Punto di vista

Per vivere bene in una città intelligente ci vorrà intelligenza


Che cosa sono le smart city e perché saranno indispensabili?

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Che cosa è una “città intelligente”, o per dirla come si usa in tutto il mondo, una smart city? In poche parole è un luogo “ottimizzato”, non riesco a trovare termine migliore per sintetizzare un concetto veramente ampio. Potrei dire anche che la città intelligente sarà l’unico modo sensato per affrontare questo secolo.

Nel 2050 il 70% della popolazione mondiale sarà concentrata nelle città. In poche parole le metropoli diventeranno megalopoli, le grandi città metropoli, le medie grandi città e via dicendo… Le città, insomma, prenderanno qualche taglia. Questo cosa significa in termini pratici? Un elevamento a potenza dei problemi che già tipicamente affliggono le città: traffico, consumo energetico, rifiuti, informazione…

Ecco, le smart cities fanno proprio questo, ossia ottimizzano, sfruttando molto le nuove tecnologie ma anche tanto la creatività, il funzionamento di un centro urbano. Lo scopo è molto semplice: rendere la città un posto migliore sia per i cittadini sia per l’ambiente. Tradotto in termini pratici, vediamo, punto per punto come e perché potremmo vivere meglio in una smart city piuttosto che in una città “stupida”.

Partiamo dall’energia. Ovviamente, le smart cities saranno affamate di energia come qualunque altra città, ma prediligeranno le fonti rinnovabili. Anzi, si farà in modo che siano gli stessi edifici a produrre e a conservare energia. Già, il crescente ricorso a pannelli solari e pale eoliche ha moltiplicato le fonti energetiche che non sono più soltanto le grandi centrali. E’ per questo che gli addetti ai lavori chiamano una rete di distribuzione e ridistribuzione energetica “smart grid” ossia una struttura intelligente in grado di raccogliere energia da più fonti (anche dai pannelli dei privati per intenderci) e di ridistribuirla secondo necessità.L’idea, nemmeno troppo fantasiosa, degli urbanisti del 2100 è che le città producano da sole l’energia di cui hanno bisogno e, magari, saranno persino esseri viventi come le alghe a produrla! Ad Amburgo un edificio sperimentale è tappezzato di microalghe verdi che danno ombra in estate, trattengono il calore d’inverno, purificano l’aria e diventano biomasse combustibili in grado di alimentare le caldaie della struttura. In poche parole: nelle città intelligenti le bollette potrebbero diventare intelligentemente leggere.

 

Il tema della mobilità urbana è uno di quelli cruciali nelle “città stupide”, figuratevi in quelle intelligenti. Il traffico è una di quelle cose create dall’uomo che però l’uomo non riesce a controllare né a prevedere. Almeno fino a domani. Nel caso di Colonia, in Germania, la città si è riempita di sensori in grado di rilevare in tempo reale lo stato del traffico e di prevederne il flusso con grande accuratezza e con un anticipo di mezz’ora. Immaginate un sistema simile applicato a città come Firenze o Roma? Un app aiuterebbe potrebbe aiutarci a scegliere il percorso migliore ancor prima di uscire di casa, magari ci direbbe persino di stare a casa o prendere la bici o un tram! Il che ci farà risparmiare tempo e… carburante. Carburante… Già il problema del traffico non sono solo gli ingorghi ma anche l’inquinamento. E allora che fare? Ad Amsterdam hanno un’idea chiara. Uno: riempiamo la città di piste ciclabili. La municipalità sta anche costruendo spazi di co-working per le aziende con sede nel centro urbano in modo che siano raggiungibili facilmente da praticamente ovunque pedalando; due: riempiamo la città di colonnine per la ricarica delle auto elettriche (300 finora). Nei paesi del Nord i motori elettrici sono una realtà che viene spinta dai governi stessi. In Norvegia la macchina più venduta del 2013 è stata proprio una a motore elettrico di una nota marca giapponese; tre: favoriamo il car sharing alla car2go, soprattutto se le vetture proposte sono elettriche e reperibili ovunque in tempo reale attraverso una app. Quattro: ottimizziamo i servizi pubblici e la disponibilità di taxi, (anche questi, in Olanda, si stanno convertendo al motore elettrico). Se vogliamo pensare in grande immaginate che un domani la logistica potrebbe sfruttare i droni per spostare i colli tra un magazzino e l’altro: vi immaginate un traffico senza furgoni e furgoncini? Fantascienza? No,  ci stanno lavorando colossi come Amazon.

Veniamo al capitolo rifiuti. Clamorosamente è il punto di forza degli italiani, almeno per quanto riguarda la raccolta differenziata. Ma, come sempre, c’è un ma. Non basta differenziare, la smart city deve essere in grado di riutilizzare e riciclare. Attualmente in Italia si spinge molto per la differenziazione ma l’efficienza del sistema di riciclo e riutilizzo è ancora lontana dall’optimum. Nelle città del futuro per 1000 tonnellate di rifiuti prodotti in un giorno almeno 950 dovranno esser avviate al riciclo già nelle 24 ore. Ora, nel nostro paese, siamo attorno al 50% dell’efficienza ottimale. I rifiuti saranno ovunque… sottoforma di nuovi oggetti. Panchine e fondi stradali in materiali di riciclo, alimenti e oli ricavati per bioliquefazione dei rifiuti organici, biomasse che alimentano caldaie, giardini urbani che crescono su compost prodotto a chilometro zero.

Arriviamo all’ultimo punto che poi è quello che sta dietro a tutto: l’informazione. Saranno le tecnologie dell’informazione a gestire le nostre case e a farci risparmiare energia, saranno le tecnologie dell’informazione a guidarci nel traffico, a dirci dove andare se cerchiamo qualcosa o a far venire quella cosa da noi… E saranno le tecnologie dell’informazione a snellire la burocrazia: persino l’Italia si dovrà piegare al futuro. Le smart city respireranno pompando un sangue fatto di dati in vene fatte fibra e noi a questa fibra saremo connessi. I luoghi ci parleranno attraverso un’infinità di supporti, dal telefono agli occhiali di Google e l’orologio di Apple e sa il cielo quali altre diavolerie inventeranno nei prossimi anni. Immaginate di non dover fare file né al negozio, né alla posta. Pensate al vostro lavoro: quanti di voi devono andare a lavorare per mettersi davanti a un computer? Non potreste davvero farlo da casa o dalla panchina di un parco? Pensate a un mondo digitalizzato in cui la carta sarà onore soltanto di libri veramente meritevoli? In Italia è un problema di informatizzazione. Pochissimi i casi di rete wifi disponibile gratuitamente a tutti, che so, in un parco o in una piazza… La connessione costa, il telefono costa e tutto questo è un forte limite per tutti.

Le città intelligenti non sono quelle dei film con le macchine volanti e i treni che viaggiano sospesi nel vuoto ma non sono nemmeno una fantasia da libro. Molte città in Europa e nel mondo cominciano già a dare segni di intelligenza, dimostrano di essere più sveglie di altre, diciamo. Il futuro è dietro l’angolo e spaventa perché “oddio non ci sarà più umanità saremo troppo connessi, troppo automatizzati”…  Il rischio esiste, ma non si realizzerà se nelle città intelligenti ci saranno persone intelligenti.

 

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