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Stefano e la storia di carcere


Questo ragazzo è un mio amico, ha 41 anni e si chiama Stefano.
Nella sua vita ha scontato 14 anni di carcere.
Un passato di abusi e violenze in famiglia, culminato purtroppo con l’assassinio della mamma, quando Stefano era soltanto un bambino. E poi l’adolescenza negli istituti minorili, i reati, dapprima lievi poi sempre più gravi, la vita in strada a contatto con spacciatori e criminali e i terribili anni della galera, dopo i quali Stefano ha deciso di riprendere in mano la propria vita e costruirsi un futuro di legalità e lavoro.

Ho ascoltato la sua storia in un pomeriggio estivo, in Sardegna, dove Stefano oggi lavora la terra per vivere e mantenere suo figlio.
Mi hanno profondamente emozionato la sua forza di volontà e la sua tenacia, la sua capacità di rialzarsi dopo ogni caduta e di non farsi schiacciare da un passato pesante come un macigno.

L’ho ascoltato senza pregiudizi e vorrei che tutti voi faceste lo stesso, per questo ho deciso di condividere la sua testimonianza. La difficile vita di Stefano ci deve far riflettere e ci può insegnare qualcosa: a non giudicare mai le persone senza conoscere la loro storia. Non possiamo sapere quali scelte avremmo fatto nella vita se avessimo vissuto un’infanzia così dolorosa.

Non credo che il mondo sia diviso a priori in buoni e cattivi, penso, invece, che l’ambiente in cui cresciamo – e i traumi che subiamo – possano condizionarci e spingerci verso scelte sbagliate.
A Stefano va il mio affetto, lo ringrazio davvero per avermi scelta come confidente.

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