
Dormire bene è essenziale per la salute, ma come perseguire questo obiettivo con il minor impatto ambientale possibile? È semplice: scegliendo un materasso eco-friendly, realizzato con fibre e imbottiture poco inquinanti, sia di origine naturale che di riciclo. Non tutti forse lo sanno, ma la produzione moderna di materassi non è solo altamente inquinante – in particolare, per l’uso di lattici sintetici o schiume di origine plastica – ma anche poco amica dell’organismo: alcuni materiali possono infatti rilasciare sostanze contaminanti, quali gli interferenti endocrini. E allora, quale migliore occasione del cambio di un materasso per scegliere un sonno davvero green?
Le caratteristiche essenziali di un materasso eco-friendly

Innanzitutto, è bene prendere in considerazione quali siano le caratteristiche di massima che rendono un materasso davvero eco-friendly, a basso impatto sia per l’ambiente che per la salute. Infatti, vi sono diversi fattori da prendere in considerazione:
- i materiali utilizzati, che devono essere preferibilmente naturali e organici, nonché provenienti da coltivazioni dove non si fa uso di pesticidi o fertilizzanti sintetici. Se si scelgono soluzioni con fibre di origine animale, come ad esempio la lana, ci si deve anche accertare che l’allevamento e la tosatura siano avvenuti in modo etico. La presenza di eventuali certificazioni – come la GOTS, ovvero la Global Organic Textile Standard – assicurano processi produttivi più sostenibili e standard etici elevati;
- l’assenza di sostanze sintetiche nocive, come ritardanti di fiamma bromurati, colle nocive o COV, ovvero composti organici volatili, che contribuiscono fortemente all’inquinamento interno della camera da letto, che sulla salute in qualità di interferenti endocrini;
- la durata, perché più è esteso il ciclo di vita del materasso, minore è il suo impatto ambientale. Soluzioni di ottima fattura, e realizzati in materassi eco-friendly, possono arrivare tranquillamente a durare 15-20 anni, riducendo quindi la frequenza di sostituzione e il consumo di risorse;
- la riciclabilità, perché al termine della sua vita, il materasso non deve rappresentare un problema per l’ambiente. Se si prediligono le fibre naturali, la biodegradabilità è elevata, così come anche le possibilità di riciclo.
Gli studi LCA – Life Cycle Assessment – dimostrano che i materassi che presentano le caratteristiche elencate riducono, nel corso del loro intero ciclo di vita, le emissioni di CO2 equivalente anche del 50-70% rispetto alle soluzioni convenzionali.
Le tipologie di materasso più sostenibili
Elencate le caratteristiche principali che un materasso dovrebbe garantire, sia in termini di benessere che di sostenibilità, è utile concentrarsi sulle alternative più sostenibili. Quali preferire, tra le tante disponibili sul mercato?
Materassi in lana organica

La prima – e più comune – alternativa sostenibile è rappresentata dai materassi in lana organica. Una scelta che per molti sarà di certo familiare, perché tipica del classico materiale della nonna.
Le imbottiture in lana non sono infatti soltanto più sostenibili – a fine del ciclo di vita, possono essere facilmente riciclate per la creazione di nuovi materassi o altri prodotti tessili – ma anche salutari per il corpo. Offrono infatti un’ottima traspirazione, non contengono sostanze nocive per il metabolismo, garantiscono un buon sostegno allo scheletro e, fatto non meno importante, anche un gradevole comfort termico.
Dal punto di vista ambientale, la lana organica – ottenuta da allevamenti etici e con sistemi di tosatura che non danneggiano le pecore – è altamente biodegradabile, poiché si decompone a contatto con il suolo e con gli agenti atmosferici in circa 6-12 mesi. Tuttavia, la produzione della fibra può avere un impatto sensibile sull’ambiente – anche di 20 kg di CO2 equivalente fino a un chilo di lana prodotta – per via delle necessità di alimentazione e di cura degli animali.
Materassi in cotone organico

Anche i materassi in cotone, sia per il rivestimento esterno che per le imbottiture, sono decisamente comuni. Affinché siano anche sostenibili, è però necessario scegliere il cotone organico: la coltivazione di questa fibra è infatti altamente impattante in termini di consumo idrico, scegliere produzioni organiche significa ridurre anche del 90% questo impatto rispetto al cotone tradizionale. Per questo, è necessario accertarsi sia presente la certificazione GOTS.
Comodi, traspiranti e dall’ottima gestione dell’umidità, i materassi in cotone organico presentano una durata leggermente ridotta rispetto ad altre alternative – attorno ai 10-15 anni – ma al contempo compensano con un’elevatissima riciclabilità. Praticamente il 100% di tessuti e imbottiture può essere recuperato al termine del ciclo di vita.
Materassi in lattice naturale

I materassi in lattice naturale garantiscono un ridotto impatto ambientale, purché i rivestimenti esterni siano in fibre tessili di origine vegetale, come il cotone organico, il lino oppure la canapa.
Derivato dall’albero della gomma, ovvero l’Hevea brasiliensis, il lattice viene raccolto senza la necessità di tagliare le piante, che quindi possono proseguire nella loro crescita e, fatto non meno importante, continuare ad assorbire CO2. Inoltre, questa coltivazione è naturalmente repellente, quindi la gran parte della produzione mondiale è organica, senza l’uso di pesticidi oppure di fertilizzanti. Ancora, al termine del ciclo di vita, il lattice naturale è completamente biodegradabile.
È però indispensabile accertarsi che provenga da foreste di caucciù certificate FSC: in molte zone del mondo, in particolare in Africa, i boschi secolari di alberi autoctoni vengono purtroppo abbattuti per far spazio alle coltivazioni di lattice.
Altri materiali da considerare
Infine, è utile prendere in considerazione anche altri materiali alternativi, impiegati per la produzioni di materassi meno diffusi sul mercato:
- in fibra di cocco, con imbottiture realizzate utilizzando gli scarti della produzione di alimenti a base di questo frutto. L’impatto è quindi minimo, trattandosi di una sostanza di recupero;
- in fibra di kapok, un vegetale leggero, di origine africana e noto per la sua coltivazione fibra di pesticidi e diserbanti, perché naturalmente repellente;
- in fibra di canapa, perché altamente biodegradabile, dalla coltivazione a bassa produzione di anidride carbonica e altamente anti-microbica;
- in materiali riciclati, come lattici anche sintetici e memory foam rigenerati, tenendo sempre in considerazione l’eventuale potenziale contaminante per l’organismo.
In definitiva, per dormire bene non serve soltanto un materasso comodo, ma anche rispettoso dell’ambiente e della salute: un modo semplice sia per rispettare il proprio organismo che il Pianeta!

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