Green Fashion

Vestiti da cerimonia usati e noleggio abiti: indossare una scelta eco-responsabile


Perché comprare un abito da cerimonia che magari userò un paio di volte nella vita, quando posso noleggiarlo o sceglierlo usato? È questa la domanda che sempre più persone attente all’ambiente si fanno.

È un fenomeno in ascesa, già adottato dai Fashion followers più informati. Negli ultimi anni il noleggio dell’abbigliamento così come la caccia alla migliore occasione nei mercatini dell’usato e nei negozi vintage, sono sempre più richiesti.  Diversi negozi dedicati ci propongono di rinnovare il nostro guardaroba utilizzando abiti usati, anche di alta moda ad un terzo del loro costo di listino. E per chi invece ha una cerimonia a cui deve presenziare, che prevede un dress code fuori dal suo stile usuale? Beh il noleggio è un’idea perfetta.

C’è di tutto: tailleur pantalone, vestiti premaman, camicie, gonne… e soprattutto tanti abiti da sera.

Una manna dal cielo perché noleggiare un abito da sera rende accessibile il lusso. Ma la ragione vera è un’altra, indovinate? È una pratica economica e soprattutto più eco-responsabile. Io stessa spesso, prima degli eventi in cui partecipo come madrina o ospite, noleggio l’outfit della serata, per non riempire il mio armadio di vestiti che non rimetterei riducendo così il mio impatto sul pianeta.

Noleggio abiti e mercatini dell’usato: una modalità di consumo pratica ed eco-responsabile

Il principio è semplice: affittare per un po’ l’abito firmato dei nostri sogni, da Chanel a Yves Saint Lauren o Armani ai giovani designer. Lo prendiamo in prestito per una sera o un intero fine settimana prima di restituirlo.

Il vantaggio è di beneficiare di un meraviglioso capo di haute couture o prêt-à-porter ma a un prezzo contenuto. Anche gli abiti da sposa sono interessati da questo fenomeno alla moda. Per una buona ragione, sempre più giovani donne esitano a spendere in media 1.500 € per un nuovo vestito, l’abito da sposa è la seconda voce di spesa dopo il noleggio della location per la cerimonia e le spese di ristoro. Una pratica comune in Giappone o negli Stati Uniti.

App e siti per noleggio abiti da cerimonia e acquisto usato di qualità

Dopo aver visto i diversi vantaggi che la scelta di noleggiare un vestito da cerimonia e l’acquisto di capi usati comporta, voglio consigliarvi sei tra siti e app, meglio recensite da utenti che le utilizzano, provando ad indirizzare anche voi verso una scelta eco-sostenibile.

Siete pronti? Prendete carta e penna e andiamo.

1. DressYouCan: noleggio abiti di alta moda

A dispetto del nome, si tratta di un sito di noleggio di abiti di alta moda, accessori e scarpe per le grandi occasioni, italiano. Il sito ha un’interfaccia intuitiva, in home page ci sono le sezioni tra cui scegliere (abbigliamento, scarpe, accessori, sport) e – una volta aperta la sezione di interesse – sarà possibile scegliere il capo da noleggiare. Il prezzo speso prevede la restituzione dopo 4 giorni, e include sanificazione, copertura assicurativa, spedizioni, orli e tintoria, mentre è possibile prenotare una prova pre-noleggio per 20 euro.

2. Drexcode

Rimaniamo nelle piattaforme italiane, Drexcode è una realtà specializzata nel fashion renting di abiti da cerimonia. Il prezzo varia a seconda del look prescelto, ed è possibile provare i vestiti senza costi aggiuntivi. I consigli degli stylist sono inclusi e il capo può essere acquistato a un prezzo d’occasione dopo l’affitto. I pezzi disponibili? Nuovi o second-hand, di brand del lusso.

3. Rotaro: l’app di noleggio abiti davvero Ecocentrica

Adesso sbarchiamo in UK per un servizio di noleggio abiti e fashion renting cult, che non è solo equo-solidale, ma anche attento alle uguaglianze di genere e fortemente inclusivo. Fondato dal trendsetter Georgie Hyatt e dal suo partner Charlie Knowles, Rotaro offre a noleggio abiti di lusso a partire da 15 sterline per 4 giorni, a seconda delle esigenze.  Oltre all’ampia scelta (sono oltre 200 i pezzi possibili da noleggiare), la cosa che più mi piace di questo servizio è che tutti gli imballaggi sono biodegradabili.

3. Vinted

Sì la conosciamo tutti, è quell’app di compra-vendita di abiti usati che sta invadendo i nostri social e le TV negli ultimi mesi. Ma dietro ad una campagna pubblicitaria così aggressiva, c’è un app di indubbia qualità.  È molto simile a Depop, ma si distingue dalla maggior parte delle app simili per il fatto che è totalmente gratuita da usare. Il suo modello di business, infatti, non si basa sulle vendite (su cui non trattiene nessun tipo di commissione), ma sui servizi aggiuntivi che gli utenti possono decidere di acquistare: per esempio per dare maggiore visibilità ai propri vestiti.

Avete un abito che ormai non indossate più perché i vostri gusti sono cambiati nel tempo? Mettetelo in vendita su Vinted, l’ambiente ringrazierà e il vostro armadio anche. Si sarà liberato un posto per quella gonna lunga a fiori che avete visto in homepage, che era di un altro utente. 

4. Deepop

A differenza di Vinted, l’antenata Deepop offre gli stessi servizi della precedente ma con un plus: non si trovano solo abiti di fast fashion, ma anche di lusso e cerimonia. 

Il servizio non è del tutto gratuito, infatti per chi mette in vendita i propri capi la piattaforma tratterrà il 10% della transazione. 

5. Vestiaire Collective

Ha 10 milioni di iscritti in 90 paesi e un catalogo di circa 600mila capi di alta moda caricati da venditori privati. 

Anche su Vestiaire Collective chiunque può vendere uno dei suoi vestiti o accessori, ma in questo caso la piattaforma fa da intermediario, perché al momento della vendita si fa spedire l’articolo per certificarne l’autenticità e poi lo spedisce all’acquirente.

Insomma le possibilità di accedere al noleggio o al second-hand sono davvero molteplici; promuovere il riuso di vestiti usati allunga la vita di un capo di circa 1,7 volte e può essere una delle tante piccole strade possibili per contribuire ad abbattere le emissioni di circa la metà entro il 2030, come vorrebbe l’accordo di Parigi del 2015 sul cambiamento climatico.

L’ambiente ringrazia dato che la produzione di ogni capo d’abbigliamento richiede grandi quantità di acqua e di energia (per un paio di jeans servono 9500 litri d’acqua!), materie prime, coloranti inquinanti e che spesso arrivano da filiere con sfruttamento della manodopera nei paesi in via di sviluppo ed emergenti come Cina o Turchia. Comprare un vestito usato o noleggiarlo solo per un’occasione speciale significa recuperare tutta l’energia e le materie prime che sono servite per confezionarlo, e ve ne parlavo qui, già in tempi non sospetti.

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