Spesso non ci rendiamo conto delle risorse che consumiamo e di quanto siamo poco sostenibili, ma l’impronta ecologica ci viene in aiuto proprio su questo.
Pensiamo a quella cosa di cui non potremmo mai fare a meno: pizza? vediamo la margherita, quella più semplice che ci sia. Di cosa c’è bisogno per fare la margherita? Innanzitutto, ci vuole la farina, quindi il grano, quindi il terreno dove coltivarlo. Ci vuole il pomodoro, quindi di nuovo il terreno per le piante e l’acqua per farle crescere. Serve la mozzarella, quindi il latte, quindi le mucche e quindi spazio per loro, cibo, acqua e terreno per smaltire liquami e letami. Infine, serve il forno, dove cuocere la pizza, quindi la legna, quindi i boschi. Vedete, come pensando anche solo superficialmente, quante risorse sono necessarie per realizzare un prodotto a caso, come la nostra amata pizza?
Ora provate a guardarvi intorno, osservate tutti gli oggetti di cui siete contornati e provate a fare lo stesso ragionamento. Ogni volta che compiamo un gesto, lasciamo delle orme. È come se il nostro passaggio fosse inevitabilmente segnato: sulla sabbia, sul prato, per fino sull’asfalto… ogni nostro passo, lascia una traccia e ogni nostro bisogno richiede delle risorse per essere soddisfatto.
Quindi come facciamo a sapere qual è l’orma che lasciamo sul pianeta, con ogni singolo gesto? Esattamente a questo serve l’impronta ecologica: un indicatore internazionale concepito nel 1990 da William Rees e Mathis Wackernagel.
IMPRONTA ECOLOGICA: L’ORMA DELL’UOMO SULLA TERRA
L’impronta ecologica è un indicatore sintetico di sostenibilità ambientale; la sua analisi calcola l’area totale di ecosistemi terrestri e acquatici utilizzati da un individuo, una popolazione, un prodotto o un’attività, per produrre tutte le risorse necessarie e per assorbire i rifiuti che si generano. Sostanzialmente l’impronta ecologica è un valore che calcola quante risorse naturali l’uomo consuma e le confronta con la capacità della Terra di rigenerare quelle stesse risorse.
Nello specifico, l’impronta ecologica misura, in ettari, le aree biologiche produttive del pianeta Terra, compresi i mari, necessari per rigenerare le risorse consumate dall’uomo e quindi quanti pianeti Terra abbiamo bisogno per conservare l’attuale consumo di risorse naturali.
Quindi il segno più o meno ingombrante, in base a quanto siamo attenti al pianeta, del nostro passaggio sul mondo. In questo modo è possibile rilevare l’effettivo impatto ambientale delle attività umane sulla Terra, informazioni essenziali per capire la sostenibilità. Più l’impronta ecologica è alta, più la salute del Pianeta è a rischio: significa che mentre l’uomo non accenna a diminuire le sue richieste, la Terra non riesce a riprodurre, smaltire e restituire quello che l’uomo ha consumato.
IMPRONTA ECOLOGICA ITALIANA: UN’INDEBITAMENTO ECOLOGICO
Quando parliamo di impronta ecologica, è impossibile non parlare anche del Global Footprint Network: un’organizzazione internazionale non-profit impegnata a fornire degli strumenti per aiutare l’economia circolare ad operare entro i limiti ecologici della Terra. Quest’organizzazione promuove ogni anno l’Earth Overshoot Day, che segna la data in cui ogni anno (ogni anno!) l’umanità esaurisce le risorse naturali prodotte dalla Terra nell’intero anno. Questa data, come sempre, sarà comunicata il 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, ma il dato rilevante in realtà, ce l’abbiamo già e non importa aspettare l’estate. Ogni anno siamo in deficit ecologico, ogni anno consumiamo sempre più risorse di quelle che la Terrà ci può fornire!
Com’è possibile ? Basta guardare i dati forniti dal Global Footprint Network relativi al nostro paese: se tutti vivessero come gli italiani ci sarebbe bisogno di quasi 3 pianeti Terra per soddisfare i “bisogni” e gli stili di consumo di tutti.
Per capire meglio quello di cui stiamo parlando è sicuramente necessario andare ad analizzare come l’impronta ecologica viene calcolata.
COME SI MISURA L’IMPRONTA ECOLOGICA
I principali indicatori utilizzati per rilevare l’impronta ecologica, sono:
- alimenti;
- abitazioni;
- trasporti;
- beni di consumo;
- servizi.
Questi indicatori servono per categorizzare i consumi, ma oltre ai consumi è necessario anche categorizzare le risorse naturali utilizzate e soprattutto capire come queste vengono prodotte. Per fare questo viene utilizzata un’altra categorizzazione:
- territori agricoli;
- pascoli;
- foreste;
- superficie edificata;
- mare.
Come avrete intuito, l’impronta ecologia è un insieme di fattori e condizioni , per cui il suo calcolo matematico è veramente complicato. Ma, per fortuna esistono diversi link gratuiti per calcolare il proprio impatto sull’ambiente, tra cui vi segnalo come più affidabili e veritieri, quello stesso della Global Footprint Network ed il calcolatore della WWF.
Il mio consiglio? Calcolate la vostra impronta ecologica e non fate spallucce, cercate di capire cosa potete evitare per consumare meno ed essere più sostenibili, cercando di non dare più per scontato tutto quello che ci circonda. Basta davvero partire dai piccoli gesti per iniziare ad avere una vita più sostenibile.
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