A tavola

Miele, dolce a basso impatto ambientale: ecco come sceglierlo


Tessa Gelisio, miele

Non c’è niente di meglio del miele per rendere più dolci le nostre ricette, con il minimo impatto ambientale possibile. Forse non tutti ne sono al corrente, ma il nettare degli dei – così come viene definito sin da tempi antichissimi – è il dolcificante più green che esista. Non solo perché la produzione di questo dolcissimo ingrediente aiuta a proteggere le api, oggi sempre più a rischio a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, ma anche perché le stesse pratiche produttive devono essere sostenibili per definizione. Le api, infatti, non proliferano in ambienti poco sani e dalla ridotta biodiversità.

Ma in che modo si valuta la sostenibilità ambientale del miele e, soprattutto, quali caratteristiche bisogna prendere in considerazione per sceglierlo? Ho deciso di raccogliere per voi alcune informazioni utili.

Perché il miele è il dolcificante più sostenibile

Miele

Come ho già spiegato in apertura, non esiste un dolcificante più sostenibile del miele. La produzione di questo prezioso ingrediente, infatti, non può avvenire senza una perfetta e integrata salvaguardia sia degli ambienti naturali che delle stesse api, per un circolo virtuoso da cui tutti traggono beneficio. L’apicoltura è una disciplina che deve perseguire l’equilibrio tra le esigenze delle api e quelle delle piante – degli ecosistemi, quindi – da cui questi insetti si nutrono. E questo a partire già dall’apicoltura tradizionale, anche se quella biologica garantisce ovviamente un impatto ambientale ulteriormente ridotto.

Ma quali sono gli ambiti che confermano una grande sostenibilità della produzione del miele? In linea generale:

  • l’apicoltura salvaguardia le api. Questi insetti sono fra i maggiori impollinatori esistenti e il loro ruolo è fondamentale per la sopravvivenza non solo degli ambienti naturali, ma dello stesso uomo. Con delle api sempre più minacciate dal cambiamento climatico e dall’inquinamento, con le popolazioni che calano di anno in anno, l’apicoltura rappresenta un aspetto efficace fondamentale per la loro protezione;
  • la produzione di miele avviene soprattutto su scala medio-piccola e, fatto non meno importante, con un bassissimo impatto sull’ambiente circostante. Per la produzione di miele è raro che vengano utilizzati pesticidi e altre sostanze chimiche – che, peraltro, sarebbero dannose per le stesse api. Inoltre, per ottenere un miele di elevata qualità, bisogna puntare sulla biodiversità delle piante da cui le api si nutrono, piante che non devono essere sottoposte a trattamenti chimici potenzialmente nocivi;
  • l’apicoltura è un’attività a basse emissioni di gas climalteranti, rispetto ad altri dolcificanti. Per produrre un chilo di miele si emettono dagli 0.38 agli 0.48 kg di anidride carbonica equivalente, contro ai quasi due chili per ogni chilogrammo di zucchero raffinato da barbabietola, comunemente coltivato anche in Italia, e gli 1,5 di quello di canna, proveniente dai tropici, a cui vanno aggiunti anche i costi ambientali di trasporto;
  • la produzione di miele ha un impatto sulle risorse idriche irrisorio, praticamente nullo, anche perché non è strettamente necessario coltivare campi affinché le api trovino nutrimento. Non a caso, le varietà più pregiate di miele sono quelle che derivano da api che si nutrono di specie di fiori selvatiche.

Così come rivela uno studio ISPRA, le api sono delle vere e proprie sentinelle dell’inquinamento: non riescono a proliferare, infatti, in aree ad alta penetrazione di smog e di pesticidi. Per questo l’apicoltura può avvenire solo in contesti salubri, dall’alta biodiversità. E se si sceglie l’apicoltura biologica, non solo si ha la certezza che le api vengono allevate rispettando tutte le loro necessità etologiche, seguendo un rigido disciplinare, ma anche che le coltivazioni da cui si approvvigionano sono prive di contaminanti ambientali, pesticidi, erbicidi e altre sostanze chimiche dannose.

Come scegliere il miele migliore

Visti i pregi del miele in termini di sostenibilità ambientale, come si sceglie il miele migliore, sia dal punto di vista qualitativo che dell’impatto ambientale? Ci sono alcuni elementi da prendere in considerazione.

La purezza del miele

La purezza del miele è uno dei fattori fondamentali per la scelta di questo dolcificante green. I migliori mieli, quelli dal sapore più intenso, sono infatti immessi sul mercato:

  • senza l’utilizzo di additivi;
  • senza il ricorso a conservanti.

Capire se un miele è puro è abbastanza semplice: oltre alle informazioni in etichetta, è sufficiente osservarne il comportamento. Il miele che cristallizza al cambio delle temperature, infatti, non vede l’aggiunta di conservanti e additivi. Quello che rimane sempre liquido, invece, potrebbe includerli, tranne l’acacia e castagno che sono naturalmente fluidi. È però utile ricordare che, a livello europeo, vi sono normative molto stringenti, che lasciano poco spazio all’edulcorazione del miele e, ancora, all’aggiunta di sostanze aggiuntive, dagli zuccheri agli stessi additivi.

L’origine del nettare degli dei

Miele e apicoltura

Altro elemento da prendere in considerazione, è l’origine del miele. Per essere certi di acquistare un prodotto di qualità, è necessario:

  • scegliere solo miele al 100% italiano;
  • meglio se di produzione locale o artigianale;
  • preferendo aziende biologiche certificate.

Sebbene non si possa dire che i mieli di origine estera siano qualitativamente inferiori a quelli italiani – almeno per quelli prodotti in Europa, data la normativa armonizzata – il Made in Italy è sempre da preferire, anche per ridurre i trasporti.

Miele da fiore o da melata

orse non tutti ne sono al corrente, ma le api possono produrre il miele a partire da due principali fonti:

  • il nettare di fiori e piante;
  • la melata, ovvero una sostanza zuccherina che è prodotta da alcune tipologie di insetti – gli afidi, ad esempio – come scarto della digestione della linfa delle piante.

In linea generale, il miele da nettare è considerato migliore, perché assicura un sapore non solo più intenso, ma anche aromatizzato a seconda della pianta dalle quali le api si sono principalmente alimentate.

Controllare l’etichetta

L’etichetta del miele fornisce numerose informazioni, utile per capirne la qualità:

  • il termine “miele” può essere utilizzato solo per il prodotto, così come lo si ricava da apicoltura. Se filtrato, con pezzo di favo o modificato a scopo industriale, non può riportare questa dicitura;
  • l’etichetta deve sempre riportare l’origine botanica del miele, specificando da quali piante le api si sono alimentate, e specificare se si tratti invece di miele da melata;
  • deve inoltre essere sempre presente il luogo d’origine e, se vengono impiegati mieli esteri, se da Paesi europei o extra-UE;
  • deve essere riportata in etichetta la data di scadenza, solitamente 18 mesi dal giorno di produzione.

Scegliere il miele in base alla pianta

Miele da pianta

Infine, può essere utile conoscere le caratteristiche aromatiche del nettare degli dei, in base alla pianta prevalente di cui le api si sono avvalse. In genere, possiamo avere mieli da monocultura – ovvero, da api che si sono prevalentemente nutrite da una sola specie di pianta – oppure da origini multiple.

Tra le principali tipologie di miele si elencano:

  • Millefiori: dolce e fruttato, presenta aromi variegati e tipicamente estivi. È la varietà più comune di miele;
  • Acacia: è un miele molto delicato, dall’aroma leggero e floreale, è uno dei preferiti per la preparazione di dolci da forno e altri dessert;
  • Eucalipto: molto aromatico e dal profumo molto marcato, ha un sapore balsamico e un aspetto leggermente più cremoso e beige rispetto ai mieli più tradizionali;
  • Castagno: dal sapore deciso e intenso, è ricco di antiossidanti ed è spesso scelto per accompagnare i formaggi o, ancora, ricette salate;
  • Arancio: dal gusto ovviamente agrumato ma leggero, è molto fresco e viene spesso scelto per rifinire dolci estivi;
  • Abete: balsamico e dall’aroma intenso, ha un gusto unico e una consistenza viscosa. Le api lo producono, infatti, nutrendosi delle resine tipiche di questa pianta;
  • Trifoglio: non eccessivamente dolce e dal gusto molto leggero, è perfetto sia per preparazioni da forno che per piatti salati;
  • Tarassaco: meno dolce rispetto ai mieli tradizionali, presenta un’elevata quantità di antiossidanti, utili alla salute;
  • Lavanda: delicato e floreale, è spesso scelto per dolcificare tè e tisane, poiché non altera il gusto degli infusi.

In definitiva, preferiamo il miele allo zucchero quando possibile: ridurremo il nostro impatto ambientale e, ancora, proteggeremo la nostra salute!

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