La diffusione di questa malattia e le strategie per combatterla
Ricordate quando abbiamo parlato dei nonni e di quanto siano speciali nella vita? Citando una recente ricerca condotta da AstraRicerche su commissione dell’azienda Pfizer, intitolata “Gli italiani, il ‘valore’ delle generazioni più anziane e la prevenzione della polmonite”, leggevo le risposte degli intervistati, quasi tutti unanimi nell’affermare come gli anziani, e in particolare i propri nonni, siano delle figure di riferimento, e vi ho raccontato dei miei nonni, anche loro fondamentali per la persona che sono oggi.
La ricerca però non si fermava qui. Ho intitolato quel post “Nonni supereroi a rischio estinzione” perché la fascia d’età degli over 60 è quella più a rischio, più esposta a malattie serie come la polmonite, e meno consapevole sulla propria salute, le cure e soprattutto la prevenzione. Le statistiche dicono che la polmonite causa, solo in Italia, 9.000 decessi l’anno, e nel 96% dei casi si tratta di persone con più di 65 anni d’età; eppure, tra gli over 60 intervistati, solo 1 su 10 afferma di sentirsi a rischio.
Iniziamo facendo un po’ di chiarezza su cosa sia realmente la polmonite: ce lo spiega il Prof. Blasi, Responsabile dell’U.O. di Broncopneumologia presso l’IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Cà Granda di Milano. «La polmonite è una patologia respiratoria acuta, che ha per lo più origine virale o batterica ed è la prima causa di decessi per malattie infettive nei Paesi Occidentali.»
Tra le polmoniti batteriche, la causa più frequente (circa il 40% dei casi) è lo pneumococco: «un batterio presente normalmente nel corpo umano a livello del naso-faringe. È generalmente innocuo ma in alcune circostanze, in particolare nei soggetti più deboli, se si diffonde dal naso-faringe verso i polmoni, le orecchie e le meningi cerebrali può provocare alcune gravi patologie, dalla meningite alla polmonite. Negli anziani, la più frequente è la polmonite.»
Eppure, dicevamo, gli ultra 60enni non si sentono particolarmente esposti: intervistati per la precedente versione della ricerca, condotta nel 2015, il 71% di essi affermava di essere la categoria più a rischio; quest’anno, invece, la percentuale è scesa al 61%.
Ho chiesto al Prof. Blasi di spiegarci perché invece siano proprio loro ad essere i più colpiti: « L’avanzare dell’età è associato ad una diminuzione della funzionalità delle difese immunitarie e a una maggior frequenza di patologie croniche che, a loro volta, compromettono ulteriormente alcuni meccanismi di difesa.».
Il Dott. Conversano, Past President della Società Italiana di Igiene e Presidente dell’Alleanza per l’invecchiamento Attivo, aggiunge: «Le persone di qualunque età con malattie croniche o che hanno assunto farmaci che li hanno indeboliti, sono ad elevato rischio di sviluppare una malattia da pneumococco.»
E spiega anche quanto questa malattia possa essere contagiosa: «Lo Pneumococco circola con facilità da soggetto a soggetto per cui è contagioso; si trasmette attraverso l’aria tramite le goccioline di saliva, emesse con tosse, starnuti o il semplice parlare. Spesso si tratta di portatori sani che non hanno sintomi di malattia ma hanno il batterio nel loro naso o gola e possono diffonderlo.»
Foto: www.donnamoderna.com
Ecco qualche numero per farvi capire la portata di questa diffusione: in Europa si stimano 3 milioni di casi di polmonite l’anno, con 1 milione che necessita di ricovero ospedaliero; e sono quelli con la prognosi peggiore. Aggiunge il Prof. Blasi: «La prognosi della polmonite che si può gestire a domicilio è buona, con una mortalità di solito inferiore al 1-3%, ma quella che necessita il ricovero ha una mortalità ancora oggi intorno al 7-10%; se poi vi è la necessità di ricovero in Unità Intensiva, la mortalità supera il 25%.» In costi sanitari, questo si traduce in 10 miliardi di euro annui per l’Europa, di cui 500 milioni in Italia.
Tutte cifre che si potrebbero drasticamente ridurre con una corretta prevenzione: «L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che la promozione della prevenzione vaccinale della popolazione più a rischio sia prioritaria», aggiunge il dottor Conversano. «È dunque importantissimo vaccinarsi contro lo pneumococco, anche perché diversi ceppi sono resistenti ad alcuni antibiotici, quindi più difficili da curare. La vaccinazione, perciò, resta l’unica strategia di salute pubblica che, riducendo l’incidenza della malattia pneumococcica, svolge un ruolo determinante nel ridurre il carico globale della malattia.»
Foto: www.meteoweb.eu
Cosa penseranno i nostri over 60 in merito a prevenzione e vaccino? Purtroppo alcuni falsi miti sono duri a morire. Se il 66% pensa che la polmonite si possa prevenire, è sulle modalità che c’è qualche lacuna: solo il 28% pensa al vaccino, la stragrande maggioranza di risposte va al “mantenersi in buona salute” e allenare il sistema immunitario, seguito da “lavarsi le mani con acqua e sapone”. Considerando l’intero campione, solo 1 intervistato su 3 pensa che la prevenzione passi attraverso la vaccinazione, nonostante rispetto a due anni fa siano aumentate sia la conoscenza del vaccino contro la polmonite (+12%, +19% negli over60) sia il numero di persone che dichiarano di essere vaccinate contro la polmonite (+4,8%). Tra coloro che non si dichiarano vaccinati, solo il 38,5% degli over 60 intende farlo e tra i 70-85enni la motivazione principale è il non sentirsi soggetti a rischio.
Come suggerisce il Dott. Conversano, «è importante che aumenti la consapevolezza del rischio di contrarre la polmonite, e che tutti usufruiscano del proprio diritto ad essere vaccinati. I nuovi LEA prevedono che da quest’anno il vaccino antipneumococcico sia raccomandato e gratuito in tutte le regioni d’Italia per tutti coloro che hanno 65 anni o per chi ha patologie polmonari croniche, malattie cardiovascolari o il diabete.»
Se conoscete persone anziane, o avete ancora i nonni, parlate con loro, aiutateli a capire a cosa potrebbero andare incontro e al modo migliore per difendersi. Come ha detto qualcuno, “Il sorriso di un nonno è un tesoro da custodire tra le più grandi ricchezze.”
No Comments