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Cani e vaccini: 5 cose da sapere


Le vaccinazioni, ripetute una o più volte l’anno, sono davvero tutte necessarie?

Oggi vi parlo di un argomento che mi sta molto a cuore, ovvero la salute dei nostri amici a 4 zampe. So bene cosa significhi dover prendere delle decisioni in merito, magari avere paura di sbagliare, ma cerco sempre di informarmi il più possibile (e ovviamente rivolgervi a professionisti seri).

Un argomento poco dibattuto, e su cui i veterinari fanno poca o nulla informazione, sono i vaccini per cani. Ad aprirmi un mondo è stato un libro di cui vi ho già parlato, “Il libro nero dei veterinari” di Jutta Ziegler, veterinaria austriaca, in cui sono elencati vari casi clinici di animali che si sono ammalati (quando è andata bene) per cure sbagliate, eccesso di farmaci, nessuna attenzione all’alimentazione. I veterinari che hanno commesso questi errori vengono classificati come “cinici”, quando perfettamente consci di non agire nell’interesse dei pazienti, e “inconsapevoli”, perché magari in buona fede ma che si sono formati più che altro a corsi di aggiornamento tenuti dalle case farmaceutiche e aziende produttrici di cibo.
Un capitolo è dedicato al tema delle vaccinazioni: protagonista della storia è una gatta a cui sono stati somministrati diversi vaccini, nonostante vivesse in casa e senza altri animali (quindi abbastanza inutili); un giorno la sua padrona ha notato una massa dietro la nuca, dove di solito vengono fatte le iniezioni, e quello che inizialmente era stato identificato come un granuloma, una semplice infiammazione, si è rivelato un sarcoma, un tumore maligno. E la storia non è a lieto fine, per la povera gatta e per la famiglia che è rimasta senza di lei.
Secondo la veterinaria autrice del libro, la causa è stata un adiuvante del vaccino, un conservante che contenente una molecola di mercurio, il quale sappiamo bene essere tossico.

Visto che non sono acqua fresca, e che come tutte le cose possono avere effetti collaterali, c’è da chiedersi se il gioco valga la candela. Innanzi tutto, tutte queste vaccinazioni sono davvero necessarie? Tanto per fare chiarezza, in Italia per legge non esistono vaccini obbligatori per gli animali, ma solo consigliati: i veterinari di tutto il mondo si basano sulle linee guida internazionali promosse dal Vaccination Guidance Group della World Small Animals Veterinary Association, e così in teoria dovrebbero fare anche i veterinari italiani. Ma allora perché generalmente i nostri veterinari consigliano richiami annuali, quanto proprio queste linee guida affermano che l’immunità è garantita per molti anni? Inoltre, nelle linee guida della WSAVA pubblicate nel 2015 si affermava non solo che “per le vaccinazioni del cane e del gatto non è più consigliato vaccinare ogni anno”, ma anche che “occorre adottare un protocollo mirato per cane e gatto”; questo significa che le cure non dovrebbero essere prestabilite, ma adeguate all’animale e al suo stile di vita. Perché allora, generalmente, fanno fare tutti i vaccini possibili ogni anno a tutti gli animali?

Per fare un po’ di chiarezza, ho consultato un esperto di cui mi fido: il Dott. Paolo Girotto è un veterinario esperto in omeopatia, medicina naturale e alimentazione, e se seguite Ecocentrica ricorderete le sue ricette fatte in casa per cani e gatti.
Scopriamo insieme a lui tutto quello che bisogna sapere sull’argomento vaccini in 5 punti.

1) VALUTARE CASO PER CASO

Foto: www.tipresentoilcane.com

«La tendenza dei veterinari è quella di utilizzare uno schema standard per tutti i cani, senza considerare né la razza, né l’età, né il tipo di alimentazione seguito, né tanto meno i problemi ambientali. Un veterinario, in base alla propria esperienza personale e professionale, dovrebbe essere in grado di conoscere le patologie infettive presenti in quell’area geografica; perché consigliare ad esempio il vaccino contro la leptospirosi, di per sé poco frequente, se quel soggetto non corre rischio di contrarre la malattia? Senza contare che non andrebbe comunque ripetuta 2 volte l’anno e che la vaccinazione è comunque incompleta, perché copre da soli 2 tipi di leptospirosi quando in natura ne abbiamo 20.
La vaccinazione in campo veterinario va fatta quando è necessario, e per saperlo bisogna prima di tutto partire dal tipo di vita che conduce l’animale

2) CHI HA PAURA DELLA RABBIA?

Foto: velvetpets.it

La questione è molto sentita, perché è una delle rare malattie che dal cane si possono trasmettere all’uomo, quindi merita un discorso a parte.
«Oltre al fatto che in Italia non c’è un più un caso da molti anni, la rabbia viene monitorata con grande attenzione dagli istituti sanitari: se viene segnalato un cane infetto, viene immediatamente allertata tutta la provincia e scatta l’obbligo della vaccinazione. Ma altrimenti non serve a nulla, anzi, un eccesso di vaccinazione può causare una modificazione del gene, rendendo l’attuale profilassi non più efficace.»
Come ho detto, in Italia non esistono vaccini obbligatori per legge, ma questo è valido solo per i cani che restano all’interno del nostro Paese; in caso di viaggio all’estero invece occorre fare la vaccinazione antirabbica, così come se si partecipa a concorsi per animali.

3) EFFETTI COLLATERALI DEI VACCINI

Foto: www.mondopets.it

«I vaccini funzionano attraverso una componente infettiva, che attiva la risposta degli anticorpi; la patologia viene iniettata, e già questa è una condizione artificiale di contatto con la malattia, che di solito avviene per inalazione. Ma il vero problema è un altro: i vaccini contengono adiuvanti, sostanze che vengono aggiunte per potenziarne l’effetto; questi possono avere effetti tossici sull’organismo, specie quando le vaccinazioni sono ripetute nel tempo. Mi è capitato di assistere alla formazione di tumori nel punto di inoculo, oppure a morti improvvise.
Non sono eventualità così probabili, ma bisogna tenere a mente che il vaccino non è qualcosa di innocuo, perciò è bene non abusarne ma utilizzarlo solo dopo aver valutato il rapporto rischio-beneficio.»

4) L’IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE

Foto: www.fidoatavola.it

«La dieta che segue l’animale non solo andrebbe seguita adeguatamente, ma va sempre considerata quando ci sono decisioni mediche da prendere.
Giusto vaccinare i cuccioli, ma non così precocemente come si usa fare, prima che abbiano compiuto 50 giorni; io li consiglio sempre dopo i 2 mesi e mezzo/3. Bisogna tenere presente che il cucciolo ha un sistema immunitario debole, a maggior ragione se è stato alimentato solo con cibo industriale e latte impoverito da sostanze nutrienti: se è privo di difese, non si ha la risposta anticorpale al vaccino e l’animale, invece che diventare immune, si ammala.»

5) VACCINI: QUALI SONO SEMPRE CONSIGLIATI

Foto: www.zampefelici.it

Partiamo sempre dal presupposto iniziale, che la decisione deve basarsi su tanti fattori, legati all’animale in sé e all’ambiente in cui vive. Ma esistono delle vaccinazioni che, in linea di massima, andrebbero sempre fatte?
«Io consiglio sempre quelle per le malattie più comuni, ovvero cimurro e parvovirosi, una gastroenterite virale piuttosto pericolosa; purtroppo non esistono in versione singola, vengono inseriti solo in un vaccino quadrivalente insieme ad adenovirosi e leptospirosi. La faccio sui cuccioli, come detto prima non troppo precocemente, con un richiamo dopo 20 giorni e uno dopo 1 anno per la stabilizzazione degli anticorpi. Il resto, si valuta caso per caso.»

 

Tutelare la salute dei nostri animali è sacrosanto, e questo passa anche attraverso la prevenzione delle malattie, alcune molto pericolose. Questo post non nasce come invettiva contro i vaccini, la soluzione non è non farli, ma fare quelli di cui il vostro cane (o il vostro gatto) hanno davvero bisogno, così da ridurre i rischi, in un senso e in un altro. Purtroppo è impossibile annullarli, ma questo fa parte della vita…

 

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