Non sono ometti verdi o con le antenne. Sono animali e piante arrivati qui dall’altra parte del mondo per colonizzarci e distruggere il nostro ecosistema. Il bello è che li abbiamo invitati noi
L’estate 2015 è stata anche l’estate del calabrone asiatico: Vespa velutina nigrithorax, una parente strettissima del calabrone giapponese, uno degli insetti più pericolosi al mondo. E’ un insetto dell’estremo Oriente che da quest’anno si può trovare anche nella provincia di Cuneo, in quella di Alessandria e quella di Imperia dove deve essere penerato attraverso il confine francese. La Francia è stata la porta di ingresso nel Vecchio continente per il calabrone asiatico. E’ arrivato forse dal Vietnam o dalla Cina con un carico su un qualche volo o nave. In Francia s’è trovato benissimo tanto che nonostante gli sforzi delle autorità si può trovare ormai ovunque nel territorio d’Oltralpe.
Da noi è appena arrivato. Il calabrone supera i confini come se non esistessero, non ha bisogno di spostarsi in clandestinità per non essere notato. Semplicemente vola. Ora, Vespa velutina non è tanto più grande del comune calabrone locale (Vespa crabro) ma è dannatamente più aggressiva. Se si inciampa in uno dei suoi nidi (visto che vengono costruititi a terra o quasi) si rischia grosso. Ma non è solo un problema di salute pubblica, è un vero dramma per gli apicoltori che già devono lottare contro arnie sempre più vuote e ora si trovano di fronte un vero cacciatore specialista nell’attaccare le colonie di api.
Le api d’Oriente hanno trovato alcuni sistemi ingegnosi nel corso dell’evoluzione per difendersi da questi piccoli mostri. Le nostre no e tanto meno i nostri apicoltori. Da quest’estate il calabrone asiatico è uno dei tanti alieni atterrati sul nostro territorio seguendo i flussi della globalizzazione.
Una vera e propria invasione, come quelle dei film americani. “Sono tra noi”.
Le specie come il calabrone asiatico si chiamano “alloctone” oppure, più giornalisticamente, “aliene”. Spesso giungendo in Italia trovano ecosistemi ideali esattamente come quelli di casa ma senza i predatori o i concorrenti che gli rendono la vita difficile in patria.
Altri esempi di specie aliene?
Sciurus carolinensis, il simpaticissimo scoiattolo grigio americano che vedete in copertina. Un portento di roditore che sta soppiantando i nostri scoiattoli rossi in varie zone del Nord ovest italiano. Introdotto come animale da compagnia qualcuno ha pensato bene di restituirgli la libertà in aperta campagna. Il danno è fatto… Prima di lasciarsi prendere da attacchi di animalismo fuori stagione o prima di disfarsi di un animale è anche bene chiedersi cosa possa succedere all’ecosistema in cui andiamo ad introdurre una nuova specie.
La tartaruga dalle guance (oppure orecchie) rosse (Trachemys scripta) esattamente come lo scoiattolo grigio è stata liberata nei nostri stagni e nei nostri fiumi con troppa leggerezza. Risultato: è diventata una specie infestante. In realtà, senza l’intervento dell’uomo, sarebbe ancora una specie tipica di Messico e Sud degli Stati Uniti, invece, ora è ovunque in Asia ed Europa… E ovviamente sta portando all’estinzione la nostra tartaruga palustre che davvero in pochi abbiamo avuto l’onore di vedere.
L’Ambrosia è una pianta americana ed è arrivata via aereo in Italia sotto forma di polline. Adesso infesta Piemonte e Lombardia ma anche regioni del Centro e del Sud. E’ una delle principali cause della recrudescenza delle allergie primaverili ed estive nel nostro paese. Effettivamente ne sentivamo la mancanza…
Il tarlo asiatico è un incubo che quando si materializza rosicchia senza posa verde pubblico e privato. E’ comparso in Lombardia nei primi anni del 2000 e ha creato enormi danni. Dal 2008 è un problema anche per le piante della Capitale ma essendo ghiotto anche e soprattutto di agrumi si teme possa raggiungere i frutteti del Sud. Sarebbero guai seri ed è un tarlo molto molto difficile da debellare. Da 15 anni si cerca di contenerne la diffusione tra vittorie e sconfitte.
Il giacinto d’acqua è una splendida pianta ornamentale, vero tocco di bellezza in stagnetti e fontane dei privati di mezzo mondo. Diventa un problema quando dai giardini entra negli specchi d’acqua esterni. A Cabras ha causato una vera moria di pesci, letteralmente soffocati dalla copertura di giacinti. Non è stato rilevato solo in Sardegna ma anche in alcune aree del Lazio.
E che dire del gambero della Louisiana? Più grande e robusto dei nostri gamberi di fiume li sta soppiantando con gravi danni alla piramide alimentare alla cui base si trovavano le larve dei gamberi nostrani. Un vero danno, un divoratore di microflora che sta spazzando letteralmente via i crostacei di casa nostra minacciati anche dal gambero australiano, quello americano e quello turco. Tutti entrati clandestinamente nell’ecosistema della penisola attraverso gli acquari dei privati o tentativi di allevamento andati storti.
Per chiudere questa piccola lista (parte di una molto più lunga in realtà) la Gambusia affinis, una piccola creatura esempio di quanto maldestri possano essere gli esseri umani quando giocano con gli ecosistemi. E’ un pesciolino originario delle paludi e lagune salmastre centramericane che è arrivato in Italia con l’investitura di stermina-zanzare. In effetti la gambusia è straordinariamente ghiotta di larve di zanzare ma è anche un pesciolino molto prolifico! E’ a tutti gli effetti, grazie all’azione dell’uomo, uno dei pesci più diffusi al mondo, da Est a Ovest da Sud a Nord. Purtroppo oltre alla zanzare rende la vita impossibile a tantissimi altri organismi che popolano le nostre acque.
Sono tra noi, li abbiamo importati noi e adesso non se ne vogliono più andare. Non è colpa degli ecosistemi che li hanno adottati, nemmeno loro che sono alieni involontari e non fanno nulla di più di quello per cui sono nati ossia riprodursi il più possibile. Fatt’è che ora ci troviamo a fare i conti con delle brutte gatte da pelare… Ma non possiamo far finta di esserne stupiti.