Acquaponica e idroponica sono due innovativi metodi di agricoltura sostenibile: vediamo insieme di cosa si tratta, le principali differenze e quali sono i vantaggi.
La crescente insicurezza alimentare, data dall’incontrollabile aumento dei prezzi dei viveri, dalla scarsità d’acqua, dall’aumento della popolazione, insieme alle preoccupazioni sul futuro climatico del pianeta, risultano essere una sfida globale significativa, come sottolineato dalla FAO nel report “FAO in the 21st century, ensuring food security in a changing world”.
In un contesto del genere, nel quale è necessario trovare delle soluzioni, per garantire più prodotti (siamo 8 miliardi e secondo le previsioni arriveremo a 10 miliardi nel 2050) che siano anche più sostenibili, l’acquaponica e l’idroponica sono state individuate come una potenziale soluzione per lo sviluppo di fonti alimentari sostenibili e innovative.
Acquaponica e idroponica: cosa sono
L’acquaponica e l’idroponica fanno parte delle tecnologie agricole CEA, ossia delle pratiche agricole che avvengono in un ambiente controllato (Controlled Environment Agriculture). A differenza dell’agricoltura tradizionale, i metodi CEA prevedono una coltivazione fuori suolo, quindi senza l’utilizzo di terreno.
L’idroponica è la coltura fuori suolo maggiormente diffusa e conosciuta. In questo metodo di coltivazione le piante crescono direttamente in acqua o su un substrato. All’interno dei letti di coltura, nei quali si trovano i vegetali coltivati, sono integrati dei sistemi di irrigazione, che introducono una soluzione nutritiva direttamente assorbibile dall’apparato radicale delle piante, necessario per la loro crescita.
L’acquaponica, invece, è un sistema che prevede la presenza delle piante di coltivazione, dei pesci e dei batteri, fra i quali si crea un ambiente simbiotico. I pesci con le proprie escrezioni forniscono nutrimento all’apparato radicale delle piante, direttamente dall’acqua. Gli scarti metabolici, prima di arrivare alle piante, passano per un filtro meccanico e biologico nel quale si trovano i batteri nitrificanti, i quali sono fondamentali per la “pulizia” dell’acqua, poiché grazie al loro metabolismo di nitrificazione e denitrificazione, convertono l’azoto ammoniacale escreto dai pesci, in nitriti e nitrati. Queste sostanze sono elementi nutritivi essenziali per la vita delle piante e allo stesso tempo non sono tossiche per i pesci, i quali invece sono sofferenti all’azoto ammoniacale.
Questo, quindi, permette un ricircolo dell’acqua, nel quale le acque reflue dei pesci defluiscono nel sistema di produzione delle piante, attraversano la zona di radicazione e successivamente rifluiscono nelle vasche di allevamento dei pesci.
Le varietà vegetali coltivabili con questi metodi di coltura sono molteplici: è possibile coltivare ortaggi a foglia, a frutto e le erbe aromatiche; quindi passare dall’insalata ad ortaggi più pesanti come zucchine, melanzane, pomodori, oppure fragole. In acquaponica è possibile allevare la pressoché totalità delle specie ittiche di acqua dolce: dalle trote alle carpe, alla tilapia, o specie ornamentali come le carpe Koi. Inoltre, è possibile allevare anche varie specie di crostacei come, ad esempio, il gambero di fiume.
Quali sono i vantaggi della coltivazione acquaponica e idroponica?
1) Possibilità di sviluppare agricoltura in luoghi in cui non siano disponibili terreni adatti
I sistemi acquaponici ed idroponici permettono la coltivazione in aree non arabili, come aree aride o urbane, aspetto molto importante per due motivi: innanzitutto perché si prevede che nel 2050 oltre il 75% della popolazione vivrà nelle aree urbane, ed inoltre le superfici arabili sono in diminuzione; infatti, un terzo della terra arabile è stato perso per erosione negli ultimi 50 anni, con perdite continue di circa 10 milioni di ettari ogni anno. Bisogna anche considerare che già il 39% della terra libera dai ghiacciai, è destinato all’agricoltura, di conseguenza diventa chiara l’importanza di utilizzare dei metodi di coltivazione che non implicano l’utilizzo di nuovo suolo. Un po’ di spazio alla natura va lasciato!
2) Diminuzione della presenza di organismi terricoli indesiderati e patogeni
Queste tecniche agricole, grazie all’assenza di interazione tra pianta e suolo, hanno anche un alto livello di biosicurezza che comprende minori rischi derivanti sia da agenti inquinanti esterni, sia da organismi terricoli indesiderati e patogeni.
3) Miglioramento delle condizioni di crescita, che possono essere modificate per raggiungere prestazioni ottimali e portare ad un incremento nelle rese
Il fatto che si tratti di sistemi CEA, e che quindi la coltivazione avvenga in un ambiente controllato, permette di avere un controllo sulla produzione, quindi un miglioramento delle condizioni di crescita, il che equivale a dire minori perdite e quindi rendimenti più elevati.
4) Maggior efficienza nell’uso dell’acqua e dei fertilizzanti in acquaponica (dove sono completamenti assenti) e idroponica
Con un risparmio idrico fino al 90%, rispetto all’agricoltura tradizionale.
Agricoltura sostenibile, ma non certificata come biologica
L’acquaponica è stata individuata come una delle “dieci tecnologie che potrebbero cambiare la nostra vita”, dal parlamento dell’Unione Europea e la popolarità di questi metodi di coltivazione è stata riconosciuta anche in una relazione legislativa presentata dalla commissione AGRI e adottata dal Parlamento europeo nel Marzo del 2014.
Quindi l’attenzione verso l’acquaponica e l’idroponica è aumentata negli ultimi anni e anche il Parlamento Europeo si è pronunciato a favore di queste, riconoscendo i loro benefici ecologici e la loro potenzialità verso uno sviluppo sostenibile; ma, nonostante questi riconoscimenti, la posizione di questi sistemi è ostacolata dalle normative dell’UE, che impediscono ai prodotti acquaponici ed idroponici di fregiarsi dell’etichetta “biologico”.
Le leggi che impediscono la certificazione biologica dei prodotti acquaponici ed idroponici, nell’Unione Europea, non sono condivise da paesi come USA e Canada, nei quali, invece, la certificazione biologica viene riconosciuta agli stessi prodotti. Tuttavia, questo vuoto normativo verrà, probabilmente, presto colmato visto l’enorme interesse che l’unione europea ha mostrato nei confronti di queste tecniche agricole, testimoniato anche dai finanziamenti e dalla promozione di numerosi progetti al riguardo.
Probabilmente la domanda sorge spontanea: conviene interessarsi a questi sistemi agricoli se esiste già l’agricoltura biologica? La risposta è solo una, sì! Semplicemente per il fatto che la popolazione mondiale è in aumento e se si utilizzasse solo l’agricoltura biologica, si dovrebbe aumentare di molto la superficie arabile sulla Terra, ma siamo già arrivati al limite sul suo utilizzo. In aggiunta a questo, il consumo di acqua e il suo inquinamento sono un problema ormai attuale, problema per il quale l’agricoltura è sicuramente tra le cause. Quindi per andare verso un futuro sostenibile, è necessario trovare delle soluzioni che si adattino a queste nuova realtà, e i sistemi acquaponici ed idroponici offrono sicuramente molti vantaggi a favore di queste problematiche.
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