I consigli della specialista per gestire i disturbi e non rinunciare al riposo estivo
Tempo fa, qui su Ecocentrica, vi ho proposto un approfondimento sulla sindrome del colon irritabile e la giusta alimentazione da seguire: il post ha avuto un grande riscontro, ma non c’è da stupirsi considerando quanto è diffusa questa problematica. Secondo le ultime stime, ne soffre dal 10 al 20% della popolazione italiana, con una netta prevalenza femminile (il triplo rispetto agli uomini); il perché ancora non si conosce con certezza, così come restano in parte sconosciute le cause che scatenano la sindrome.
Non c’è nemmeno un vero e proprio esame diagnostico: solitamente si procede a esclusione, ovvero scoprendo che i sintomi non sono dovuti a patologie infiammatorie intestinali, come il Morbo di Chron, o a celiachia, perché i sintomi della sindrome del colon irritabile sono simili, ovvero dolore addominale, gonfiore, crampi, pesantezza dopo i pasti, alterazione della motilità intestinale. Purtroppo si tratta di un disturbo cronico, con cui chi è predisposto dovrà sempre fare i conti perché non esiste una cura definitiva; esistono però diversi rimedi per trattare e prevenire le manifestazioni tipiche, in modo da imparare a conviverci e non precludersi nulla nella vita quotidiana.
La sindrome dell’intestino irritabile, infatti, può veramente diventare una malattia invalidante, e chi ne soffre ha ripercussioni sulle normali attività, comprese quelle professionali, tanto che in Italia questi disturbi sono la prima causa di assenza dal lavoro. In questo periodo dell’anno, poi, la preoccupazione principale diventano le vacanze: secondo un’indagine dell’International Foundation for Functional Gastrointestinal Disorders, 2 pazienti su 3 vi hanno rinunciato almeno una volta nell’ultimo anno. Come affrontare un viaggio o trascorrere un periodo lontano da casa, senza le abitudini ormai consolidate per gestire i sintomi?
Ho girato la domanda alla Dott.ssa Paoletta Preatoni, Gastroenterologa presso l’Humanitas Medical Care viale Premuda-Milano: la buona notizia è che anche se soffrite di colon irritabile non dovete sacrificare le ferie estive, ma bisogna essere preparati. Vediamo i suoi suggerimenti.
«Il consiglio di noi specialisti è sempre quello di andare in vacanza, perché aiuta dal punto di vista psicologico: tranquillità, riposo, meno stress, spesso favoriscono il miglioramento dei disturbi. Quando un paziente chiede consigli prima di partire per un viaggio, va prima di tutto tranquillizzato; occorre solo sapere come affrontare eventuali inconvenienti.»
Perché in vacanza può essere più difficile gestire i sintomi del colon irritabile?
Foto: dilei.it
«La sindrome si presenta con due varianti possibili, una a prevalenza diarroica e una a prevalenza stitica. Il primo caso è sicuramente più problematico, perché non si ha il controllo sulla sintomatologia: lo stimolo addominale arriva improvvisamente. Il fatto di trovarsi in luoghi in cui non sono presenti bagni, affrontare lunghi viaggi, oppure organizzati in comitiva dove ci sono soste programmate, è effettivamente un limite.»
In vacanza i sintomi possono anche peggiorare?
Foto: www.saperesalute.it
«È possibile, perché qualsiasi cambiamento, di abitudini alimentari, clima, luogo, anche solo da una regione all’altra dello stesso Paese, influisce sul microbioma intestinale (ovvero la flora batterica). Acqua, cibo, caldo, modificano il normale equilibrio, e questo può portare a un peggioramento dei sintomi o trasformare una colite a prevalenza diarroica in un intestino pigro.»
I consigli per viaggiare senza preoccupazioni
Foto: www.nonsprecare.it
«I mezzi a lunga percorrenza sono dotati di servizi igienici, quindi non ci sono problemi; in aereo magari è preferibile scegliere il posto di corridoio e vicino alla toilette, in modo da raggiungerla agevolmente.
Se si sceglie di viaggiare in auto, bisogna solo avere l’accortezza di pianificare il percorso programmando delle soste in luoghi dotati di bagno.
Il mezzo meno indicato è il pullman, perché le soste sono già programmate e non si possono adattare alla proprie necessità.»
In vacanza: cosa fare (e cosa no)
Foto: www.benesserecorpomente.it
«Prima di tutto attenzione all’alimentazione. Fate pasti leggeri e scegliete cibi cucinate in maniera semplice: meglio evitare quelli troppo grassi, i fritti e gli alcolici. Seguite la classica dieta mediterranea, non facendovi mai mancare 3/4 porzioni di frutta e verdura al giorno.
Prendete tutte le precauzioni necessarie a secondo del luogo in cui vi trovate, ad esempio evitate salse e condimenti particolari se non conoscete il ristorante; in alcuni Paesi non bisogna fidarsi dell’acqua di rubinetto, perché potrebbe causare infezioni gastrointestinali che peggiorerebbero lo stato di un paziente con sindrome del colon irritabile.
L’ideale è non cambiare troppo le proprie abitudini, mantenendo il ritmo sonno-veglia e gli orari dei pasti principali il più vicino possibile a quello della quotidianità (ma senza essere troppo fiscali, a volte non avere orari prefissati favorisce il rilassamento).
Infine, ricordate di portare sempre con voi un piccolo “kit di sopravvivenza”: tra i farmaci che non devono mai mancare ci sono sicuramente gli antidiarroici e i fermenti lattici, più la eventuale terapia personale che non va mai sospesa.»
Come sostiene la dottoressa, le vacanze non sono certo controindicate, anzi, possono diventare un ottimo rimedio ai disturbi del colon irritabile: l’importante è organizzarsi, ma non rinunciate al momento che tutti noi aspettiamo con ansia durante l’anno!
Foto copertina: www.lifegate.it
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