Punto di vista

Una finanza più sostenibile? Con gli investimenti socialmente responsabili (ESG)


Tessa Gelisio, investimenti socialmente responsabili

In un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo, anche io mi sono spesso trovata a domandarmi come investire i miei risparmi. Tra il colpo dato all’economia dalla pandemia e la necessità di salvaguardare il più possibile l’ambiente, oggi lanciarsi in un investimento non è certo questione da prendere alla leggera. Da un lato si rischia di perdere quanto di guadagnato con la fatica del proprio lavoro, dall’altro vi sono migliaia di aziende economicamente performanti ma dallo scarso impegno ambientale. Che fare?

Una risposta arriva da quelli che vengono comunemente chiamati come Investimenti Socialmente Responsabili o, più propriamente, capaci di rispettare i criteri ESG. Si tratta di una valutazione delle aziende che non guarda soltanto ai risultati economici, ma anche a specifici obiettivi in termini di protezione dell’ambiente, tutela dei diritti sociali e governance. Ma quali sono le loro caratteristiche? Ho raccolto alcune informazioni utili per voi.

Investimenti socialmente responsabili, quando la finanza è “etica”

Investimenti ESG

Quando si pensa alla finanza, alla mente non possono che balzare le immagini di un universo senza scrupoli, pronto a massimizzare i profitti a discapito delle persone e dell’ambiente. Si tratta però di una concezione un po’ vetusta, forse eredità nell’immaginario comune della “finanza d’assalto” anni ‘80, celebrata peraltro in moltissimi film. In realtà, è da tempo che si parla anche di una “finanza etica”, ovvero attenta non solo al profitto ma anche ai bisogni delle persone e dell’ambiente. Le prime teorizzazioni risalgono addirittura agli anni ‘60 e ‘70, anche se è dagli inizi degli anni 2000 che questo tipo di paradigma ha preso sempre più piede.

Da più di due decenni sono ad esempio disponibili i cosiddetti Investimenti Socialmente Responsabili (SRI, Social Responsible Investments), ovvero delle forme di investimento basate non solo sulle performance finanziarie di un’azienda, ma anche sulle sue capacità di generare un valore aggiunto sociale o ambientale. In altre parole, gli SRI permettono al piccolo e al grande investitore di puntare su singole imprese, fondi o gruppi azionari che, oltre a impegnarsi in un ritorno economico, certificano il pieno rispetto dei diritti degli individui e azioni concrete per minimizzare il peso delle loro attività sull’ambiente.

Ma come valutare se un’azienda oppure un fondo sia davvero attento alle persone e al Pianeta, come capire se i nostri risparmi saranno affidati nelle giuste mani? Con i criteri ESG.

Criteri ESG degli investimenti: cosa sono e cosa valutano

Investimenti per il Pianeta

Come ho già accennato, una delle questioni a cui l’investitore deve dare risposta è come valutare se un fondo – oppure un’azienda – rispetti davvero i principi degli Investimenti Socialmente Responsabili. A questo scopo ci si affida agli ESG, acronimo di Environment, Social and Governance (ambiente, sociale e governance): dei criteri che stabiliscono la sostenibilità di un investimento.

Presentati per la prima volta nel 2005 all’interno della conferenza “Who Cares Wins”, i criteri ESG permettono di valutare le performance d’investimento in termini di attenzione all’ambiente, rispetto delle tematiche sociali e di qualità della condotta aziendale. Tali criteri sono esplicitamente normati, così come mi ha spiegato Paolo, un mio amico esperto di finanza sostenibile: “Sui parametri ESG i riferimenti normativi sono espliciti: sono la normativa NFDR, la Non Financial Discovery Regulation, che dà le linee guida su come bisogna rendicontare i propri dati nel mondo dell’industria, e poi la SFDR, entrata in vigore a marzo dell’anno scorso, che regolamenta come un prodotto possa essere considerato sostenibile o meno

In altre parole, è un sistema di rating che offre il massimo della trasparenza al privato pronto a investire i suoi risparmi, nonché uno stimolo per le realtà produttive a migliorare le loro operazioni in un’ottica di sempre maggiore sostenibilità.

I criteri ambientali

Criteri ambientali dell'investimento

All’interno delle valutazioni ESG, sul fronte della tutela dell’ambiente si monitorano diversi criteri ambientali. Nel dettaglio, viene misurato l’impatto diretto e indiretto dell’azione aziendale in termini di:

  • emissione di CO2 e altri gas serra;
  • efficienza energetica della produzione e delle operazioni aziendali;
  • gestione delle risorse idriche e delle materie prime;
  • pratiche adottate per lo smaltimento dei rifiuti;
  • gestione e prevenzione degli incidenti aziendali potenzialmente dannosi per l’ambiente.

I criteri sociali

Criteri sociali dell'investimento

Sul fronte dei criteri sociali, gli ESG permettono di valutare quale sia l’impatto dell’azienda sui clienti, sui fornitori e sulla società nel suo complesso. Questo parametro prende in considerazione elementi quali:

  • Rispetto dei diritti umani;
  • Rispetto e compliance alle normative vigenti sul lavoro;
  • Assenza di discriminazioni sul luogo di lavoro;
  • L’equità delle relazioni interne ed esterne all’azienda;
  • Le condizioni igienico-sanitarie dei posti di lavoro; 
  • Il benessere psico-fisico dei lavoratori;
  • L’apporto positivo all’intera società, come servizi offerti ai cittadini, lotta alla corruzione e molto altro.

I criteri di governance

Criteri di governance dell'investimento

I criteri ESG sulla governance, infine, misurano in che modo un’azienda è gestita e controllata. Si andranno quindi ad analizzare parametri come:

  • La struttura e la gerarchia dell’organizzazione aziendale;
  • La trasparenza delle operazioni, come l’accesso ai bilanci;
  • Il rispetto delle policy aziendali e istituzionali;
  • Il rispetto delle normative a tutela del cliente, come ad esempio sulla privacy;
  • La mancanza di conflitti d’interesse nell’azionariato;
  • La tutela degli azionisti di minoranza
  • La conformità alle leggi nazionali e internazionali vigenti.

Perché investire in ESG?

ESG e Terra

Ma fatte queste premesse, perché scegliere per i propri risparmi degli Investimenti Socialmente Responsabili, con elevato rispetto dei criteri ESG? Le motivazioni sono più di una, a partire da quella che ritengo più significativa: si tratta di una tipologia d’investimento che mette al centro il tema dei cambiamenti climatici.

La definizione dei criteri ESG non ha rappresentato solo l’avvento di comodi parametri di trasparenza per gli investitori, ma ha anche certificato un importante momento nella finanza mondiale: quella della presa di consapevolezza, anche da parte dell’universo dei business, della centralità della crisi climatica per lo sviluppo economico futuro.

Poi, bisogna considerare come di fatto questo sarà il futuro di tutta la finanza. “I tre grandi riferimenti, ovvero la NFDR per le imprese, la SFDR per il risparmio gestito e gli investimenti e la Tassonomia sono le linee guida della giurisprudenza europea sulla tematica della finanza sostenibile – aggiunge Paolo. Sono riferimenti importanti ai quali ci si sta allineando, non è più un ‘ognuno fa quello che vuole’, tutti stanno lavorando per allinearsi a queste direttive”.

Investire in aziende che rispettano gli ESG significa quindi affidare il proprio denaro a realtà che sono consapevoli dei rischi ambientali di una produzione indiscriminata, vuol dire sostenere imprese che si impegnano a far ricorso a fonti rinnovabili, a minimizzare le emissioni di gas serra, a rende più efficienti i consumi energetici e a valorizzare rifiuti e scarti, magari all’interno di un modello di economia circolare. Il tutto con la certezza che i nostri soldi non solo non verranno utilizzati a danno dell’ambiente, ma serviranno anche per progetti dove la figura del lavoratore e il rispetto dei diritti umani siano al centro dell’intera filosofia produttiva. Perché non approfittarne, allora?

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