L’approccio ambientalista è fondamentale, ma non va confuso con l’ecologia, una vera e propria scienza: vediamo insieme cos’è e cosa studia.
Ecologico. Ecosostenibile. Green. A basso impatto ambientale. Impronta ecologica.
Queste e molte altre espressioni sono ormai entrate a far parte del linguaggio comune, ma in tempi relativamente recenti: è solo negli ultimi che la sostenibilità ambientale è diventato un tema noto anche al grande pubblico e molto sentito in particolar modo dai giovani.
Come dimenticare le numerose proteste di questi ultimi anni dei Friday For Future, un movimento giovanile che ricordava molto i “figli dei fiori” degli anni Sessanta, con la differenza che questi ragazzi occupavano le piazze delle città di tutto il mondo per chiedere più impegno da parte della politica per la tutela ambientale.
Sono ovviamente felicissima che le nuove generazioni abbiano a cuore le sorti del pianeta; la sensibilità nei confronti dell’ambiente, però, per quanto e auspicabile, non va confusa con l’ecologia. L’attenzione a ridurre il più possibile il proprio impatto ambientale, adottare uno stile di vita “ecocentrico”, avere una filosofia di vita orientata verso il rispetto della natura… è tutto importante, anche all’interno delle piccole azioni quotidiane, perché sono le gocce che formano il mare. Ma l’attivismo, le attività educative, i programmi legislativi, la divulgazione, tutto con lo scopo di proteggere l’ambiente, è “ambientalismo”, che può essere fatto in mille modi diversi, e non è un sinonimo di ecologia.
Cos’è l’ecologia? Vediamo come si definisce
Innanzitutto, l’ecologia è una scienza. Relativamente giovane: è a partire dal 1900 che ha avuto la sua espansione, anche se il termine è stato utilizzato per la prima volta dal naturalista tedesco Ernst Haeckel nel 1870, che l’ha indicata come «lo studio di tutte quelle complesse interrelazioni a cui Darwin si riferisce quando parla di condizioni della lotta per l’esistenza». In altre parole, è la scienza che studia le relazioni tra gli esseri viventi e tra questi e l’ambiente, siano esse dirette o indirette, positive o negative. Insomma, si tratta di una disciplina scientifica complessa.
I campi di studio dell’ecologia
Il suo scopo è mettere a punto dei modelli per descrivere l’ecosistema, costituito dall’insieme di relazioni tra la componente abiotica (le variabili ambientali che determinano alcune caratteristiche come temperatura o salinità del mare) e la componente biotica (ovvero gli organismi viventi).
L’ecosistema è uno dei livelli a cui si può studiare la biodiversità, intesa come la varietà della vita in tutte le sue forme e a qualunque scala spaziale, partendo dal singolo individuo e via via aumentando livello gerarchico: popolazione, comunità, ecosistema; seguono paesaggio, bioma e infine la biosfera, che comprende tutto ciò che ricopre il pianeta. L’ecosistema è però la componente più complessa, perciò è su questa che si concentra l’ecologia: indaga le interazioni a livello di comunità, popolazioni, individui, tra loro e con l’ambiente in cui vivono.
Ecologia e tutela della biodiversità
Perché l’ecologia è così importante? Perché fornisce dati scientifici su cui si basano gli interventi, anche legislativi, per la salvaguardia dei diversi ecosistemi. Ne è un esempio la Direttiva Habitat, una vera novità perché per la prima volta la tutela legale della biodiversità passa attraverso la conservazione degli ambienti naturali; i paesi Europei sono stati chiamati ad individuare delle “zone speciali di conservazione”, definite tali in quanto habitat di specie animali o vegetali che rischiano di scomparire, in cui l’attività umana non è proibita ma è regolamentata, perché deve assicurare una gestione sostenibile. I luoghi e gli organismi viventi da proteggere, perché fondamentali per l’ecosistema, sono identificati (e continuamente aggiornati) grazie alle conoscenze scientifiche più attuali: gli studi nel campo dell’ecologia sono quindi fondamentali perché costituiscono la base della creazione di normative come questa, che rappresenta una svolta da parte della politica.
Gli elenchi della Direttiva Habitat riflettono anche il contenuto della Lista Rossa di IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), un database sulla biodiversità mondiale che segnala le specie minacciate di estinzione in diversi ecosistemi; anche questa lista, naturalmente, viene stilata e aggiornata secondo metodi di valutazione basati sui dati scientifici e un procedimento che segue criteri molto rigorosi. Leggi per la protezione dell’ambiente, istituzione di aree protette, finanziamenti per la ricerca: questo e molto altro avviene grazie alle liste di IUCN, che a loro volta sono il frutto di studi e osservazioni in campo da parte degli ecologi.
La prima precisazione che ho fatto circa cos’è l’ecologia è che si tratta di una scienza: questo è un punto di partenza molto importante, perché la scienza costituisce la solida base su cui si deve fondare la salvaguardia del pianeta. Dati scientifici e inconfutabili sono l’arma vincente contro chi paragona l’ambientalismo a banale fanatismo.
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