Green lifestyle

Un ponte, tre luoghi diversi


L’Italia è una meraviglia di diversità: natura, cultura e sapore nel nostro paese compongono un caleidoscopio unico. Vi racconto tre luoghi che amo in cui perdersi per un weekend.

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 Ecco qua un bel “ponte”, di quelli da attraversare senza pensarci, magari panoramici, a cavallo di una gola in montagna o con un splendida vista mare, comunque uno di quelli dai quali si gode una splendida vista sulla natura.

Il Primo maggio è un antipasto a base di vacanze che sono certa molti di voi non si lasceranno sfuggire. Quattro o cinque giorni per ritrovare il giusto bilanciamento tra godimento e benessere, relax e buonumore. In confidenza: se potessi, fuggirei verso il mare.

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Per esempio, chiudete gli occhi e immaginate di sentire il rumore delle onde, stando immersi nel verde… Profumo di macchia mediterranea, un po’ di luce che filtra tra i rami, vento che scompiglia le fronde fitte fitte… Vuol dire che forse state sognando la Maremma. Scoprirla è un’avventura, immergersi nel verde della macchia è come entrare in una macchina del tempo. Ma per far sì che non sia un’esperienza a metà prima di entrare nel cuore selvaggio della Maremma in cui non scorre il tempo è meglio avere una guida che ne conosca i segreti. In questo senso, Paolo Fanciulli è la migliore che abbia mai conosciuto. E’ un vecchio amico, un pescatore, un maremmano doc che vive di ittiturismo insegnando a vivere in armonia con l’ambiente e nel farlo diverte i suoi ospiti a bordo del piccolo peschereccio con cui batte le coste del Parco dell’Uccellina. Isserete le reti durante la mattina per poi godere dei frutti della pesca a terra, a pranzo, in qualche fresca radura, magari all’ombra di un’antica torre d’avvistamento. Oppure potreste chiedere a Paolo di condurvi in una memorabile gita a cavallo lungo i sentieri del parco. Un consiglio: godetevi i suoni e i profumi. Dimenticate le parole a casa e lasciate che sia la Maremma a condurre il discorso. Ah, cosa non da poco: il tutto viene condito dall’ottima cucina di Paolo e della sua compagna! Per avere info vi consiglio di visitare www.paoloilpescatore.it. Dite pure che vi mando io!

 

Altro posto in cui amo cercare rifugio, specialmente “fuori stagione” è la mia Alghero. Un luogo a cui sono legata “geneticamente” visto che sono nata lì.

Bastioni_Alghero

La Sardegna è un mondo a parte… chi l’ha visitata lo sa. Ma Alghero è un’isola nell’isola. La “piccola Barcellona” la chiamano: il perché vi sarà chiaro se presterete orecchio alle conversazioni tra algheresi in cui le consonanti raddoppiate che ci aspettiamo nel dialetto sardo sono sostituite dalla cantilena inconfondibile del catalano, retaggio di una antica e passeggera dominazione spagnola, una deliziosa anomalia che dà ancor più la sensazione di essere in un luogo diverso. Ogni volta che ci torno mi godo il contrasto tra il mare scuro e le brillanti mura che sembrano custodire la genuinità del luogo e le sue tradizioni, forti, non intaccate dal turismo. Gli algheresi sembrano un po’ dire: siamo così, se vi pare. E ci pare, perché è gente solare, piacevole, aperta, mediterranea Difficile non passare tutto il tempo con il naso all’insù, tra torri imponenti, palazzi antichi e splendidi come Palazzo Doria e le sue vetrate o le maioliche che riflettono il cielo della basilica della Chiesa di Sant Miquel. Se poi passeggiare sul lungo mare tra un bastione e l’altro facesse venire appetito, anche la cucina del luogo è di per sé un viaggio, un passaggio su un traghetto che vi condurrà dritti a Barcellona con la paella algherese e l’aragosta alla catalana oppure alla scoperta di pesci poveri e dimenticati come la razza e la corvina. E che dire delle tabaccheras al limone o i papassinos all’uvetta? Una volta mangiato, via a scoprire la costa del Corallo, spettacolare tratto di Sardegna costellato di cale e calette: una passeggiata sulla sabbia della Pineta di Mugoni con in faccia il tramonto è un’esperienza, per il corpo e per la mente. Da non perdere Capo Caccia dove la pietra affronta il vento e le onde del Mediterraneo aperto e il golfo di Porto Conte a pochi chilometri a nord di Alghero, uno dei luoghi più belli del mondo (almeno del mio), gioiello di bellezza inestimabile.

 

Per restare in tema di luoghi diversi, anche se non è una mia meta abituale, Trieste è forse uno di quelli in cui meglio si esprime quella sensazione di essere altrove. E in effetti in questa perla adriatica si incontrano l’algido splendore dei palazzi asburgici, la frizzante aria dei Balcani e il calore italiano, tutti mischiati in un cocktail da mandar giù in un sorso. Venezia e Vienna allo stesso tempo, col fascino tipico delle terre di confine cui hanno attinto a piene mani Svevo, Saba e Joyce perché lì la cultura si respira nell’aria mischiata alla salsedine. Se si riesce a non rimanere incastrati nello splendore e nell’eleganza dei grandi palazzi della città bassa, vi consiglio di scivolare negli angoli a scoprire la città dei caffè e dei lampioni di fine Ottocento, lì dove si entra in contatto con i triestini e il loro carattere tra il solare e il burbero, levantini come la bora che li ha battuti durante l’inverno. Schizofrenica anche la cucina dove i crauti, gli strudel e i presnitz si affiancano a piatti di pesce come il saor: continente e penisola anche in cucina dunque.

Trieste

Ma Trieste, per me, è soprattutto una vista notturna, quando il golfo si riempie di luce: quella della città, quella tenue dei lumini dei pescatori che passano la notte sulle acque nere del golfo. Da Muggia a Duino, la costa friulana diventa uno spettacolo meravigliosamente romantico. Qualche giorno qui significa lasciare l’Italia senza varcare il confine.

Ogni tanto è giusto fare rotta altrove, verso la natura, un paese antico o una città crocevia di civiltà diverse, poco importa: l’importante è uscire dalla nostra vita per qualche tempo. E senza bisogno di volare dall’altra parte del pianeta. L’Italia è già di per sé tante cose in una. Ma il punto più importante è questo: ovunque vi condurrà il vostro il ponte, varcatelo per dimenticarvi un po’ di voi stessi, fosse anche per poche ore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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5 Comments

  • Reply
    Maurizio
    26 Aprile 2015 at 21:45

    Bei posti quelli che hai descritto! Io sarò allo zoo di Fasano e dintorni…mio figlio 2anni e mezzo è impallato per gli animali, li conosce tutti e ora me tocca presentarglieli eheeheh !! Buona serata Cara

    • Reply
      Tessa Gelisio
      1 Maggio 2015 at 19:00

      ehhhh! capisco! postato nei centri di recupero di animali selvatici… vedrai!

  • Reply
    Daniela
    27 Aprile 2015 at 10:23

    Il consiglio di Tessa per Paolo Il Pescatore a Talamone è davvero una cosa unica. Oltre a passare una giornata indimenticabile in barca, se volete aiutandolo a lanciare/ritirare le reti, a pulire il pesce oppure semplicemente il dolce far niente, con un bagno in mare, con lui mangiate del pesce che probabilmente non comprereste mai o che forse è anche difficile trovare. Gusti indimenticabili e grande compagnia. Imparate anche cosa vuol dire la pesca sostenibile e tant’altro. Una giornata relax con un po’ di insegamento che lascia il segno!

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