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Inquinamento da microplastiche degli oceani causate dai tessuti: un problema enorme


inquinamento da microplastiche

Mai come negli ultimi anni si è parlato di inquinamento da plastiche e microplastiche negli oceani, con mari che sono diventati una zuppa di residui di questo materiale e si stima addirittura che nel 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci. Molta di questa plastica però e talmente piccola da non essere praticamente visibile ad occhio nudo: parliamo così di inquinamento da microplastiche, la piaga e l’incubo del terzo millennio.

L’inquinamento a livelli microscopici da prodotti derivati ​​dalla plastica è diventato un problema globale. Le microplastiche sono particelle di frammenti plastici di dimensioni inferiori a 5 mm. Inquinano il nostro ambiente ogni giorno, trasportando sostanze chimiche pericolose che hanno un impatto negativo sulla natura e quasi sicuramente anche sulla salute umana, quindi la loro ingestione attraverso l’acqua o alimenti come pesci o molluschi è di particolare preoccupazione. 

La cosa che mi ha sconvolto di più, devo ammettere, è scoprire che il 5%-10% delle microplastiche presenti in mare proviene dalle nostre lavatrici! Si, avete capito bene, si distaccano durante i lavaggi dei capi sintetici ed arrivano in mare. 

Queste particelle microplastiche non vengono trattenute dalle lavatrici né filtrate durante il trattamento delle acque reflue e di conseguenza finiscono nei fiumi e negli oceani. Quando entrano nell’ambiente acquatico, si inseriscono nella catena alimentare, creando rischi potenzialmente a lungo termine per gli organismi viventi e interi ecosistemi. 

diversi studi rivelano che le microplastiche possono agire come trasportatori di sostanze tossichedi inquinanti organici e metalli pesanti, quando queste sostanze nocive aderiscono alla superficie delle microplastiche esposte all’ambiente.

L’inquinamento da microplastiche prodotte dai tessuti è un problema enorme

Una volta fatta questa scoperta ho cercato di informarmi in maniera più approfondita e ho notato che non esistono regolamenti o leggi che valutino o limitino la quantità di microplastiche che un capo può rilasciare nell’acqua durante il processo di lavanderia, regolandone la sua composizione.

Ho cercato allora di eliminare tutti capi sintetici o misti che avevo nell’armadio, e sto comprando solo capi con 100% fibre naturali ma non è sempre possibile, soprattutto d’inverno e poi perché l’abbigliamento è un buon sfogo per riciclare la plastica, per esempio, raccolta dagli oceani.

Quindi, se devo lavare capi sintetici, quali rimedi posso attuare per risolvere il problema delle microplastiche?

Prima di parlare di questo, che è un punto di arrivo, è importante spiegare cosa sono le microplastiche in maniera precisa e in che maniera impattano così prepotentemente sui nostri mari.

inquinamento da microplastiche

L’inquinamento idrico da plastiche e microplastiche a livello globale è una preoccupazione per la salute umana e l’ambiente e una serie di potenziali rischi come danni riproduttivi, obesità e danni agli organi non sono ancora completamente compresi.

Il termine microplastica si riferisce a piccole particelle di materiale polimerico, di dimensioni inferiori a 5 millimetri. A seconda della loro origine, le microplastiche sono classificate come microplastiche primarie o microplastiche secondarie.

Le microplastiche primarie sono materie plastiche che vengono scaricate direttamente nell’ambiente sotto forma di piccole particelle che sono:

  • Aggiunte intenzionalmente a prodotti, come cosmetici, gel doccia o dentifrici (del legame tra microplastica e cosmetici ve ne ho già parlato qui);
  • Derivano dall’abrasione di oggetti in plastica durante il processo di fabbricazione, uso o manutenzione, come le microplastiche risultanti da pneumatici o indumenti durante i processi di produzione e lavaggio.

Le microplastiche secondarie invece si originano in seguito alla degradazione di oggetti plastici più grandi, in frammenti di plastica più piccoli, una volta esposti all’ambiente. Questo processo si verifica come risultato di vari fattori ambientali come fotodegradazione (per effetto del calore e della luce), ossidazione, umidità, temperature estreme, ecc. Alcuni esempi di microplastiche secondarie sono quelle risultanti da rifiuti di plastica, come borse della spesa, reti da pesca o bicchieri di plastica.

Le microplastiche legate ai tessuti e al lavaggio fanno parte della prima classificazione.

Della produzione attuale di fibre a livello globale (107 milioni di tonnellate nel 2018), il 62% può essere attribuito alla produzione di fibre sintetiche, con il poliestere la fibra più prodotta, che rappresenta il 51,5% della produzione totale di fibre.

inquinamento da microplastiche

Perdita di microplastiche dal processo di lavanderia degli indumenti domestici

Durante il processo di lavaggio degli indumenti tessili, i tessuti sono soggetti a sollecitazioni meccaniche e abrasioni che provocano la frammentazione dei fili di fibra, e di conseguenza provocano la dispersione in acqua delle microplastiche primarie. Queste vengono trasportate dall’acqua e attraversano la barriera degli impianti di depurazione, finendo in diversi corpi idrici.

Di conseguenza, le microplastiche rilasciate dagli indumenti durante il processo di lavanderia entrano nella catena alimentare e possono causare importanti danni non solo ambientali ma anche alla salute degli esseri viventi. 

Come evitare le microplastiche effettuando i lavaggi correttamente: ecco alcuni consigli utili

Quindi, se devo lavare capi sintetici, come posso fare per ridurre la formazione di microplastiche?

  • Lavare a bassa temperatura, cosa che fa bene anche ai capi, 30\40° al massimo per ridurre il rilascio di microplastica e di colore;
  • Effettuare i lavaggi a pieno carico perché – oltre a risparmiare acqua ed energia – i capi sfregano meno e rilasciano meno microplastiche. Per lo stesso motivo non mettere insieme ai capi scarpe o altri oggetti solidi che portano ad una maggiore rottura delle fibre;
  • Lavaggi brevi, bassa velocità per la centrifuga, l’uso dell’ammorbidente limita la rottura delle fibre e ovviamente detersivi eco-bio;
  • Abolizione totale del programma asciugatrice che libera grandi quantità di microplastica;
  • Uso di Guppyfriend, una washing bang che funge da filtro per lavare capi con fibre sintetiche che riduce già la perdita di microfibre e blocca, raccogliendole, più del 90 % delle microplastiche.
inquinamento da microplastiche

Guppyfriend è una washing bag in poliammide formata da maglie molto strette e composte, che differiscono nella struttura dai filamenti, così non rischiamo di trattenere le fibre degli indumenti e rilasciare quelle del sacchetto. 

La struttura della bag permette l’assoluta permeabilità di acqua e sapone, in modo da assicurare il perfetto lavaggio dei capi, i residui trattenuti al suo interno vanno poi buttate nell’indifferenziato prima di stendere il sacchetto ad asciugare insieme al nostro bucato. 

Preservare il nostro ambiente è una nostra responsabilità sociale, ridurre gli sprechi, fare attenzione alla qualità dei capi che compriamo è un nostro dovere!

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