Punto di vista

Le risorse naturali del 2018? Sono già finite!


Cos’è l’Overshoot Day (e perché ogni anno cade sempre prima)

“Overshoot Day: da oggi siamo in debito con le risorse della Terra”, più o meno così hanno titolato i giornali lo scorso 1° di agosto, quando è caduto l’Overshoot Day del 2018. Ma di cosa si tratta esattamente? E cosa significa essere in debito con il pianeta? Quasi tutti gli articoli che ho letto davano queste premesse quasi per scontate, quindi vediamo di fare un po’ di chiarezza: scopriamo cos’è il Giorno del debito ecologico (per dirla all’italiana), cause e conseguenze, ma soprattutto cosa possiamo fare per invertire la rotta al più presto.

COS’È L’EARTH OVERSHOOT DAY

Foto: www.focusjunior.it

Istituito per la prima volta nel 1971 dalla Ong di ricerca ambientale Global Footprint Network, è il giorno in cui l’umanità esaurisce le risorse naturali che la Terra genera in un anno, e che quindi dovremmo farci bastare per 12 mesi; immaginate di avere nel frigo sufficiente cibo per pranzo e cena, ma di finirlo tutto all’ora di pranzo, in un attacco di voracità.
Come viene calcolato? Il Global Footprint Network prende come riferimento alcuni parametri (consumo di frutta, verdura, carne, pesce, acqua, legno) e li confronta con la biocapacità della Terra, ovvero quanto può produrre in anno. Purtroppo, la domanda mondiale è parecchio superiore, e aumenta costantemente.

IL 1° AGOSTO ABBIAMO FINITO LE RISORSE DI TUTTO IL 2018

Foto: www.overhshootday.org

Guardando la tabella con gli Overshoot Day degli anni passati, una cosa salta subito all’occhio: dagli anni ’70 a oggi, questo giorno arriva sempre prima. Siamo passati dal 21 dicembre del 1971, al 23 settembre del 2000, al 1° agosto di quest’anno, con un giorno di anticipo rispetto al 2017; siamo sempre più insaziabili, per soddisfare le nostre richieste ci vorrebbero le risorse di quasi 2 pianeti (1,7 per la precisione).
E gli italiani non sono certo i più virtuosi, perché per noi l’Overshoot Day sarebbe arrivato ancora prima rispetto alla media mondiale, ovvero il 24 maggio, tanto che avremmo bisogno di oltre 4 “Italie”; ed esistono anche Paesi con un impatto ambientale ancora maggiore: per Qatar e Lussemburgo il giorno del debito ecologico sarebbe stato rispettivamente il 9 e il 19 febbraio!

Foto: www.overshootday.org

Naturalmente, aver già finito le risorse del pianeta non significa che allora ci fermiamo qui e aspettiamo pazientemente fino all’anno nuovo, perché la richiesta di cibo, acqua, fibre naturali per l’abbigliamento e tutto il resto non si arresta mai. E allora cosa succede? Che sfruttiamo (ancora di più) la Terra, le chiediamo, insomma, un credito. Vi faccio un altro esempio pratico: una persona ha uno stipendio mensile, ma sperperando qua e là, a metà mese è già finito; come arrivare a fine mese? Si chiede un prestito. Ma se già lo stipendio non basta per un mese, durerà ancora meno con le rate del prestito da restituire, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. E noi con la Terra siamo indebitati fino al collo, perché chiediamo sempre di più senza mai restituire niente.

CAUSE…

Foto: www.ecodin.it

Secondo il WWF, partner di Global Footprint Network, un peso enorme sull’impronta ecologica mondiale ce l’hanno la produzione di cibo e i rifiuti, compresi quelli relativi allo spreco alimentare (pensate che in media 1/3 degli alimenti finisce nell’immondizia).
La produzione alimentare, soprattutto quella di origine animale, ha sicuramente un alto impatto ambientale in termini di uso di risorse, inquinamento, consumo di suolo, emissioni di CO2 e altri gas serra e spreco idrico: per darvi un’idea, per realizzare 1 kg di carne servono 15.500 litri d’acqua!
A incidere poi sono anche il settore dei trasporti e delle fonti fossili.

… E CONSEGUENZE

Foto: www.terranuova.it

Concedere prestiti per il pianeta non è semplice, e se non rispettiamo i suoi limiti, a rimetterci saremo noi per primi. Alcune conseguenze di questo sfruttamento delle risorse sono già sotto i nostri occhi: deforestazione, consumo di suolo, mancanza d’acqua dolce, aumento della CO2 in atmosfera, che amplifica sempre di più i cambiamenti climatici. Per colpa della siccità, si calcola che fra 30 anni almeno 4 miliardi di persone vivranno in aree vittime della desertificazione, aumentando i flussi migratori.
Il WWF è particolarmente preoccupato per la perdita di biodiversità, causato soprattutto da deforestazione e distruzione degli habitat, che sta portando alla sesta estinzione di massa; ormai, meno del 25% della superficie del pianeta è ancora al suo stato naturale, e nel 2050 ne resterà appena il 10%. Non si salva nemmeno il mare, perché oggi solo il 13% degli oceani è ancora incontaminato.
Cambiamenti climatici e degrado del suolo potrebbero mettere in crisi le produzioni agricole, destinate, di questo passo, a ridursi fino al 50% entro il 2050.

COSA POSSIAMO FARE NOI?

Foto: www.overshootday.org

Ecco la buona notizia: molto. Basterebbe uno sforzo davvero minimo, perché posticipare l’Overshoot Day di soli 4 giorni e mezzo, sarebbe sufficiente per risanare il debito ecologico entro il 2050.
Sul sito overshootday.org ci sono diverse azioni quotidiane da intraprendere per partecipare al movimento #MoveTheDate, ovvero spostare in avanti questa data, cose che possiamo fare tutti e subito: limitare lo spreco alimentare e il consumo di carne, utilizzare meno l’auto contribuendo ad inquinare meno le città, passare a un fornitore di energia elettrica da fonti rinnovabili. In particolare, se tutti dimezzassimo le porzioni di carne, sposteremmo avanti di 16 giorni l’Overshoot Day; sostituire 1 volta su 3 l’auto con i mezzi pubblici, ci regalerebbe 12 giorni in più; dimezzare le emissioni del settore energetico poi porterebbe la data avanti di ben 93 giorni.

 

Immaginate che, ogni volta in cui scegliete di compiere uno di questi piccoli gesti, state depositando una banconota in banca per il futuro: il giorno in cui avrete bisogno di quei soldi, ringrazierete di averlo fatto. Funziona esattamente così, solo che l’ambiente è ancora più prezioso.

 

Foto copertina: it.blastingnews.com

 

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