Leggere le etichette per non cadere negli inganni dei furbetti
Torniamo a parlare di “ecofurbi”, quelli che cavalcano il crescente successo dei cosmetici naturali attirando i consumatori con i loro strilli sulle confezioni. Ricordate quando abbiamo parlato di quei marchi che gridavano al “bio” non essendo però biologici (né molto naturali)? O della dicitura “Non testato su animali”, completamente inutile perché i test sono stati banditi dal 2013?
Nel vasto mondo dei cosmetici ingannevoli possiamo trovare molti altri esempi.
Anche la scritta “Nickel tested” non aggiunge nulla al prodotto: come abbiamo visto insieme in un precedente articolo, tutti i cosmetici devono essere testati per la concentrazione di Nickel, che può essere al massimo 1 ppm (una parte per milione) del totale del prodotto; la scritta “Senza Nickel” poi non è nemmeno corretta, perché è impossibile escludere completamente dei residui di questo metallo.
A cosa serve quindi reclamizzarlo in etichetta? Più che altro ad attirare l’attenzione di tutti i soggetti allergici, che non sono pochi: secondo il portale www.allergianichel.com, almeno 5 milioni di persone, solo in Italia. Il problema è che alcuni di questi cosmetici poi non sono così sicuri come vengono presentati: il più delle volte contengono siliconi, petrolati, conservanti e altri ingredienti poco amici di pelle e ambiente.
Un’altra ecofurbata simile è quella dei cosmetici gluten free: per i celiaci il glutine è un problema solo quando viene ingerito, non se entra a contatto con la pelle; non sono considerati pericolosi nemmeno dentifrici o burrocacao, che possono venire ingeriti. L’AIC (Associazione Italiana Celiachia onlus) ha denunciato all’Antitrust tutti i cosmetici che presentavano questa definizione in etichetta, considerandoli ingannevoli e colpevoli di creare allarmismi e inutile confusione: convincono i celiaci che anche il glutine in creme o trucchi sia dannoso per la salute, e fanno leva su questa paura per vendere i propri prodotti.
Prodotti che spesso contengono altre sostanze che invece sarebbe meglio evitare. Bionike, famoso marchio per pelli sensibili e allergici al Nickel (a proposito), ha diverse linee pubblicizzate come senza glutine, come Defence, Triderm e Proxera. Per curiosità, ho voluto controllare l’inci di uno di questi prodotti: la crema corpo Triderm Alfa base fluida viene presentata come Nickel tested, senza conservanti, senza glutine e senza profumo. Sarà, peccato che al secondo posto della lista degli ingredienti si trovi la paraffina, un derivato del petrolio, siliconi, carbomer (altro derivato petrolifero) e disodium EDTA, sequestrante di metalli pesanti. Non molto bene…
Anche sul sito ufficiale dei prodotti Vea si legge che sono testati per il nichel, senza glutine, aromi, conservanti o coloranti. Quello più famoso è l’olio protettivo: si tratta di pura vitamina E, quindi nulla da dire. Attenzione invece all’olio secco in spray: il primo ingrediente è un silicone! E non va meglio per il Detergente multiuso, che contiene il pentylene glycol, un solvente di tipo sintetico, e il Disodium EDTA.
Un’altra scritta piuttosto ingannevole che possiamo trovare sulle etichette è quella che recita “Dermatologicamente testato”. Mi avete chiesto più di una volta cosa volesse dire, così mi sono informata: in sostanza, nulla. Per legge non esiste questa definizione, perciò qualunque azienda è libera di utilizzarla a proprio piacimento!
Foto: www.tentazionebenessere.it
Inoltre, tutti i cosmetici, così come alimenti o farmaci, devono essere testati prima di venire immessi in commercio, per valutare potenziali rischi come allergie o intolleranze. Ma la scritta “Dermatologicamente testato” non ha nessun valore aggiunto, non specifica né il tipo di test effettuato né men che meno l’esito del test; stesso discorso per quelli “Clinicamente” testati o “Ipoallergenici”: sono solamente specchietti per le allodole, in particolare le “allodole” che hanno la pelle sensibile e acquistano questi prodotti credendo di andare a colpo sicuro.
In farmacia e in profumeria se ne trovano diversi con questi claim stampati in bella vista sulle confezioni: La Roche-Posay, ad esempio. Sul sito leggiamo che tutti i loro cosmetici hanno “efficacia provata e tollerabilità dimostrata clinicamente”; ho guardato l’inci del primo prodotto che ho trovato, la Doccia crema concentrata della linea Lipikar, che è anche Nickel tested: una lista di ingredienti lunghissima, in cui compaiono parecchi PEG, filmanti sintetici, SLES, Ceteareth-60 (un emulsionante sintetico di derivazione petrolifera) e il Propylene glycol, solvente di sintesi (sì, quello utilizzato come anti-gelo per auto)!
Anche Clinique, famoso marchio, assicura di essere “Provato contro le allergie”. La crema viso Moisture Surge, indicata per le pelli più secche, contiene siliconi, PEG, petrolatum (derivato del petrolio), solventi di sintesi e conservanti come il Chlorphenesin, di tipo chimico, che può provocare irritazioni cutanee. Alla faccia delle pelli sensibili…
Insomma, l’unico modo di fare acquisti sicuri è, come sempre, quello di leggere a fondo le etichette ed evitare sostanze potenzialmente dannose per la nostra salute.
Impariamo a riconoscere gli ecofurbi!
Foto copertina: www.ilgiornale.it
2 Comments
Paola Orsini
21 Dicembre 2016 at 13:15Ciao Tessa, sono lusingata di aver ricevuto una segnalazione da parte tua su questo bellissimo sito che ho scoperto proprio perchè ho visto di aver ricevuto un link da questo articolo.
Anche questo post è molto interessante e utile, perchè offri consigli preziosi per alcune persone che si fidano troppo del marchio ma poi non vanno a controllare le etichette e gli ingredienti che contengono.
Ottime dritte, complimenti.
Ho pubblicato un post di approfondimento sui cosmetici senza nichel che spero possa essere di aiuto come integrazione di questo ottimo post:
https://www.allergianichel.com/cosmetici-senza-nichel/
Continuerò a seguire il tuo blog. A presto.
Tessa Gelisio
29 Dicembre 2016 at 12:20grazie!!