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Riciclo dei pannelli fotovoltaici: quali materiali si recuperano e come funziona la filiera


Tessa Gelisio, riciclo pannelli fotovoltaici

A dispetto delle credenze comuni, i pannelli fotovoltaici sono composti da materiali altamente riciclabili. Negli ultimi tempi è capitato spesso di imbattermi sui social in una vera e propria disinformazione ai danni del fotovoltaico, con numerosi account pronti a condividere l’idea che i pannelli solari non siano recuperabili. Una fake news, smentita più e più volte: il fotovoltaico è composto da materiali riciclabili al 95%, con picchi del 98% per i pannelli di ultima generazione. Ma come avviene il riciclo?

Innanzitutto, è necessaria una doverosa distinzione: i pannelli fotovoltaici sono estremamente riciclabili ma, al momento, non sempre vengono correttamente gestiti. Soprattutto nei Paesi in Asia e nel Sudest Asiatico, dove spesso i pannelli dismessi vengono semplicemente abbandonati in discariche a cielo aperto. Questo non significa, però, che la tecnologia sia intrinsecamente inquinante – come certi vogliono far credere – bensì quanto sia urgente estendere ovunque una filiera virtuosa del riciclo.

Quali materiali si recuperano dai pannelli fotovoltaici

Distesa di pannelli fotovoltaici

Così come ho già spiegato in apertura, i pannelli fotovoltaici sono altamente riciclabili. Più del 95% dei materiali che li compongono possono essere recuperati, anche sfruttando tecnologie ben che rodate: è il caso del vetro, che compone il 75% del peso degli stessi pannelli, così come sottolinea l’EPA statunitense.

Ma quali materiali si possono recuperare da un singolo pannello fotovoltaico? In linea generale, un pannello di dimensioni medie pesa all’incirca 22 chilogrammi, dai quali si può recuperare:

  • circa 14 kg di vetro;
  • circa 3 kg di alluminio;
  • circa 2,5 kg di silicio;
  • circa 2 kg di plastica;
  • circa 350 grammi di metalli rari;
  • circa 150 grammi di circuiti elettrici ed elettronici.

Naturalmente, il peso di ogni materiale può variare a seconda della tipologia di pannello, della sua generazione e della tecnica costruttiva. Le componenti recuperate possono poi essere riciclate singolarmente e impiegate ai più svariati scopi, sia per la fabbricazione di nuovi pannelli che in altre industrie. Di norma:

  • vetro e alluminio rappresentano i due materiali più semplici da recuperare, anche perché vi è già una filiera del riciclo molto efficiente;
  • silicio, plastica e metalli rari devono essere sottoposti ad alcuni specifici trattamenti prime di poter essere riutilizzati;
  • i circuiti elettrici ed elettronici sono quelli più difficili da recuperare e, se non è presente una filiera specifica, vengono smaltiti come comuni rifiuti RAEE.

Come avviene il riciclo dei pannelli fotovoltaici

Ma come avviene il processo di riciclo dei pannelli fotovoltaici? Oggi sono disponibili diverse tecnologie per il recupero dei moduli solari e, di anno in anno, vengono lanciati nuovi progetti per rendere il riciclo e il riutilizzo dei materiali sempre più efficiente e meno costoso. 

Di norma, il recupero di un pannello fotovoltaico avviene in tre frasi:

  • il trattamento meccanico, attraverso il quale si separano le componenti come il telaio, il vetro, l’alluminio e le plastiche;
  • il trattamento termico, che permette di recuperare alcune materie prime come i metalli rari;
  • il trattamento chimico, per rendere alcune componenti recuperabili, come ad esempio i metalli presenti sulle schede elettroniche o il silicio.

Dopo la separazione e la raccolta, i materiali vengono poi inoltrati a specifici impianti di riutilizzo – come nel caso del vetro o dell’alluminio – oppure inoltrati ad aziende specializzate nel riciclo di specifiche sostanze, come nel caso della plastica.

Semplificando ulteriormente il processo:

  • il modulo solare viene smontato, con la separazione di telai e scatole di giunzione;
  • il vetro viene delaminato, per poi essere recuperato totalmente;
  • la porzione rimanente viene sminuzzata e le singole materie prime raccolte.

Come ho spiegato in apertura, se sulla carta un pannello fotovoltaico è riciclabile praticamente al 95%, nella pratica ancora molto deve essere fatto. Come funziona, ad esempio, la filiera del riciclo?

La filiera del riciclo dei pannelli fotovoltaici: a che punto siamo?

Smontaggio pannelli fotovoltaici

Nonostante i pannelli fotovoltaici siano più che riciclabili,

la filiera del riciclo non è ancora a pieno regime a livello mondiale. Entro il 2050, ci saranno 78 milioni di tonnellate di pannelli fotovoltaici al loro  fine vita e, senza politiche più virtuose proprio sul fronte del riciclo, si rischia che questi moduli vadano a riempire discariche a cielo aperto. È quel che sta accadendo soprattutto in Asia e nel Sudest asiatico, dove soltanto l’1% dei pannelli fotovoltaici dismessi viene recuperato.

Tuttavia, grazie alle nuove tecnologie e a una forte riduzione dei costi, quello del riciclo del fotovoltaico sta diventando un business più appetibile, tanto che si registra una crescita del 6% l’anno negli investimenti in questo senso, con un picco che dovrebbe arrivare verso il 2030. E, in questo senso, l’Europa è già in prima fila per rendere il riciclo del fotovoltaico una realtà davvero virtuosa.

Il recupero dei pannelli a livello mondiale ed europeo

A livello mondiale, non sono molti gli impianti dedicati al completo recupero dei pannelli fotovoltaici. E, almeno al momento, i ritmi di lavorazione non sono elevatissimi. Così come evidenzia EconomiaCircolare, negli impianti di Yuma – negli Stati Uniti – si processano circa 7.500 pannelli solari al giorno, quando in media un impianto classico riesce a trattare dai 60 ai 200 pannelli l’ora. In Italia, sono al momento attivi una decina di impianti.

I problemi che, fino a oggi, non hanno permesso un rapido sviluppo del settore del riciclo sono perlopiù economici. Infatti:

  • il processo di recupero e riciclo è ancora mediamente costoso, sebbene i costi stessi calino di anno in anno;
  • a oggi, risulta per le aziende economicamente più vantaggioso smaltire i pannelli in discarica.

Un problema che si sta cercando di risolvere principalmente su due fronti:

  • rendere la tecnologia di riciclo sempre più economica, grazie anche a economie di scala;
  • investire sullo sviluppo del settore del riciclo anche con fondi pubblici;
  • puntare sulle economie circolari che possono sorgere dal recupero dei materiali con cui i pannelli sono fatti, affinché possano servire altre realtà produttive, in un pieno circolo virtuoso.

Come già accennato, in Europa si sta già investendo su questo fronte, sia a livello di fondi pubblici per lo sviluppo del settore, che affrontando a monte il problema del corretto smaltimento dei pannelli fotovoltaici:

  • già oggi, lo smaltimento solare dei pannelli domestici – ovvero, quelli con potenza inferiore ai 10 kW – è a carico dei produttori. Per gli utenti finali, il conferimento dei pannelli presso i centri di raccolta RAEE è gratuito, mentre il produttore stesso paga una quota affinché vengano smaltiti correttamente, incluso il riciclo se tecnicamente possibile;
  • una proposta di normativa europea vuole assicurarsi che i pannelli solari siano sostenibili non solo in fase di smaltimento, ma anche di produzione, imponendo l’uso di materie prime da origini certificate e sostenibile, nonché dallo stesso riciclo.

La strada da percorrere è ancora lunga, tuttavia le premesse sono già state tracciate: il riciclo è il futuro del fotovoltaico. In definitiva, bisogna quindi smentire le fake news che circolano sui social: i pannelli solari sono altamente riciclabili, quel che manca è ancora una filiera capillare del riciclo, che si spera possa davvero diventare virtuosa entro il 2030, così come preventivato.

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