Tutti i motivi per cui è meglio non farlo, spiegati dall’esperta
Pronta a impacchettare Jack? Ovviamente no: lui è nella scatola solo per gioco. Purtroppo però non si può dire altrettanto di molti altri animali, che sembrano l’idea regalo perfetta per Natale e finiscono sotto l’albero a dicembre… e il più delle volte al canile qualche mese dopo.
Il mio non è né cinismo né pessimismo: parlo dati alla mano. In particolare quelli della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, secondo cui in Italia vengono abbandonati 60.000 cani ogni anno (mediamente, 7 ogni ora); fenomeno che dura 12 mesi su 12, ma con dei picchi nel periodo precedente alle vacanze estive. Il cucciolo-regalo di Natale è cresciuto e, smorzato l’entusiasmo del primo periodo, ci si comincia a rendere conto dell’impegno gravoso che comporta. E quindi? Grazie e arrivederci.
Foto: www.improntaunika.it
Ecco dove sta l’errore: capire solo “dopo” che un cane (come tutti gli animali, ma lui a maggior ragione) è un impegno enorme, che ci dobbiamo assumere per una bella fetta della nostra vita. Per carità, è anche un’incredibile fonte di gioia, ma è un essere vivente con le proprie esigenze, sulle quali non ci si può far trovare impreparati.
Posso dire questa e molte altre cose in base alla mia esperienza, ma ho voluto interpellare anche Elisa Marzola, educatore e rieducatore cinofilo, che mi ha seguita quando Jack è entrato nella mia vita: ecco il suo punto di vista professionale.
«Intanto è sbagliato il termine “acquisto”: anche quando il cane viene acquistato, si tratta sempre e comunque di un’adozione, una scelta responsabile e ben ponderata; richiede una preparazione adeguata e la ferma volontà di cambiare le proprie abitudini di vita.
L’adozione non può essere un regalo, perché questa onda emozionale rischia di far perdere di vista l’impegno quotidiano. Ad esempio, un cane richiede quattro uscite al giorno, di cui almeno due di 40-60 minuti; non può essere lasciato a casa tutto il giorno e comunque, anche per imparare a starci qualche ora, ha bisogno di un periodo di adattamento più lungo delle due settimane di vacanze natalizie. E parliamo di un cane adulto, perché un cucciolo è ancora più impegnativo da seguire.»
Foto: www.meteoweb.eu
Quadretto tipico delle feste natalizie è il cucciolo come regalo per i figli: cosa c’è di sbagliato? Semplice, il concetto che il cane è del bambino. «Cani e bambini possono vivere insieme e creare un bellissimo legame, ma un cane ha bisogno di una figura di riferimento all’interno della famiglia, e questa non può essere un bambino: lui al massimo è un compagno di giochi. I genitori perciò devono essere ben consapevoli che almeno uno di loro dovrà farsi carico delle varie responsabilità quotidiane, dal cibo alle uscite, oltre che essere sempre presente per vigilare su entrambi; se lavorano tutto il giorno fuori casa, non possono pretendere di delegare al figlio le passeggiate con il cane, né lasciare il cane 8-10 ore in giardino, perché è un isolamento che si configura come forma di maltrattamento.»
Insomma, la prima cosa che si dovrebbe fare è avere ben chiare le esigenze dei quattro zampe e passare a un bell’esame di coscienza: sono in grado di soddisfarle tutte? Ho abbastanza tempo da dedicargli?
Quando si fa la canonica corsa ai regali, poi, si rischia di prendere decisioni affrettate e magari sbagliate. Finché si tratta di un maglione che non si indosserà mai, pazienza; ma quando si porta a casa un cane di una certa razza, pensando più alla moda del momento che alla sua personalità e alle sue necessità, è un bel problema.
Parlo di mode perché ricordo che quando uscì il film “Beethoven”, chiunque lo vedesse poi desiderava un San Bernardo; dopo “La carica dei 101”, un cane su due che passava per strada era un dalmata; ai tempi del telefilm “Il commissario Rex”, tutti con i pastori tedeschi (ovviamente chiamati Rex); dopo il film “Hachiko” è iniziata la corsa all’akita inu, razza giapponese di cui molti fino a quel momento ignoravano l’esistenza. Sì, purtroppo siamo consumisti anche quando si tratta di animali: ci si fa influenzare e si finisce per prendere un cane di una razza non adatta al contesto in cui si vive.
Foto: www.petsblog.it
«Il problema delle influenze mediatiche, come i film, è che mettono in evidenza alcune razze che invece meriterebbero ancora più consapevolezza. Ne è un esempio anche il cane da montagna dei Pirenei, di cui tutti sono diventati pazzi grazie a “Belle e Sebastien”, che però mal si adatta a vivere nelle città.»
Una superficialità iniziale e poi, quando le difficoltà vengono alla luce, hanno spesso come conseguenza l’abbandono. Insomma, se già adottare un cane, accoglierlo nella propria famiglia, è una decisione su cui bisognerebbe riflettere non una ma mille volte, a maggior ragione non può diventare un regalo per qualcun altro. E lo chiariamo subito: neanche quando si è certi che questa persona vuole un cane.
«La scelta di un animale è molto personale. Entrambi si devono scegliere: c’è un qualcosa “a pelle” che deve scattare, proprio come tra essere umani, seguito da una conoscenza graduale e reciproca, che permette di capire se quello che il futuro proprietario può offrire, combacia con quello di cui il cane ha bisogno. Non è un oggetto che si può regalare a scatola chiusa.»
Foto: www.wakeupnews.eu
Non mi stancherò mai di ripeterlo: gli animali sono esseri viventi, che gioiscono o soffrono come noi, non oggetti inanimati che quando ci stancano possiamo mettere da parte. Un cane impegna tutti i giorni, e non ci si può alzare una mattina decidendo di non occuparsene più.
Ma se non bastasse, vi do anche un altro motivo per non farne un acquisto natalizio: i cani che vengono regalati in questo periodo arrivano quasi sempre da traffici illegali. Anche questo fenomeno, come l’abbandono, è presente tutto l’anno, ma in vista del Natale si intensifica: aumentano le richieste di cuccioli e gli allevatori italiani non sono in grado di soddisfarle.
Fate attenzione quindi: se proprio siete sicuri di voler prendere un cane, preferite un allevatore serio o meglio ancora adottate al canile.
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