Oggi voglio parlarvi del progetto di riforestazione, privato, più esteso d’Italia! E’ quello autofinanziato da Cartiere Carrara, azienda che ha preso sul serio il suo percorso verso una maggiore sostenibilità per un futuro migliore, investendo in ricerca e sviluppo al fine di diventare sempre più a basso impatto ambientale nei confronti del pianeta. I progetti green rappresentano la concretizzazione di questi core values d’azienda: sostenibilità in primis, ma anche un forte attaccamento al territorio toscano.
Questa apertura al mondo della sostenibilità ambientale da parte della società non è una novità degli ultimi anni, è uno “stile di vita” imprenditoriale e della famiglia Carrara che si riassume perfettamente nel loro claim “Caring for what’s next”, ossia “Prendersi cura di ciò che verrà dopo”.
Ma in che modo Cartiere Carrara si impegna concretamente a tutela dell’ambiente? Oltre all’attenzione alla sostenibilità nell’intera filiera produttiva, l’azienda ha messo in atto due progetti che trovate sul loro sito, https://cartierecarrara.com/forestazione/, di cui ora vi parlo.
Si tratta dei progetti Kilometro Verde Lucca e Coltivazioni Policicliche, realizzati con Rete Clima e PEFC Italia, che si prestano anche ad una finalità educativa per le generazioni più giovani al fine di invogliarle a conoscere la natura e la sua bellezza.
“Quello che ci piacerebbe fare è poter insegnare ai bambini la distinzione tra un pioppo e un carpino” come afferma spesso il Cav. Lav. Carrara.
Vediamo in cosa consistono questi due progetti che insieme diventano l’iniziativa di riforestazione più estesa d’Italia, finanziata da un privato.
Progetto Kilometroverde Lucca
Kilometroverde Lucca è un progetto che prevede la piantumazione di vegetazione autoctona – come la ricostituzione di un querco-carpineto – una tipologia forestale tipica del territorio toscano, e purtroppo oggi rarissima, lungo un intero kilometro accanto all’autostrada Firenze-mare. È un progetto che affonda le radici già 15 anni fa quando sono iniziate le acquisizioni di lotti di terreno contigui da parte della famiglia Carrara.
Il Kilometroverde Lucca nasce per assumere una triplice funzione: quella di barriera di separazione fisica e visiva tra territorio e autostrada, quella di polmone verde, in grado di catturare gli inquinanti prodotti dal traffico e quella di strumento concreto per realizzare una continuità naturalistica rispetto ai tratti di bosco già esistenti. Ovviamente una piantagione così estesa incrementa l’assorbimento complessivo di CO2 contribuendo così a mitigare gli effetti del riscaldamento climatico globale.
Cartiere Carrara – Piantagioni policicliche
L’altro progetto, realizzato seguendo il Protocollo Forestazione Italiana di Rete Clima, prevede l’avvio di Piantagioni Policicliche.
Nella fattispecie, in provincia di Lucca, nella zona di Badia Pozzeveri, sono in corso di realizzazione una serie di piantagioni policicliche di tipo naturalistico e un centro di formazione e studio legato alle tematiche della sostenibilità ambientale e alla valorizzazione della filiera bosco-carta.
Queste piantagioni, infatti, daranno materia prima per tante attività produttive locali: legna per ottenere carta, per realizzare mobili, legna da ardere ecc….
Generalmente per questi scopi si utilizzano monocolture, ad esempio pioppeti, dove gli alberi sono di una sola specie, piantati quindi nello stesso momento e poi tagliati contemporaneamente. Questo porta ad un impoverimento del suolo e ad un basso tasso di biodiversità animale e vegetale (il taglio a raso della vegetazione comporta la fuga degli animali e il terreno è esposto all’erosione delle piogge).
In questo progetto di Cartiere Carrara invece, facendo ricorso alle coltivazioni policicliche, si generano sì, impianti forestali a fini produttivi, ma con specie vegetali variegate, con tempi di crescita e taglio diversi – continuamente ripiantate dopo il taglio, o caratterizzate da una ricrescita autonoma tramite polloni – in modo che venga garantita una copertura forestale permanente. Evitando disboscamenti totali e dando variabilità al terreno, si genera una situazione più sostenibile, perché maggiormente simile a quelle che sono le condizioni naturali. Assicurando la continuità di copertura di piante si assicura per esempio che il suolo sia protetto dall’erosione e si mantiene sempre uno stock di carbonio.
Ad oggi le coltivazioni policicliche offrono la risposta adeguata ai bisogni commerciali e all’ambiente ma purtroppo sono ancora poco diffuse. Come accade spesso, la strada verso il futuro viene indicata da aziende e imprenditori illuminati che innovando, cambiano il mondo.
* Avviso di trasparenza: i contenuti di questo post sono legati a collaborazione commerciale. Le aziende e i prodotti con cui è stato realizzato, sono selezionati in coerenza con i miei gusti e valori.
Tessa Gelisio
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