Tutti i fattori di rischio e come allontanarli
I problemi legati al “lato B” sono da sempre oggetto di tabù. Oggi mettiamo da parte ogni imbarazzo e affrontiamo apertamente il disturbo più comune: le emorroidi. Difficile da credere visto che se ne parla poco, ma è molto diffuso: secondo le statistiche, il 90% della popolazione dei paesi occidentali industrializzati, uomini e donne di età diversa, ne ha sofferto almeno una volta nella vita. Solo in Italia colpisce circa 3 milioni di persone, anche se probabilmente è un dato sottostimato, perché non tutti quelli che accusano questi disturbi si recano dal medico: invece che fare prevenzione, o correre ai ripari quando è ancora possibile rimediare facilmente, si aspetta sempre che la situazione degeneri. Risultato? Farmaci e interventi che si potrebbero invece evitare.
Per questo ho deciso di parlare dell’argomento con il Professor Antonino Spinelli, Responsabile Chirurgia del colon retto di Humanitas e docente di Humanitas University: spero che queste informazioni possano essere di aiuto.
COSA SONO LE EMORROIDI
«Questo termine spesso è usato impropriamente: le emorroidi sono delle vene presenti nel canale rettale; normalmente non si sentono ma sono soggette a infiammazioni, gonfiandosi e dando origine a diversi disturbi: in questo caso si parla di malattia emorroidaria.
Non è una malattia grave ma non va neanche sottovalutata; oltre a peggiorare la qualità della vita, se trascurata progredisce e può causare complicazioni, come infezioni, coaguli o trombi. Raramente vengono messe in atto strategie di prevenzione: evitare l’insorgenza dei problemi è spesso possibile, così come arrestare il decorso, ma occorre agire ai primi segnali; molti si rivolgono al medico quando la situazione si è talmente aggravata da dover ricorrere a un intervento, che dovrebbe essere invece l’ultima soluzione.»
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SINTOMI
«Quando si gonfiano solitamente causano sintomi come dolore, bruciore, prurito, sanguinamento, all’inizio lieve poi sempre più consistente, e nei casi più gravi prolassano: la mucosa cede e scivola all’esterno della sua sede naturale; sono diversi quindi a secondo dello stadio in cui si trovano. A seconda della gravità, infatti, la malattia è suddivisa in 4 stadi: nel 1 stadio le emorroidi sono interne, nel 2 possono prolassare ma rientrano spontaneamente, nel 3 richiedono una riduzione manuale e nel 4 infine sono costantemente prolassate.
Non si può però fare un’auto-diagnosi: occorre rivolgersi allo specialista, anche per escludere patologie più serie con sintomatologia simile.»
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CAUSE
«È un insieme di fattori, ma alla base di tutto ci sono spesso una cattiva alimentazione e uno scorretto stile di vita: stipsi cronica, causata da una dieta povera di fibre e acqua e dalla sedentarietà, è il principale fattore di rischio, e può anche aggravare una condizione già in atto. A questo si aggiungono altre cause come ereditarietà, quindi una predisposizione genetica, sforzi eccessivi e gravidanza: circa il 40% delle donne, durante la gestazione o subito dopo il parto, soffre di emorroidi.»
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COME RIMEDIARE
«Ancora oggi si dà troppa attenzione alla terapia delle emorroidi e troppa poca alla prevenzione: la cosa migliore invece è allontanare il rischio. È importante condurre uno stile di vita sano, praticare una buona attività fisica, a partire dalla semplice passeggiata, soprattutto in caso di sovrappeso, che è un altro dei fattori di rischio. Fondamentale poi un’alimentazione equilibrata e ricca di fibre, che comprenda ad esempio frutta, verdura, olio extravergine d’oliva, ma anche yogurt per il contenuto di probiotici; anche l’acqua è importante, e bisognerebbe berne almeno 1,5-2 litri al giorno. Da limitare invece tutti quei cibi che infiammano, come insaccati, cioccolato, spezie piccanti, alcolici; meglio anche non esagerare col caffè e abbandonare abitudini poco salutari come il fumo.
A maggior ragione se si ha già sofferto del disturbo, occorre anche mantenere pulita la zona, utilizzando acqua tiepida (non fredda), evitare detergenti troppo aggressivi e non sfregare al momento di asciugare; in caso di emorroidi di 3 grado, solitamente la riduzione manuale (riportandole nella loro posizione anatomica) dà sollievo e riduce il rischio di trombosi emorroidaria. È consigliabile però eseguire tale manovra con l’ausilio di un lubrificante e cautamente.
In generale, per gli stadi iniziali sono sufficienti queste norme igieniche e dietetiche; se il problema è andato troppo oltre, può essere necessario il supporto di farmaci e, nei casi che più compromettono la qualità di vita, operazioni chirurgiche. Se da un lato le moderne tecniche permettono di eseguire anche interventi ambulatoriali rapidi e dal decorso post-operatorio poco doloroso, in medicina non esistono terapie, per quanto poco invasive, indenni da possibili complicanze. Pertanto, come dice l’antico proverbio, prevenire è meglio che curare!»
Grazie al Professor Spinelli e a Humanitas Salute.
Foto copertina: www.deanet.it
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