americani, britannici, canadesi e tedeschi, condotti dagli anni ‘90 a oggi, volti a dimostrare che nel tempo gli ortaggi hanno via via perso gran parte del loro valore nutritivo.

A questo tema è dedicato un capitolo dell’interessante saggio di Marco Pizzuti, “Scelte alimentari non autorizzate”. Viene riportato tra gli altri uno studio pubblicato sulla rivista British Food Journal: il team di ricerca ha messo a confronto diversi tipi di frutta e verdura, coltivati dagli anni ’30 agli anni ’90, per trovare eventuali differenze di composizione. Sfortunatamente, è emerso che i nutrienti sono progressivamente diminuiti: meno calcio, magnesio, ferro, con il rame ridotto a meno di 1/5!

Pochi anni dopo, nel 2002, un’inchiesta giornalistica canadese ha replicato questa ricerca, trovando purtroppo delle conferme, soprattutto tra quegli alimenti di cui ci nutriamo tutti i giorni come mele, banane e patate: queste ultime hanno perso il 100% del contenuto di vitamina A, il 57% di vitamina C e ferro, il 28% di calcio.

La causa di questo crollo di sostanze nutrienti? Secondo l’autore del libro, va ricercata nei metodi di coltivazione industriale ed intensiva, che in questi 80 anni ha aumentato la quantità ma ridotto la qualità. Un ruolo chiave lo avrebbero pesticidi e diserbanti, che impoveriscono la composizione del terreno di cui la pianta si nutre.

agricoltura

Foto: www.greenstyle.it

In effetti, nelle ultime decadi la resa dei raccolti è raddoppiata se non triplicata, così come l’utilizzo di sostanze chimiche. Dati messi a disposizione dai governi USA e britannici evidenziano come anche in questi Stati le concentrazioni di sostanze nutrienti nel cibo siano diminuite nel corso degli anni: ferro, zinco, calcio, selenio sono dimezzati rispetto a 60 anni fa. Oggi abbiamo più pomodori, ma più poveri di vitamina C, licopene e beta-carotene; per non parlare delle arance: per soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C, dovremmo mangiare 21 frutti!

Lo studio pubblicato dal Worldwatch Institute, che ha analizzato queste tabelle, si concludeva con alcune ricerche che dimostravano come, riducendo i pesticidi, aumentassero i nutrienti degli ortaggi: con pochi o niente fertilizzanti, la pianta si sviluppa in maniera più forte e robusta.

Un’altra ricerca, condotta dall’Istituto Biochimica dell’Università del Texas, ha confrontato i valori di vitamine e sali minerali in oltre 40 tipi di frutta e verdura, raccolti nel 1950 e nel 1999. È stato riscontrato un calo soprattutto di calcio, proteine, vitamina C, fosforo e ferro, con una media del 40%; ad esempio, 100 g di broccoli nel 1950 contenevano 130 mg di calcio, nel 1999 solo 48. Il professore che l’ha guidata sosteneva che questo fosse una concausa delle malattie moderne, dietro le quali spesso c’è una carenza di vitamine e sali minerali.

La ricerca è continuata in Germania, dove un team ha analizzato le differenze nutrizionali di frutta e verdura nell’arco di 10 anni:

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Foto: www.ulivita.it

I frutti si sono letteralmente svuotati di calcio, potassio, magnesio, acido folico e vitamine!

Tutti gli esperti che hanno condotto le ricerche concordano sulla causa principale: le tecniche di produzione che mirano ad aumentare il raccolto, ma anche a farlo maturare più in fretta, il che non permette agli ortaggi di sviluppare le loro sostanze nutritive; e quelle poche presenti, sono perse durante i lunghi tempi di conservazione e trasporto. Infine, anche l’inquinamento dato dai metalli pesanti ad impoverisce il terreno.

Anche in Italia nel frattempo si è affrontato l’argomento: nel 2004, la fiera SANA di Bologna ha aperto con una ricerca di Federsalus. Esperti di nutrizione e tecnologie alimentari denunciavano la perdita di nutrienti degli alimenti negli ultimi 20 anni: fino al 70% in frutta e verdura, il 50% circa in legumi e cereali, altri cibi base della dieta mediterranea. Stesse calorie di una volta ma meno vitamine, sali minerali, fibre, aminoacidi e proteine, rischiando di non assimilare il fabbisogno per la nostra salute.

Bio - Obst

Foto: mangiarebuono.it

I consigli degli esperti? Se la cosa migliore sarebbe coltivarsi un piccolo orto personale, una buona scelta è sicuramente quella di preferire prodotti italiani e nella loro naturale stagione. Meglio ancora se di agricoltura biologica, dove non sono ammessi pesticidi che, oltre a privare i prodotti delle loro sostanze fondamentali, sono anche dannosi per la nostra salute.

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