Green lifestyle

5 falsi miti su alimentazione, benessere e stile di vita


Le convinzioni più diffuse a cui è bene smettere di credere

Su alimentazione, salute e benessere si dice tutto e il contrario di tutto. Non solo ora, con la rete, che le informazioni (anche quelle sbagliate) viaggiano alla velocità della luce. Esistono anche tante credenze popolari, senza base scientifica, che negli anni abbiamo sentito dire così tante volte che le abbiamo assunte per buone; il problema è quando questi luoghi comuni non corrispondono al vero, perché ci fanno assumere alcune abitudini quotidiane che possono rivelarsi negative per la salute.

Per realizzare questa raccolta delle false credenze più radicate e diffuse ho consultato Valentina Dolci, di professione health coach, una figura molto in voga negli Stati Uniti e che letteralmente significa “allenatore al benessere”: accoglie chiunque voglia reimpostare le proprie abitudini per uno stile di vita più salutare, a partire dall’alimentazione. Le ho chiesto quindi, in base alla sua esperienza, quali sono le convinzioni ancora “dure a morire”, e fare un po’ di chiarezza spiegando come stanno le cose in realtà. Vi confesso che alcune hanno stupito anche me!

1) SE VUOI DIMAGRIRE, NON MANGIARE GRASSI

Foto: siamosportivi.it

«“L’avocado non lo mangio perché è molto grasso, le olive non parliamone”, “Non uso l’olio per condire”, “Lo snack ideale è un pacchetto di cracker”, “Yogurt sì, ma solo quello magro”… ne ho sentite tante di frasi così. Il concetto che solo i grassi portino all’aumento di peso, e i carboidrati invece no, ha creato molta confusione in passato e, soprattutto nei paesi come gli Stati Uniti, un’alta incidenza di obesità e molte malattie correlate. Facciamo ancora fatica ad abituarci al fatto che mangiare i grassi non faccia automaticamente ingrassare! I grassi non solo sono necessari per molte funzioni dell’organismo, ma se regolati nel modo giusto rispetto agli altri macronutrienti (proteine e carboidrati), assunti nelle giuste quantità, preferendo i grassi buoni di olio extravergine d’oliva, frutta secca e pesce a quelli nocivi, soprattutto quelli trans, non provocano aumento di peso, anzi, regalano un senso di sazietà che induce a mangiare meno. Al contrario è stato l’eccessivo consumo di zucchero e di carboidrati raffinati che ha portato tanti problemi di obesità nel mondo occidentale prima, e recentemente nei Paesi in rapido sviluppo come la Cina e l’India, perché gli zuccheri non smaltiti si accumulano come grasso. Un consiglio? Dimezzate i carboidrati e aumentate la fonte di grassi buoni: ad esempio, invece di mangiare due fette di pane bianco, mangiatene una sola, possibilmente integrale con semini, anche dentro, ricchi di fibre e grassi buoni, con sopra della crema di mandorle o qualche fetta di avocado o anche solo del buon olio extravergine di oliva.»

2) MAI SALTARE LA COLAZIONE

Foto: www.tgcom24.mediaset.it

«Si dice che la colazione sia il pasto più importante della giornata, perché dà una sferzata al metabolismo e quindi fa bruciare più calorie; vero è che le persone che mangiano al mattino, soprattutto coloro che si preparano la colazione a casa, spesso hanno uno stile di vita più regolare e salutare: ma questo deriva più che altro dal buon senso e da una gestione virtuosa della propria alimentazione, non da un metabolismo più attivo.
Non ci sono ragioni effettive per cui chi non sente l’esigenza di mangiare la mattina si debba sforzare a farlo: le ultime teorie supportano il concetto che non ci sia nulla di “speciale” nella colazione né che sia essenziale, e che un adulto sano e normopeso può tranquillamente farne a meno, se si sente bene così. L’importante è ascoltare il proprio corpo e non affidarsi sempre e solo alle “mode”. Anzi, saltare la colazione è un modo per lasciare il sistema digestivo a riposo seguendo quello della notte: passare da una cena sul presto, verso le 19.30, al pranzo del giorno dopo, è un sistema per ottenere facilmente un “digiuno a intermittenza”, una pratica che, se seguita da un esperto e fatta con coscienza, secondo molti studi può supportare la longevità.»

Un argomento che Valentina conosce e ha avuto modo di approfondire per motivi professionali: tra le attività che propone infatti c’è anche un percorso di semi-digiuno, realizzato in collaborazione con il Dott. Paolo Toniolo, specializzato in medicina preventiva e funzionale; il programma dura una settimana, si svolge a Milano, e oltre all’incontro col medico, comprende anche la preparazione dei pasti, naturalmente studiati per questo programma (a proposito, è arrivo a breve un nuovo percorso di gruppo, in partenza l’11 febbraio: se vi interessa, iscrivetevi alla mailing list attraverso il form che trovate sul sito di Valentina o chiedetele informazioni!).

«Attenzione però: rinunciare alla colazione non deve diventare una scusa per abboffarsi negli altri pasti o per concedersi quella fetta di torta “perché tanto sono in credito per non aver mangiato nulla stamattina…”.»

3) DIGIUNARE RALLENTA IL METABOLISMO

Foto: www.meteoweb.eu

«“Digiunare ingrana la marcia indietro al metabolismo perché quando il corpo non riceve cibo pensa che si sta entrando in un periodo di carestia”… chi non ha mai sentito dire questa frase alzi la mano!
Per fare un po’ di chiarezza, in quest’ultimo periodo gli studi scientifici sono sempre più a favore di varie forme di digiuno (più o meno prolungato, semi digiuno, digiuno a intermittenza…) come abitudine da reintrodurre a favore della salute: agirebbe sulla longevità, proteggerebbe dalle malattie infiammatorie, migliorerebbe l’efficienza dell’insulina, ridurrebbe lo stress ossidativo e l’infiammazione, oltre a promuovere la riduzione del grasso accumulato, soprattutto quello viscerale (ovvero quello che si trova all’interno di organi come fegato e intestino, principale fattore di rischio per malattie come diabete, disturbi cardiovascolari e anche morbo di Alzheimer).
Sembra che oggi ci siamo dimenticati tante cose utili che l’umanità ha sempre fatto, come il digiuno appunto, che fa parte delle pratiche tradizionali di tutte le religioni!»

4) BISOGNA SEMPRE FARE 6 PASTI AL GIORNO

Foto: www.vitadamamma.com

«Per molto tempo si è pensato che mangiare poco e spesso, fare i famosi “sei pasti al giorno”, fosse meglio per limitare le porzioni, stabilizzare l’energia e il livello di zuccheri nel sangue e, in ultimo, per dimagrire.
Ma pensiamo a come il nostro corpo è stato programmato dalla natura: credete che i nostri antenati avessero a disposizione cibo ogni 3-4 ore? Era una faticaccia guadagnarselo! Gli studi più recenti infatti dimostrano che lasciare il nostro corpo senza cibo un po’ più a lungo sia la modalità naturale a cui è sempre stato abituato, e che assumere cibo frequentemente non assicura un consumo minore di calorie

5) LA SOIA È IL MIGLIOR SOSTITUTO DELLA CARNE

Foto: www.terranuova.it

«Latte di soia, yogurt di soia, budini di soia, tofu, burger di soia, polpette di soia, prodotti industriali con lecitina di soia, salsa di soia… è una risposta del mercato all’esigenza sempre maggiore a limitare il lattosio e le proteine animali. Ma è una soluzione non sempre ideale, soprattutto se consumata spesso. La soia infatti contiene fitoestrogeni, sostanze simili ai nostri ormoni che possono avere un’influenza notevole sull’organismo e portare a problemi come disfunzioni della tiroide e infertilità.
A meno che non ci sia un’esigenza specifica seguita dal medico, le fonti di soia, soprattutto se non fermentata e quindi ricerche di fermenti probiotici come il temphe o il miso, non sono da considerarsi un alimento particolarmente salutare; meglio preferire altre fonti proteiche, come uova, formaggi stagionati (dai 18 mesi in su) a pasta dura, praticamente privi di lattosio, legumi o farina di canapa.»

Come saprete, anche io non approvo completamente il consumo di soia. Prima di tutto, per l’impatto ambientale: è una delle principali responsabili della deforestazione, con gli oltre 1,5 milioni di ettari di foresta amazzonica distrutti per far posto alla sua coltivazione. Secondo, la maggior parte della soia in commercio è OGM; anche se in Italia non si possono coltivare alimenti transgenici, si possono comunque importare. È bene sempre scegliere soia bio o almeno verificarne la provenienza (europea), ma in molti prodotti industriali è contenuta sotto forma di lecitina di soia o altri derivati di dubbia qualità. Terzo, la salute: oltre a quanto detto da Valentina, proprio per il contenuto di ormoni vegetali è da sempre accusata di avere un ruolo nell’insorgenza del cancro al seno. Sul sito di AIRC viene spiegato che ancora non si è riusciti a dimostrare se ci sia una correlazione tra consumo di soia e aumento del rischio di tumori sensibili all’azione degli ormoni, però spesso alle donne che hanno avuto un tumore al seno viene sconsigliata l’assunzione di soia: il fatto che ci sia il dubbio a me basta per applicare il famoso principio di precauzione.

 

Chissà, magari anche questi consigli un giorno diventeranno falsi miti?!

 

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