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5 cose da sapere sulle bottiglie di plastica


Tessa, bottiglie di plastica

Ne siamo ormai praticamente sommersi: le bottiglie di plastica hanno da tempo invaso la nostra quotidianità, tanto che non c’è bevanda che non venga distribuita anche in questo formato. E sebbene tutti ormai conosciamo i danni che questi oggetti possono causare all’ambiente, ogni giorno il dubbio ci assale. Come smaltirle correttamente? Quante volte possiamo riutilizzarle? Quale impatto reale ha la bottiglietta ci portiamo al lavoro o in viaggio?

Scopriamo insieme le risposte a queste e altre domande, per imparare a ridurre il nostro impatto ambientale, magari scegliendo alternative più sostenibili!

Via le etichette di carta

Bottiglia di plastica

L’etichetta delle bottiglie di plastica va rimossa prima di gettarle? Un dubbio soprattutto per le bottiglie dotate di etichetta in carta che, a rigor di logica, non dovrebbe finire nei rifiuti plastici bensì nell’apposito bidone per carte e cartoni.

Quella che può sembrare una banalità è in realtà un dubbio del tutto fondato: le etichette di carta andrebbero infatti staccate e smaltite correttamente. E non solo per garantire il recupero di quanti più materiali possibili, riducendo il proprio impatto sull’ambiente, ma anche per facilitare il lavoro ai centri di riciclo.

Una volta finiti nella raccolta differenziata, rifiuti come bottiglie e contenitori vengono sottoposti a un lungo processo, che prevede anche il ricorso a elevate temperature per sciogliere il PET e recuperarlo per nuovi oggetti. È però necessario che la plastica raccolta sia priva di elementi estranei, quali appunto la carta, per evitare che questi materiali prendano fuoco con il calore o rilascino sostanze chimiche, capaci di danneggiare irrimediabilmente la stessa plastica.

Tutti avremo sicuramente notato come, nell’ultimo periodo, sempre più aziende stiano optando per etichette in plastica o, ancora, per stampe applicate direttamente sulle bottiglie. Di primo acchito, può sembrare controproducente scegliere materiali plastici quando la carta è ben più ecologica e, soprattutto, al 100% recuperabile. Eppure, si tratta di una strategia virtuosa per permettere il recupero di quanta più plastica possibile: poiché l’abitudine di rimuovere le etichette non è molto diffusa, così facendo i centri di riciclo facilitano il loro lavoro e aumentano la quota di materia prima recuperata.

Le bottiglie di plastica si possono riutilizzare?

Bere da bottiglie di plastica

Riutilizzare le bottiglie di plastica, sia per conservare acqua o bevande o per qualche progetto di riciclo creativo, è di certo una delle idee più utili per ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Il PET è infatti un materiale molto resistente e versatile: da una singola bottiglia si possono ricavare dei vasetti, dei portapenne e tanti altri oggetti utili per la casa.

Ma quante volte si possono riutilizzare queste bottiglie e, soprattutto, quali sono i rischi? La questione è sorta qualche anno fa sui social, quando si è diffusa quella che è una vera e propria fake news: secondo alcuni, i numeri stampati sul fondo dei contenitori indicherebbero la soglia massima di riuso, prima che la bottiglia cominci a rilasciare sostanze chimiche dannose per la salute.

In realtà, la questione è assai diversa. I numeri stampati sulle bottiglie, oltre alle date di scadenza e produzione, indicano semplicemente dei codici di controllo delle aziende e non hanno quindi un’utilità immediata per il consumatore finale. Ma questo vuol dire che le bottiglie possono essere riutilizzate all’infinito?

La risposta non è così semplice. In linea teorica, questi contenitori nascono per essere monouso: in questo modo, le aziende possono assicurare al consumatore che la bevanda non sia contaminata e in corretto stato di conservazione (spesso non è così purtroppo vista la filiera del trasporto e vendita). Sembra essere altrettanto vero che, con utilizzi ripetuti, il PET possa cominciare a rilasciare sostanze chimiche dannose, anche se un’indagine di Altroconsumo ha rivelato come i pericoli connessi al bisfenolo A – capace di alterare le funzionalità endrocrine – siano davvero ridotti. Come comportarsi, di conseguenza?

  • Lavare le bottiglie con acqua calda dopo l’uso e facilitare l’asciugatura interna, esponendole all’aria: questo riduce la proliferazione dei batteri;
  • Non riutilizzare bottiglie con graffi, tagli o altri danneggiamenti: è più probabile il rilascio di sostanze chimiche da plastica non integra;
  • Preferire sempre contenitori in vetro o metallo, sicuri, facili da lavare, duraturi e perfettamente riciclabili.

Attenzione alle microplastiche

Bottiglie di plastica

Quello delle microplastiche è un problema che sta sempre più sollevando le preoccupazioni della comunità scientifica, sia per l’impatto sull’ambiente che per gli effetti sulla salute. Questi minuscoli frammenti di plastica sono stati rinvenuti pressoché ovunque – addirittura nella Fosse delle Marianne e ovviamente nel corpo umano.

Le microplastiche entrano nel nostro organismo sia tramite l’alimentazione che con la respirazione. Nel 2019, uno studio dell’Università di Newcastle ha evidenziato come ingeriamo 5 grammi di microplastiche ogni settimana, per un totale di 250 grammi l’anno. Gli effetti non sono ancora ben chiari, ma sembra che questo materiale possa contribuire ad alterare le funzioni ormonali dell’organismo.

Le bottiglie di plastica non fanno eccezione. Con il tempo, possono rilasciare microplastiche nelle bevande che contengono: uno studio pubblicato su Water Research ha infatti confermato che, ogni volta che apriamo e chiudiamo il tappo, delle microplastiche invisibili si depositano sul fondo della bottiglia.

Quante bottiglie di plastica consumiamo?

Bottiglie di plastica nell'ambiente

Vi siete mai chiesti quante bottiglie di plastica consuma l’umanità? Il dato lascia a dir poco sgomenti: le stime parlano di 1 milione di esemplari venduti nel mondo ogni singolo minuto

Solo una piccola percentuale, si stima un 10%, viene riciclata. La maggior parte viene conferita in discarica, dispersa nell’ambiente o bruciata. Soprattutto nei Paesi asiatici, dove non solo le discariche sono perlopiù a cielo aperto, ma anche dove vengono esportati i rifiuti prodotti dall’Occidente. Così vento, pioggia e correnti trascinano i rifiuti altrove, contaminando sia aree verdi che i corsi d’acqua.

E non è tutto: da un rapporto pubblicato dal WWF nel 2019 è emerso come ben 100 milioni di tonnellate di plastica vengono dispersi nell’ambiente ogni singolo anno. Un dato che potrebbe calare di ben il 40% se smettessimo tutti di usare la plastica monouso, bottigliette incluse: è quella con maggiore probabilità di essere smaltita in modo errato. D’altronde, basti pensare come un cittadino italiano produca, in media, ben 5 chili di rifiuti in plastica ogni settimana.

A questi ritmi, si stima che entro il 2050 ci saranno nel mare più rifiuti in plastica che pesci.

700 specie animali ingeriscono frammenti di bottiglie

Bottiglia di plastica in spiaggia

Se il quadro non fosse già di per sé allarmante, bisogna anche considerare i danni che le bottiglie di plastica stanno causando agli ecosistemi. A oggi, i ricercatori hanno rinvenuto frammenti di plastica in almeno 700 specie animali, dopo le analisi sui corpi rinvenuti in spiaggia, nei boschi o in altri habitat naturali. Fra i più colpiti vi sono balene, capodogli, delfini e tartarughe, ma anche animali terrestri come uccelli, tassi, cervi e molti altri ancora.

Nella maggior parte dei casi, questi animali vanno incontro alla morte: la plastica accumulata nei loro stomaci non permette più di digerire le sostanze nutritive o, ancora, determina pericolose ostruzioni. Non ultimo, specie come i delfini rimangono impigliate a reti di plastica abbandonate nelle profondità marine, morendo per asfissia poiché impossibilitate a risalire in superficie per respirare. Tartarughe e uccelli, invece, ne rimangono strangolati. E quali rifiuti più danneggiano la fauna mondiale? Sacchetti, lacci per birre e lattine e proprio le bottiglie di plastica.

Non è quindi giunto il momento di fare uno sforzo in più per il nostro Pianeta? Bastano azioni semplici e quotidiane, come acquistare una borraccia, scegliere acqua minerale in vetro o meglio ancora l’acqua del rubinetto e prestare attenzione alla raccolta differenziata!

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