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Invecchiamento: come aiutare la donna in questa fase della vita


A quali problematiche si va incontro e come affrontarle al meglio

“Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!” è una frase detta da Anna Magnani, diventata famosa perché va controtendenza, in un mondo che vuole a tutti a costi cancellare gli effetti del tempo. Secondo un recente sondaggio britannico, le donne iniziano ad aver paura di invecchiare già a 29 anni, e dopo i 30 anni passano in media 12 minuti al giorno ad applicare creme e altri rimedi. Anche se gli uomini sono diventati via via sempre più vanitosi, l’invecchiamento è un problema per lo più femminile: per una donna è una transizione molto più marcata, sia per dal punto di vista meramente estetico, sia per i cambiamenti fisici con gli eventuali problemi di salute, sia per l’aspetto sociale che influenza anche l’umore e il rapporto con se stesse.
La scienza oggi dedica ampio spazio all’argomento (visto il continuo allungamento dell’età media), e le ricerche indicano che un’alimentazione bilanciata, attività fisica costante, un corretto stile di vita e l’approccio mentale giusto possono essere d’aiuto nel vivere al meglio questa fase della vita. Quindi forse il punto non è tanto combattere l’invecchiamento, un processo ahimè naturale e inevitabile, ma fare in modo di viverlo al meglio possibile, fisicamente e psicologicamente.

Ho consultato un pool di esperti in vari campi: quelli che vi propongo oggi sono alcuni consigli per “invecchiare bene”, pensare positivo e stare in forma a dispetto del tempo che passa.

PSICO: VIVERE L’ETÀ MATURA COME OPPORTUNITÀ

Foto: pinkitalia.it

Con la Dott.ssa Olga Solmi, Psicologa e Psicoterapeuta, ho parlato soprattutto di come l’invecchiamento impatta sull’umore, quali problematiche può causare, insomma, come vivono mediamente le donne l’avanzare dell’età e come le si può aiutare.
«Se consideriamo il punto di vista psicologico, intenso come impatto socio-emotivo e comportamentale, bisogna fare una distinzione di genere: se un uomo che mostra i primi segni del tempo sul volto raggiunge il massimo del suo fascino, una donna diventa “ormai invecchiata”, come a indicare l’essere fuori dal gioco seduttivo. A questo si accompagnano anche altre emozioni, dalla paura di non essere più utili come un tempo, alla graduale consapevolezza di perdere la propria autosufficienza; anche il termine dell’età fertile per molte significa un calo se non una improvvisa mancanza di femminilità.
È importante per questo essere consapevoli dei cambiamenti e gradualmente integrarli nella propria vita, coltivando altri modi di essere donna, che si realizzano in competenze diverse, utili nella nostra società per se stesse e per gli altri: le nuove esigenze dei figli, dei nipoti che spingono la donna a riscoprirsi in un nuovo ruolo, ma anche avvicinarsi a gruppi associativi, volontaristici, hobby e passioni mai coltivate per la mancanza di tempo; ci sono donne impegnate nelle attività di pre-scuola, donne che aiutano quelle più giovani e sole, donne che riscoprono il proprio corpo attraverso ginnastiche dolci o della terza età. Non va dimenticato il ruolo del partner, che può aiutare la donna ad affrontare questo periodo di vita da un’altra prospettiva: è importante riscoprirsi e scegliersi anche in questa fase, condividendo attività e interessi che portano a vivere in maniera più armonica.
Questa è la vera ricchezza che va di pari passo al fisiologico invecchiamento: arricchire la propria identità, consapevoli di ciò che lasciamo (un corpo tonico, una pelle fresca e tesa, il nostro giovane fascino femminile) e disposte a coltivare il potenziale che abbiamo dentro e dimentichiamo di possedere.». Se n’è occupata in diversi suo studi anche la psicologa Roberta Errigo.

ALIMENTAZIONE: IL DIGIUNO COME CHIAVE DELLA SALUTE

Foto: www.ilgiornaledelcibo.it

Negli ultimi tempi non si fa che parlare di digiuno, che secondo le ultime teorie scientifiche è in grado di prevenire diverse malattie e supportare la longevità. Dato l’interesse generale, ho deciso di approfondire l’argomento grazie a Valentina Dolci, health coach, che conosce da vicino questa pratica per motivi professionali: insieme al Prof. Paolo Toniolo, specializzato in medicina preventiva e funzionale, propone dei programmi di semi-digiuno, della durata di una settimana, che comprendono un incontro di gruppo con il medico (che spiega le basi scientifiche di questa tecnica) e la preparazione dei pasti studiati ad hoc.
«Il digiuno è una parola che crea timore e mette sulla difensiva, perché ci siamo dimenticati che ha sempre fatto parte delle nostre tradizioni culturali e religiose. Eppure, chi ha il coraggio di provare, può sperimentare diversi benefici, alcuni tangibili nell’immediato, altri dopo qualche giorno. Energia, lucidità mentale, riduzione del gonfiore addominale, perdita di peso, riparazione cellulare, crescita di nuovi neuroni, prevenzione di malattie croniche: sono gli effetti di cui parlano studi e ricercatori come il Dott. Longo o il Prof. Paolo Toniolo, con cui ho la fortuna di collaborare e grazie al quale continuo a imparare moltissimo.»
Ma come attuare questa pratica nella vita di tutti i giorni? Valentina offre due possibilità: «Una è il “semi digiuno”. Si crea un regime alimentare molto diverso dal solito per quattro o cinque giorni, assumendo una maggioranza di fonti vegetali, combinate a fonti di grassi di buona qualità, a pochissime proteine, niente zuccheri o farina raffinate. Questi cibi, a queste dosi, creano un meccanismo in cui il corpo, pur assumendo poco, crede di digiunare completamente. La seconda è il “digiuno a intermittenza”, meno impegnativo e molto ben gestibile da chiunque. Si tratta di ridurre la finestra di tempo in cui ci si alimenta a sette, otto ore, sfruttando il riposo della notte. Basta saltare un pasto scegliendo fra cena o prima colazione (senza compensare poi con un’abbuffata durante il primo pasto successivo!). I benefici non sono altrettanto profondi se fatto una sola volta, ma questo metodo è alla portata di tutti e facilmente ripetibile, anche una volta alla settimana; può diventare quindi una di quelle ottime abitudini che fanno la differenza nella prevenzione della nostra salute e che possono creare i presupposti per una vita longeva.»
Il prossimo programma di semi-digiuno si terrà a Milano a partire dal 13 maggio, ma l’incontro introduttivo avverrà prima delle festività: se siete interessati, prenotatevi subito tramite la mailing list che trovate sul sito di Valentina Dolci!

ATTIVITÀ FISICA PER RIMANERE GIOVANI

Foto: youdonna.com

Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. Lo sa bene anche Francesca Ruggeri, personal trainer: «L’attività fisica è una sorta di medicina, in cui vale sempre la regola “prevenire è meglio che curare”. Una persona che la pratica fin da giovane età è avvantaggiata rispetto a chi inizia a fare sport per la prima volta a 40 o 50 anni, quindi il consiglio è di trasformarla in una sana abitudine il prima possibile.
Ciò premesso, in questa fase della vita lo sport è di aiuto sia per il benessere fisico che per quello psicologico; combatte la pressione alta, mantiene in salute l’apparato cardiovascolare, riduce i rischi legati all’osteoporosi, evita gonfiori alle gambe e accumuli di grasso, tipici soprattutto nelle donne dopo la menopausa, quando rallenta il metabolismo. Inoltre aiuta l’umore, permette di sfogare lo stress, diminuisce i livelli di tensione e nervosismo ed è un antidoto alla depressione. Non va dimenticato poi il fattore sociale: chi va in pensione spesso si sente spaesato, e questo è un modo per impegnare il tempo libero, darsi un nuovo obiettivo, prendersi cura di sé, dedicarsi a un’attività che impedisca di chiudersi in isolamento.»
Quali sono gli sport più indicati? «Sicuramente tutti gli sport dolci, quelli che non sovraccaricano le articolazioni, ma non per questo meno efficaci: dal nuoto l’acqua-gym, che contrastano la ritenzione idrica, al pilates, che rinforza e allunga i muscoli, agli esercizi per allenare il core (i muscoli centrali del corpo) che permettono comunque di lavorare su tutto il corpo; vanno bene anche delle lezioni in palestra con un personal trainer, come la semplice passeggiata. L’allenamento però cambia da persona a persona. Bisogna saper ascoltare il proprio: per il resto, come dico sempre, l’età è solo un numero.»

L’ESTETICA, PER NON TRASCURARSI

Foto: www.cure-naturali.it

Anche Annamaria Previati, la mia naturopata di fiducia e bioestetista presso Biostudio Natura, sostiene che il cambiamento vada accettato e che sia da perseguire la qualità dell’invecchiamento. E per farlo, bisogna prendersi cura di sé e della propria pelle fin da subito: «La pelle inizia a invecchiare dai 25 anni in poi. La differenza è che chi si è sempre curato invecchia meglio, altre donne invece si trovano a dover rimediare a una certa età, magari ricorrendo alla chirurgia. Ecco cosa bisognerebbe fare a tutte le età: utilizzare un’adeguata protezione solare, evitare detergenti aggressivi, non mettere troppo make-up perché la pelle ha bisogno di respirare. Bisogna capire che cosa protegge la pelle e cosa invece la disidrata: no ai cosmetici contenenti alcol e attenzione a quelli sebo assorbenti, che non portino all’effetto opposto. Bisogna valutare i prodotti adeguati anche in base all’ambiente in cui si vive, in città ad esempio è importante pulire sempre la pelle anche se non si è truccate e fare ogni tanto delle maschere detox; la cosmesi va scelta in base all’età, ma alcuni prodotti si possono utilizzare anche in forma preventiva, come sieri molto leggeri.
Non fatevi ingannare troppo dalle creme antirughe, che spesso sono specchietti per le allodole. L’acido ialuronico è fondamentale perché trattiene l’acqua e dà un effetto rimpolpante; gli oli vegetali sono idratanti naturali per la pelle; omega3 e omega6 hanno azione antiossidante; le alghe permettono l’assorbimento si sali minerali e polisaccaridi che danno idratazione.»
Non tutta la medicina estetica però è da demonizzare, se non si parla di trattamenti invasivi: «Durante l’annuale controllo dei nei, si può chiedere al dermatologo se è il caso di asportare eventuali macchie o cheratosi. Alcuni segni del tempo poi si possono minimizzare, ad esempio con i peeling a base di acidi che permettono il rinnovamento cellulare.»

Infine, ricordate che invecchiare non deve essere visto come la fine della propria vita: anzi, molti sostengono che la vita, vissuta in modo sereno e consapevole, cominci proprio dopo i 50 anni!

Foto copertina: magazine.x115.it

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