Provato per voi

Quando il verde fa tendenza


Nella settimana della moda di Milano esploriamo le frontiere dell’eco-fashion 

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Mentre sfilano i capi delle grandi griffe, allontaniamoci dal trambusto, frughiamo nelle pieghe delle tendenze e scopriamo un settore che sta germogliando come una viola a primavera, timidamente ma inesorabilmente, destinato a maturare di pari passo con la sensibilità e la consapevolezza globali: l’eco-fashion, la moda sostenibile.

In molti casi ci sono volute le campagne di associazioni come Greenpeace per far sì che diverse aziende della moda si  impegnassero ad inquinare meno (il settore tessile ha un grande impatto sull’ambiente)  e a intraprendere la via della produzione responsabile. Molte altre, invece, hanno scelto a priori una via green  partendo dalla scelta di materie prime naturali, biologiche e certificate, oppure materiali di riciclo.

Il marchio più famoso della moda green, vero precursore in questo ambito, è probabilmente Patagonia. L’azienda californiana di abbigliamento sportivo (che ha negozi in diverse città italiane, come Milano, Bologna, Roma e Trento) è stata fondata nel 1965 da Yvon Chouinard con il preciso intento di lavorare nel rispetto dell’ambiente: i coloratissimi pile vengono realizzati riciclando bottiglie di plastica, mentre altri capi sono prodotti con fibre naturali come cotone organico e canapa. Inoltre, Patagonia sostiene diverse associazioni che salvaguardano il nostro Pianeta, devolvendo ogni anno parte del proprio guadagno. (www.patagonia.com)

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Esempio questo seguito anche da alcune aziende italiane: Wear Essential, ad esempio, sostiene i progetti di Oxfam, associazione che si occupa di programmi di sviluppo ed interventi di emergenza in zone colpite da guerre, povertà o disastri naturali. Il marchio creato da Elena Vitale ha una speciale collezione in fibra di bamboo, un materiale naturale, morbido e traspirante, più resistente del cotone, arricchito con pectina di miele che lo rende impermeabile; la linea comprende sia abiti per il tempo libero che quelli per la pratica dello yoga. (www.wearessential.com)

Christies Club, azienda del mantovano, si distingue soprattutto per le scelte innovative e l’utilizzo di materiali di alto livello ed ecocompatibili, impiegati nelle loro collezioni di intimo, costumi da bagno e abiti. Un tessuto particolare è Sensitive® Fabrics, brevettato dall’italiana Eurojersey in cui sono fatti proprio i tre tubini che indosso in copertina (che sono appunto di Christies): comodo da indossare, leggero e traspirante, viene ottenuto con un consumo minimo di risorse, grazie ad un piano di risparmio energetico adottato dalla casa produttrice. Inoltre, Eurojersey aderisce al programma di World Land Trust a tutela della foresta amazzonica argentina, devolvendo alla onlus una percentuale sui guadagni per ogni metro di stoffa venduto. (www.christiesclublingerie.it, www.sensitivefabrics.it)

Made4change

Made for Change ad esempio è un marchio d’abbigliamento bio creato nel 2011 da Carlotta Redaelli e Simona Donadio: gli abiti delle collezioni sono realizzati con materiali naturali e tessuti biologici certificati, ovvero provenienti da coltivazioni bio, come fibra di cereali, fibra di bambù, lino, cotone e lana organici. (www.madeforchange.it)

Purotatto

Purotatto, altro brand italiano, ricava  fibra tessile dagli scarti industriali del latte, che verrebbero altrimenti sprecati; notevole risparmio anche per quello che riguarda le risorse idriche: per produrre un chilo di fibra tessile dal latte occorrono appena 2 litri d’acqua, contro i 10mila normalmente impiegati per un chilo di cotone! Il risultato è un tessuto particolarmente morbido e leggero, completamente naturale e senza trattamenti chimici, adatto anche per le pelli più delicate. (www.purotatto.com)

Ventisettebi softcouture, fondato da Rosy Cafaro, fa della sostenibilità una filosofia produttiva limitando il più possibile consumi di acqua ed emissioni nell’atmosfera e riutilizzando i materiali. Nasce così il tessuto new life, “nuova vita”, perchè ricavato dal riciclo di bottiglie di plastica raccolte in Italia. (www.ventisettebi.com)

Cartina_scarpa

Dai vestiti alle scarpe: ci credereste che esistono ballerine e scarpe sportive fatte di carta? Si tratta della eco-scarpa Cartina, marchio toscano da sempre attento alla sostenibilità ambientale, che possiede un brevetto mondiale per produrre calzature con carta riciclata e riciclabili a loro volta. Leggere, resistenti all’acqua e con tutte le caratteristiche di una scarpa in pelle, ma con un impatto ambientale sicuramente ridotto. (www.cartinapaperidea.com)

Il settore dei marchi eco-friendly per fortuna è in crescita e potrete rendervene conto spulciando www.altramoda.net, un sito di e-commerce dedicato ad abbigliamento e prodotti ecologici. Ai milanesi ricordo, inoltre, che dal 13 al 15 marzo si terrà “Fa’ la cosa giusta!”, evento dedicato al consumo critico e agli stili di vita sostenibili, in cui ci sarà anche un settore espositivo dedicato proprio alla moda (falacosagiusta.terre.it).

Pronte per il cambio degli armadi?

Un grazie speciale a Ilaria Palmeggiani per le informazioni e la meticolosa ricerca.

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