Perché i pannolini usa e getta sono un problema e le alternative
La sovrappopolazione è un problema serio che prima o poi dovremmo affrontare: se oggi, che siamo 7 miliardi e mezzo di persone, già non riusciamo a farci bastare le risorse del pianeta, come faremo quando nel 2050 arriveremo a 9-10 miliardi?
In realtà le risorse non sono poche, sono sicuramente sfruttate male: secondo la FAO si potrebbero sfamare anche 20 miliardi di persone, a patto però di una gestione più responsabile. La soluzione perciò è una sola: ridurre l’impatto sull’ambiente di ciascuno di noi, partendo dalle azioni quotidiane, che è quello che cerco di diffondere con questo blog.
Abbiamo parlato spesso di cosmetici bio per tutta la famiglia (anche dei migliori marchi per bambini), eco detersivi, abbigliamento e moda green anche per i più piccoli; un argomento che non abbiamo ancora affrontato, ma a cui ho dedicato un capitolo nel mio libro “Ecocentrica”, sono i pannolini.
Fino al 1961, anno in cui venne inventata la versione usa e getta, si utilizzavano stoffe a forma triangolare da lavare, far asciugare e riutilizzare: le mamme di allora avranno tirato un bel sospiro di sollievo! Se però i pannolini che conosciamo noi sono più pratici e più veloci da utilizzare, c’è anche il rovescio della medaglia.
Primo, l’ambiente: i pannolini usa e getta sono la principale fonte di inquinamento che si produce quando si ha un bambino. Costituiscono una montagna di rifiuti non riciclabili impossibile da smaltire, e con “montagna” intendo 6 milioni al giorno in Italia, quasi 3 miliardi l’anno, tanto che costituiscono il 20% dei rifiuti prodotti ogni anno.
La produzione mondiale di pannolini impiega 82mila tonnellate di plastica e 1,3 milioni di tonnellate di polpa di legno: un bambino in 3 anni ne usa circa 4.500, che costano la vita a 10 alberi di grandi dimensioni.
Inoltre, per decomporsi impiegano 500 anni (e nel frattempo inquinano con sostanze inquinanti).
Secondo aspetto, il peso economico: circa 1.500 € per ogni bambino!
Terzo aspetto, la salute. Non si può sapere con esattezza come ogni pannolino sia composto, ma essendo materiali sintetici, c’è il rischio che contengano sostanze dannose, a cominciare dai coloranti e profumi di sintesi, responsabili delle sempre più frequenti allergie e dermatiti da contatto. Ma c’è di peggio: lo strato interno per assorbire il bagnato è a base di gel chimici, derivati dal petrolio; i pannolini vengono sbiancati con cloro, che può rilasciare diossina, una sostanza tossica e cancerogena; i materiali plastici flessibili poi contengono quasi sempre ftalati, pericolosi interferenti endocrini, soprattutto per bambini e neonati. Per finire, una rivista francese, “60 milioni di consumatori”, ha svolto delle analisi su 12 marche di pannolini usa e getta, trovando nella maggior parte dei prodotti anche tracce di glifosato e altri pesticidi.
Ho usato argomenti abbastanza convincenti? Se volete passare alla versione ecologica dei pannolini, vi do subito due alternative.
PANNOLINI LAVABILI
Non sono più come quelli utilizzati dalle nostre nonne: o meglio, hanno gli stessi punti di forza, ma sono comunque molto più pratici. Si possono trovare di diversi tipi e modelli, ad esempio con la parte esterna staccabile dalla parte assorbente, così da dover lavare solo l’inserto. Sono realizzati in materiali naturali come canapa, bambù, cotone biologico, che non irritano la pelle.
La differenza rispetto al passato è che oggi abbiamo la lavatrice: e i pannolini si possono tranquillamente lavare insieme al resto del bucato. Per quanto riguarda il lato economico, un kit da 20 pezzi è considerato sufficiente a coprire i cambi e la spesa può variare dai 250 ai 500 € (contro i 1.500 di quelli usa e getta!). E se vi preoccupa il costo di lavatrice, acqua, energia e detersivi, vi tranquillizzo subito: il risparmio è comunque almeno del 50%.
La cooperativa italiana ItalMami nasce dall’esperienza personale delle donne che l’hanno fondata; i loro pannolini sono realizzati con materiali quanto più possibile italiani, in bambù o cotone biologico certificato ICEA.
Sul portale Altramoda invece trovate quelli di Charlie Banana, unisex e a taglia unica, composti da canapa e cotone bio, mentre su Ecoalma ci sono vari marchi e modelli, tutti ecologici, realizzati in bambù, canapa, cotone biologico.
Anche Popolini, un marchio che abbiamo visto quando abbiamo parlato di abbigliamento, propone i pannolini lavabili: in particolare quelli della linea Organic, 100% in cotone biologico.
PANNOLINI USA E GETTA BIODEGRADABILI
Se proprio non volete rinunciare all’usa e getta, almeno preferite quelli biodegradabili, a basso impatto per l’ambiente e sicuri per i bambini: la cellulosa, certificata FSC per la gestione responsabile delle foreste, non viene trattata con il cloro e la parte impermeabile, anziché in plastica, è in Mater-bi, materiale che si decompone velocemente ed è anche compostabile.
Un esempio sono i pannolini Nappynat, che a dispetto del nome sono di un’azienda italiana: il 98% del prodotto si degrada in 3 mesi (tutto tranne le alette adesive, che vanno tolte e gettate nell’indifferenziata), le materie prime sono di origine vegetale, come il cotone organico, ed è biodegradabile anche la confezione esterna, sempre in Mater-bi e con inchiostri atossici e certificati bio.
Made in Italy anche quelli di Bebè Nature, che trovate online o nelle farmacie: sono in cellulosa naturale, non sbiancata con additivi chimici, atossici e ipoallergenici, e l’azienda aderisce a un programma per la riforestazione.
Ma la scelta in rete è vasta: potete trovarli anche su alcuni portali come Minimo Impatto, dove ci sono tantissimi marchi, come la linea Naturaè, in fibre vegetali (la cellulosa proviene da foreste gestite in maniera responsabile), con lo strato esterno in bioplastica derivata dal mais, sono certificati Ecolabel e sono biodegradabili e compostabili.
Le alternative non mancano, quindi non ci sono davvero scuse: essere genitori green è fondamentale per crescere figli consapevoli e rispettosi dell’ambiente!
4 Comments
Angelica Habanero
3 Maggio 2019 at 16:17Queste informazioni sui pannolini ecologici sono molto utili, una mia cara amica sta cercando un’alternativa biodegradabile per evitare di usare quelli lavabili. Grazie per le preziose indicazioni.
Tessa Gelisio
4 Maggio 2019 at 17:33Prego! Anzi, segnalale anche questo portale italiano che ho scoperto di recente: https://www.bambinomio.com/it/
Ilaria
6 Maggio 2019 at 10:14Ciao! Ho appena scoperto, cercando un po’ su internet e nei siti dei produttori che purtroppo sono tutti compostabili al 90% quindi non possono andare nell’umido. Solo i Natura è, che però sono molto “plasticosi” e duri a differenza di Nappychat, Naty o altri che ho provato e che purtroppo vanno anch’essi nell’indifferenziata. Ciao!
Tessa Gelisio
6 Maggio 2019 at 23:23Solitamente la parte non compostabile sono le linguette: basta rimuoverle, dopodiché si può gettare il pannolino nell’umido!