I vari tipi di intervento e quando farli, spiegato dal chirurgo
Torniamo sul discorso obesità. Dopo aver parlato della diffusione di questa malattia, come si diagnostica classificando i vari livelli, e come il chirurgo debba approcciarsi ai pazienti tenendo conto anche dell’aspetto psicologico, vediamo quali sono le possibilità di intervento.
Sì, parliamo di chirurgia, ma non va confusa con quella plastica: in questo caso la motivazione che sta alla base non è l’estetica ma la salute, perché come abbiamo visto la scorsa volta l’obesità può essere causa di malattie anche gravi. Quando dieta e sport non bastano, questo approccio si è dimostrato la soluzione migliore, rappresentando una cura definitiva nel 60-80% dei casi e permettendo, oltre a far perdere peso, di migliorare (se non risolvere) anche le patologie generate dall’obesità, come diabete o problemi cardiovascolari.
Di interventi ce ne sono diversi, più o meno adatti ad ogni situazione: anche in questo caso ci spiegherà tutto il Dott. Medhanie Abraham, Specialista in Chirurgia generale, laparoscopica, oncologica, funzionale e bariatrica.
«Gli interventi per perdere peso sono di tre tipi: gastrorestrittivi, ovvero limitano la capacità dello stomaco per far avvertire prima il senso di sazietà, malassorbitivi, cioè riducono la capacità di assorbimento dei nutrienti, oppure le due cose combinate.»
Gli interventi chirurgici sono quattro, più una procedura endoscopica: vediamoli insieme.
PALLONCINO INTRAGASTRICO
Foto: www.medigo.com
«Il più semplice, reversibile, avviene per via endoscopica con il paziente in sedazione, senza anestesia. Si inserisce un palloncino facendolo arrivare allo stomaco, lo si gonfia con soluzione fisiologica (e un colorante, in modo di accorgersi se dovessi rompersi); dopo 6 mesi lo si rimuove, sempre per via endoscopica. Il palloncino, riempiendo lo stomaco, fa scattare il senso di sazietà non appena si mangia.
In questi 6 mesi il paziente impara un corretto regime alimentare, che poi dovrà proseguire anche dopo la rimozione, pena riacquistare i kg persi (che posso essere al massimo 20); si può anche ripetere la procedura, dopo 1 mese di pausa dalla rimozione.»
A chi è consigliato «Per l’obesità di 2° grado, oppure per perdere un po’ di peso prima di sottoporsi a uno degli altri interventi.»
Controindicazioni «Quando si hanno molti chili in eccesso, perché insieme al peso aumenta il rischio di sottoporsi a interventi, che in questo caso è doppio, per inserire e rimuovere.»
BENDAGGIO GASTRICO
Foto: dietazonaonline.com
«In questo caso si tratta di un intervento chirurgico, eseguito per via laparoscopica. Si posiziona un anello nella parte alta dello stomaco, regolabile dal medico attraverso un dispositivo inserito sottocute nell’addome, che permette di allargarlo o stringerlo a seconda del peso e dei chili da perdere; in questo modo il cibo fatica a passare e anche in questo caso ci si sente immediatamente sazi.»
A chi è consigliato «A chi ha molti chili da smaltire, perché consente di perderne anche 40.»
Controindicazioni «Il bendaggio non dura per sempre, dopo 10-12 anni va sostituito. Questo intervento era il più diffuso negli anni ’90, ormai sta venendo sostituito da altri che presentano meno complicanze.»
SLEEVE GASTRECTOMY
Foto: www.info.asl2abruzzo.it
«Anche questo è di tipo restrittivo e avviene sempre per via laparoscopica. Si tratta di una riduzione del volume gastrico: viene rimosso l’85% dello stomaco, sempre per saziare precocemente il paziente quando inizia a mangiare. È molto efficace: si possono perdere anche 80 kg.»
A chi è consigliato «Le Linee Guida della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità lo raccomandano per i casi di obesità di 3° grado o per quelli di 2° associati a una patologia, diabete, ipertensione, problemi cardiaci (comunque presenti nell’80% dei casi).»
Controindicazioni «Presenta meno complicazioni degli altri interventi, perché non vengono inseriti corpi estranei e la funzionalità resta quella fisiologica.»
BY-PASS GASTRICO
Foto: chirurgiatorino.com
«Si tratta di un intervento combinato, restrittivo e malassorbitivo insieme. Anche in questo caso il volume dello stomaco viene ridotto, creando una piccola tasca gastrica, a cui viene direttamente collegato l’intestino tenue; il resto non viene rimosso, ma comunque il cibo non vi passa attraverso, perciò viene limitato l’assorbimento.
Ultimamente si sta provando una nuova tecnica, più facile da eseguire, in cui l’intestino non è completamente a riposo; i risultati però si potranno commentare solo tra qualche anno.»
A chi è consigliato «Insieme all’intervento di Sleeve Gastrectomy, è quello più utilizzato nei casi di obesità di 3°. Questo però permette di perdere ancora più chili e di risolvere meglio le patologie legate all’obesità come il diabete.»
Controindicazioni «Meglio evitarlo nelle donne in età fertile perché, in caso di gravidanza, il malassorbimento può causare carenze di sostanze importanti come il ferro; in questi casi preferisco la Sleeve Gastrectomy, il by-pass lo utilizzo più negli uomini.»
DIVERSIONE BILIOPANCREATICA
Foto: www.chirurgiafirenze.it
«È un intervento di tipo malassorbitivo. Lo stomaco è ridotto a metà e viene anche messo a riposo gran parte dell’intestino tenue: ne vengono lasciati solo 50 cm, che devono funzionare sia come tratto digestivo che assorbitivo. È molto frequente negli USA, dove le obesità sono decisamente gravi.»
A chi è consigliato «A me è capitato solo una di volta di eseguirlo, su un paziente di 300 kg. Va utilizzato solo in questi casi estremi.»
Controindicazioni «Tante: è un intervento molto drastico, il paziente avrà sempre problemi di digestione, con un netto peggioramento della qualità della vita.»
Insomma, i fattori da prendere in considerazione sono tanti, includono il sesso, l’età, eventuali patologie nel frattempo comparse e naturalmente i chili da perdere. Tra questi interventi non ne è stato consigliato uno per l’obesità di 1° perché il dottore raccomanda principalmente la visita dal dietologo, anche se «è possibile utilizzare il palloncino intragastrico, magari per 4 mesi invece di 6; però in questo caso la procedura non è coperta dal SSN.»
La chirurgia non è sempre adatta a tutti, e richiede comunque un approccio multi-disciplinare, che comprenda la psicologia e l’educazione alimentare.
Solo il bisturi non basta!
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