Le specie da evitare e i rimedi per morsi e punture
“Tutti al mare…”, cantava la canzone. Peccato che a volte mare significhi meduse, punture e altri fastidi che possono rovinare la vacanza. Tra le onde o sui fondali, infatti, possono nascondersi specie animali che sarebbe meglio non incontrare troppo da vicino: ne abbiamo parlato anche qui su Ecocentrica, dove ho stilato una Top 10 delle creature marine, che infestano le acque dei tropici o del nostro Mediterraneo, da cui tenersi alla larga.
Per evitare spiacevoli conseguenze, infatti, la prima regola sarebbe quella di conoscere i possibili pericoli ed evitarli; i “nemici” numero 1, conosciute da tutti, sono le meduse. A chi non è mai capitato un têtê-à-têtê? Quest’anno poi è allarme per la loro presenza massiccia, complice il riscaldamento delle acque che permette alle specie tropicali di adattarsi anche da noi.
Foto: www.nonsprecare.it
Non sono velenose ma, se vi è già successo di venire sfiorati da quei tentacoli, sapete bene che è un’esperienza piuttosto dolorosa: spesso compare una reazione simile a una bruciatura, con rossore, gonfiore, prurito. Cosa fare? Come vi ho spiegato anche in un altro post dedicato ai rimedi post punture, dimenticate le leggende metropolitane dell’urina e limitatevi a sciacquare la zona con acqua di mare (non dolce, perché peggiorereste il dolore!), poi fate un impacco con aceto per 30 minuti: aiuterà a staccare eventuali residui di tentacoli. Per la guarigione completa ci vorranno almeno 5-6 giorni, ma se il dolore non passa recatevi dal medico che potrà prescrivervi cortisone o antistaminici.
Mimetizzata tra i fondali sabbiosi, invece, si può incontrare la tracina (o pesce ragno), molto diffusa in tutto il Mediterraneo. La prima raccomandazione è quella di camminare con scarpe di gomma; se malauguratamente mettete il piede sulle sue spine dorsali velenose, ve ne accorgete: il dolore è acuto e immediato, e andrà aumentando col passare del tempo (il picco si ha dopo 20-50 minuti).
Foto: it.wikipedia.org
Per rimediare, prima di tutto dovete pulire la ferita da sabbia ed eventuali spine rimaste conficcate; per avere un po’ di sollievo, immergete il piede in acqua calda, intorno i 40°, che inibirà la tossina del veleno responsabile del dolore. Evitate acqua fredda, ghiaccio e sabbia calda (altra leggenda metropolitana); potrebbero invece essere necessari terapia antibiotica e antitetanica, se non siete coperti.
Altro pesce che si nasconde molto bene, anche se tra gli scogli, è lo scorfano: non punge intenzionalmente, gli “scontri” sono accidentali, magari appoggiandoci un piede camminando; come la tracina ha delle spine dorsali che rilasciano un veleno e provocano il dolore in caso di puntura. Attenzione però, perché il veleno rimane attivo per diverse ore anche dopo la morte dell’animale: quindi non vanno mai toccati!
Foto: www.animali-velenosi.it
Nella zona della puntura compariranno arrossamento e gonfiore, a volte formicolii e perdita di sensibilità; il dolore può estendersi anche fino alla gamba, e può durare per qualche giorno. Nell’immediato, potete seguire gli stessi rimedi consigliati per le punture di tracine, ma se compaiono segni di infezione (i sintomi peggiorano invece che diminuire, oppure compaiono febbre o nausea), contattate subito il medico che potrebbe prescrivervi antibiotici o cortisone.
Sempre tra le rocce, possono nascondersi i ricci di mare. In questo caso il rischio è dato dai lunghi aculei che si possono piantare, nei piedi se si pestano camminando, o nelle mani se si prova a maneggiarli (cosa sconsigliata!); il dolore della puntura è meno acuto rispetto a quello dato da tracina o scorfano, ma se le spine non vengono estratte, possono generare un’infezione.
Foto: www.leitv.it
Bisogna provare a rimuoverle con una pinzetta, poi lavare bene la ferita e disinfettarla, mentre per calmare il dolore dovrebbero essere sufficienti impacchi di acqua calda, ma è importante nei giorni successivi controllare che non compaia nessun segno di infezione.
Infine, non si può non fare un cenno ai coralli, visti i numerosi viaggi nelle zone del mar Rosso. Sono degli invertebrati, pericolosi perché possono tagliare la pelle anche se appena sfiorati o essere urticanti: in questo caso, gli effetti sono gli stessi di un’ustione, con bruciore nell’immediato e la comparsa di un eritema con gonfiore, arrossamento e bolle in un secondo momento. Per rimediare, gli esperti consigliano di sciacquare la zona con aceto per ridurre l’effetto irritante delle tossine.
Foto: www.cielomareterra.org
Se invece vi ferite con un corallo non urticante, pulite subito la ferita con acqua dolce, soluzione salina o acqua ossigenata, e assicuratevi di eliminare eventuali residui. Attenzione a gonfiore, rossore che aumenta, febbre, possibili sintomi di infezione in corso.
Questi sono tutti rimedi utili per limitare i danni nell’immediato e il più delle volte risolutivi, ma ricordate sempre che se ferite e punture tardano a guarire, l’intervento del medico è d’obbligo!
Attenzione quindi agli abitanti del mare… e godetevi le vacanze!
No Comments