Fa bene al bambino, fa bene alla madre e fa bene al pianeta
Può un gesto così naturale, come l’allattamento al seno, avere dei vantaggi anche sull’ambiente? Riscaldamento globale, esaurimento delle risorse, smaltimento dei rifiuti, deforestazione, può sembrare difficile trovare un nesso fra queste problematiche e l’allattamento al seno, eppure, riflettendoci, il modo in cui si sceglie di alimentare il proprio bambino nei primi anni di vita ha un impatto ambientale considerevole. Decidere di non allattare al seno infatti, non soltanto ha un effetto diretto sulla salute del bambino e della madre, ma ha anche una seria ricaduta sul pianeta: la catena produttiva alla base degli alimenti per lattanti (industria che ogni anno muove miliardi di investimenti e profitti per le aziende multinazionali) ha una pesante impronta sull’ambiente.
Secondo uno studio dell’Imperial College di Londra, l’industria che si occupa di latte artificiale produce una quantità significativa di gas serra, genera rifiuti ed utilizza enormi quantità di elettricità e acqua. Lo studio ricorda come il metano prodotto dal bestiame, da cui si inizia la preparazione del latte artificiale, sia altamente inquinante e il latte vaccino abbia un serio impatto anche sulle risorse idriche. Per produrre un chilo di latte in polvere infatti, potrebbero occorrere fino a 4.700 litri di acqua. Inoltre, il latte formulato va riscaldato durante la produzione e l’energia utilizzata può essere paragonata a quella che occorre per ricaricare 200 milioni di smartphone in un anno. C’è poi il problema dei rifiuti generati dagli imballaggi (carta, alluminio, plastica) e dai vari ingredienti che vengono aggiunti al latte vaccino per renderlo simile nei nutrienti a quello materno (i vari oli vegetali, vitamine, minerali che producono ulteriore inquinamento). E per finire c’è la filiera di distribuzione che deve coprire anche enormi distanze per portare il prodotto al consumatore finale, con ulteriore spreco di energia, risorse e inquinamento causato dai sistemi di trasporto. Non è un caso che lo slogan della Settimana dell’Allattamento Materno 2020 sia stato proprio “L’allattamento si prende cura del pianeta” che ha messo l’accento sul valore ecologico dell’allattamento al seno, evidenziando l’urgenza di azioni volte a consolidare, diffondere e radicare questa pratica così salutare per tutti. Un invito che arriva anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che incoraggia le madri ad allattare i propri figli in maniera esclusiva per primi sei mesi di vita, principalmente perché il latte materno è la fonte di tutti i nutrienti di cui il bambino ha bisogno, oltre a proteggere i bambini da potenziali malattie.
L’allattamento al seno è ecologico, ecosostenibile, economico, equo e solidale, è la filiera più corta del mondo, dal capezzolo alla bocca del bambino, e non richiede risorse aggiuntive. La madre che allatta, se segue un’alimentazione equilibrata, richiede appena poche calorie in più della quantità giornaliera raccomandata, ma i vantaggi sono tanti: non consuma risorse ambientali, non ha imballaggi, non produce rifiuti, non richiede trasporto, è gratuito e accessibile a ogni madre e bambino a prescindere dal loro status sociale, economico, geografico ed etnico. Inoltre, a ogni poppata viene rilasciato nel corpo materno e trasmesso al bambino attraverso il latte l’ormone ossitocina, una sostanza meravigliosa che promuove la calma, la pace e la connessione con gli altri.
Negli anni però c’è stato un forte declino di questa pratica da parte delle neomamme, spesso causata da fattori esterni e non dalla reale impossibilità ad allattare, come ostacoli risalenti al periodo perinatale, dall’immediato post parto alle prime settimane o mesi, interferenze come l’introduzione di ciucci e biberon, una gestione dell’allattamento non a richiesta, pressioni culturali, mancanza di sostegno, incapacità degli operatori a far fronte e risolvere piccoli problemi banali come ragadi e ingorghi. Per alcune donne il momento dell’allattamento diventa il periodo più buio della giornata, perché il bimbo mangia costantemente o lentamente impedendo di compiere tutte le attività quotidiane o semplicemente perché la neomamma vuole tornare in forma il prima possibile. I motivi possono essere svariati e per quanto impegnativo possa essere, nutrire il proprio figlio con il latte materno è la scelta più sana che si possa fare.
Ecco quindi i 10 consigli di Sara Da Vega, una ecomamma blogger, per un allattamento sereno e di successo:
1. Creare una rete di supporto all’allattamento
2. Conoscere la biologia dell’allattamento
3. Controllare l’attacco al seno del bambino
4. Un inizio difficile non vuol dire fallimento
5. Non creare paragoni con le altre mamme
6. Seguire un’alimentazione equilibrata e assicurarsi la giusta idratazione durante l’allattamento
7. Buttare via bilancia e orologi per regolare le poppate
8. Fare in modo che l’allattamento sia comodo sia negli strumenti che nell’abbigliamento
9. Ricordare che tutto è una fase
10. Fidarsi del proprio corpo e del proprio bambino
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