Siamo abituati a vederle e a pensarle come isole incontaminate del turismo di élite. Certo, l’atollo è grande: spiagge bianche, lagune, stupende palafitte dotate di ogni confort, romantiche piroghe. Ma a quanto pare ogni medaglia ha la sua seconda faccia. Come questa. Incredibile…
La denuncia è del Corriere della sera: l’isola di Thilafushi, alle Maldive, non è un atollo incontaminato circondato dalle acque blu dell’oceano Indiano. È esattamente il suo opposto: un’isola- discarica sommersa di rifiuti!
Lungo 7 chilometri, l’«atollo» vicino a Malè è stato destinato, a partire dagli anni ‘90, a raccogliere la spazzatura prodotta nell’arcipelago: il lato oscuro del paradiso e del turismo.
Secondo gli esperti ogni visitatore straniero produce infatti circa 3,5 kg di immondizia al giorno, il doppio di un autoctono. A Thilafuni ogni giorno arrivano 400 tonnellate di spazzatura. E’ stata la film maker Alison teal, 27 anni, che ha scoperchiato questo orrore decidendo di raccontare questo aspetto poco noto delle Maldive con un reportage realizzato insieme ai fotografi Mark Tipple e Sarah Lee. Incredibile!
michele
7 Ottobre 2014 at 7:25Senza parole
Tessa Gelisio
7 Ottobre 2014 at 17:42ehhh
emanuela
14 Ottobre 2014 at 16:23Tessa… tutto ciò è terribile …. avevo visto tempo fa un documentario sul Madagascar che denunciava lo stesso scemmpio… io vendo vacanze… e vendo anche le Maldive…. sono senza parole…. il genere umano è davvero indegno… non è capace di rispettare questo ecosistema miracoloso…. che Dio ci illumini!
Tessa Gelisio
15 Ottobre 2014 at 13:07se ci pensi, basterebbe così poco!