Il nostro Paese vanta una biodiversità straordinaria, caratterizzata da un elevato numero endemismi. L’impatto umano minaccia però la sopravvivenza di molte specie animali.
La perdita di biodiversità rappresenta un grave problema mondiale e i numeri catastrofici non lasciano spazio a dubbi: siamo nel bel mezzo della sesta estinzione di massa della storia della Terra. Tra il 1970 e il 2014, come riportato dal Living Planet Report del Wwf, le popolazioni globali di vertebrati sono diminuite del 60 per cento e questo fenomeno non risparmia il nostro Paese.
L’Italia, grazie alla sua peculiare posizione geografica e alla sua varietà di climi e ambienti, ospita una fauna molto diversificata (sono presenti 590 specie di vertebrati terrestri o d’acqua dolce), caratterizzata da un elevato numero di specie endemiche, ovvero presenti esclusivamente nel nostro Paese (circa il 10 per cento della fauna italiana). Per dare un’idea del nostro patrimonio faunistico, basti pensare che in Italia vive circa un terzo di tutte le specie animali presenti in Europa. Molte specie italiane sono però minacciate e alcune rischiano di estinguersi, lasciando un vuoto incolmabile.
L’Italia è un hot spot di biodiversità
Le cause del declino
La biodiversità italiana, come d’altronde in tutto il mondo, è minacciata dall’impatto delle attività umane. La perdita di habitat è il fattore principale (la densità media di popolazione umana in Italia è la più alta d’Europa), cui si sommano l’inquinamento, gli effetti della crisi climatica in corso, il bracconaggio, lo sconsiderato sfruttamento delle risorse e l’impatto delle specie alloctone.
Le specie più a rischio
Per comprendere quali siano le specie più minacciate, e ottimizzare gli sforzi di conservazione, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare ha pubblicato la Lista Rossa degli animali italiani. Per quanto riguarda i vertebrati, dalla lista è emerso che, delle 672 specie valutate, 6 sono estinte recentemente, mentre 161 sono le specie a rischio. In base ai dati a disposizione, i ricercatori stimano che complessivamente circa il 31 per cento dei vertebrati italiani sia minacciato.
Il fratino è un piccolo uccello limicolo, minacciato dal degrado e dall’antropizzazione delle coste italiane
Ho provato a scegliere dieci specie che rappresentano il nostro inestimabile patrimonio faunistico in pericolo. Come ogni classifica, sarà parziale e assolutamente non esaustiva. Ho però cercato di inserire specie a rischio appartenenti a diverse classi, per cercare di spaziare su tutta l’incredibile varietà di forme di vita che popola la penisola, la cui scomparsa renderebbe vano un processo evolutivo di milioni di anni e renderebbe l’Italia un po’ più vuota.
Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus)
L’orso marsicano, sottospecie di orso bruno endemica dell’Italia centrale, è tra i mammiferi più rari del pianeta. La specie è classificata come “in pericolo critico” dalla Lista Rossa dei vertebrati italiani. La popolazione, concentrata nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, conta appena 50-55 individui. Tra le cause del suo declino ci sono il bassissimo tasso riproduttivo, il bracconaggio e le collisioni le automobili.
Gipeto (Gypaetus barbatus)
Questo enorme e affascinante avvoltoio è considerato estinto come nidificante dalle Alpi all’inizio del Novecento ed è stato dichiarato ufficialmente estinto in Italia nel 1969. Grazie a efficaci progetti di reintroduzione europei il gipeto, classificato “in pericolo critico”, è timidamente tornato a nidificare nel nostro Paese, nel Parco Nazionale dello Stelvio.
I gipeti sono circa 10mila, tra Asia, Africa ed Europa, in Italia ne rimangono solo una decina di coppie
Lucertola delle Eolie (Podarcis raffoneae)
Questo sauro di medie dimensioni endemico delle isole Eolie vive in un’area circoscritta, inferiore a 100 chilometri quadrati, e conta appena quattro popolazioni, ritenute tutte in declino. A causa della sua ristretta distribuzione è il rettile italiano più a rischio estinzione, ed è ritenuto “in pericolo critico”, anche a causa della competizione con altre specie simili introdotte dall’uomo.
Nottola gigante (Nyctalus lasiopterus)
Anche la nottola gigante è classificata “in pericolo critico” ed è una delle specie di chirotteri più rare in Italia. La scarsità di avvistamenti fa anzi temere che la specie possa essere estinta. In Italia la specie, secondo quanto riportato dal Comitato Italiano della Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), sinora è stata segnalata con sicurezza solo in Toscana e la Sicilia.
Squalo volpe (Alopias vulpinus)
Il Mediterraneo è caratterizzato da un’elevatissima varietà di pesci cartilaginei, come squali, razze e chimere. Molte di queste specie sono però a rischio estinzione. Tra queste lo squalo volpe, specie pelagica e costiera ritenuta “in pericolo critico” e minacciata principalmente dalle onnipresenti attività di pesca.
Come molti squali che vivono nelle nostre acque, anche lo squalo volpe è minacciato dalle attività di pesca
Aquila di Bonelli (Aquila fasciata)
L’aquila di Bonelli, anch’essa “in pericolo critico”, in Italia nidifica ormai solo in Sicilia, e la popolazione ha dimensioni pericolosamente ridotte. Perdita di habitat, disturbo antropico nei siti di nidificazione e bracconaggio sono le cause del declino di questo inconfondibile rapace, caratterizzato dalla macchia bianca presente sul dorso.
Euphydryas maturna
Non solo vertebrati, l’Italia ospita anche un gran numero di invertebrati unici e meravigliosi. Per quanto riguarda le farfalle il nostro Paese, dopo la Turchia, è lo stato europeo col più alto numero di specie. Tra queste spicca Euphydryas maturn, lepidottero “in pericolo critico”, presente con una sola popolazione in provincia di Cuneo, che conta meno di 250 individui.
Ombrina bocca d’oro (Argyrosomus regius)
L’ombrina bocca d’oro è un pesce marino che vive in acque poco profonde sulle coste sabbiose e rocciose. Negli ultimi anni le popolazioni hanno subito un grave declino (si ritiene superiore all’80 per cento negli ultimi 75 anni), soprattutto a causa dell’eccessivo sfruttamento, per cui la specie è classificata “in pericolo critico”.
Ululone appenninico (Bombina pachypus)
Ritenuto “in pericolo”, questo piccolo anuro è facilmente riconoscibile per via della variopinta colorazione ventrale, giallo-arancione, e delle caratteristiche pupille a forma di cuore. Frequentatore di pozze temporanee, l’ululone appenninico è a rischio soprattutto a causa della perdita di habitat per scopi agricoli.
Lontra (Lutra lutra)
Diffusa un tempo in molte regioni italiane, la lontra è stata sterminata fino all’estinzione, sia per la sua pregiata pelliccia che perché ritenuta una sgradita concorrente dai pescatori. Oggi questo elegante mustelide acquatico è classificato “in pericolo” e nel nostro Paese sopravvive soltanto in Italia meridionale, con una popolazione stimata in 230-660 individui.
La straordinaria pelliccia della lontra è stata per secoli la causa della sua persecuzione
L’importanza della biodiversità
Oltre al suo innegabile e inestimabile valore intrinseco, la biodiversità è importante perché ci fornisce una serie di indispensabili servizi ecosistemici. Alcune specie animali, ad esempio, contribuiscono al mantenimento della fertilità del suolo e all’impollinazione delle colture. Altre invece rappresentano preziose attrazioni turistiche, in grado di rendere unico e ambito il luogo che le ospita. Il nostro Paese (e noi stessi) ha il dovere di salvaguardare questo capitale unico al mondo, così come tutela le sue ricchezze storiche e artistiche.
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