Le iniziative per visite mediche e screening salva vita
Il tumore al seno continua a fare paura. Colpisce senza pietà e non accenna ad arrestarsi, anzi, è in costante aumento, nel mondo come in Italia: con circa 52.000 nuovi casi l’anno, solo nel nostro Paese, è il tumore femminile più frequente. «Negli ultimi 5 anni abbiamo avuto un aumento del 15%», mi spiega il Dott. Alberto Testori, Direttore Associato della Breast Unit di Humanitas. E purtroppo non è l’unico dato allarmante: «Il 40% delle nuove diagnosi avviene in donne con età inferiore ai 50 anni.»
Se questa è la “cattiva notizia”, per fortuna c’è anche quella buona, perché i progressi scientifici, soprattutto in fatto di strumenti di prevenzione, hanno permesso di migliorare la prognosi rispetto al passato, quando un tumore al seno era spesso una sentenza di morte. Fare prevenzione significa quindi avere le migliori possibilità di guarigione, come dimostrano le tante donne che hanno vinto questa battaglia e sono tornate a condurre una vita normale: e per sensibilizzare su questo tema, ogni anno il mese di ottobre è dedicato a campagne ed iniziative sulla prevenzione del tumore al seno.
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Ho deciso di dare anch’io un contributo affrontando l’argomento qui su Ecocentrica, intervistando il Dott. Testori, che ci spiega come prevenzione e diagnosi precoce possano salvare la vita.
I FATTORI DI RISCHIO
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Innanzi tutto: è possibile prevenire l’insorgenza del tumore al seno? Ci sono dei fattori che predispongono allo sviluppo della malattia? Sì, e sono diversi: «Età (man mano che aumenta, aumenta anche il rischio); l’avere già avuto una neoplasia della mammella; menarca precoce; menopausa tardiva; utilizzo prolungato della pillola anticoncezionale; utilizzo prolungato della terapia ormonale sostitutiva dopo i 50 anni; prima gravidanza in età superiore ai 30 anni; mancato allattamento. Senza dimenticare la familiarità, soprattutto se ad avere avuto un tumore al seno è stato un parente di primo grado come una mamma o una sorella, e i fattori di rischio genetici: circa il 7% delle neoplasie mammarie è causata da una mutazione di alcuni geni, che può avvenire per ereditarietà o per cause ambientali.»
Se questi vengono definiti fattori di rischio non modificabili, perché non dipendono da noi, ce ne sono anche altri su cui invece possiamo intervenire, a cominciare dallo stile di vita: «Sono da evitare largo consumo di alcolici, fumo (molti studi hanno dimostrato una correlazione tra fumo di sigaretta e carcinoma mammario), sovrappeso, soprattutto dopo i 50 anni. L’alimentazione ha un ruolo importante, si è osservato come l’incidenza di questo tumore sia più bassa in Paesi dove si assumono pochi grassi saturi; inoltre anche una dieta ricca di zuccheri sembra possa aumentare il rischio di tumore al seno e pare che ci sia anche una correlazione con l’eccessivo consumo di carni rosse .
I CONTROLLI PERIODICI
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Se quanto detto fa parte della cosiddetta “prevenzione primaria”, perché serve per abbassare il rischio di comparsa del tumore, c’è anche l’altra faccia della medaglia, la prevenzione secondaria, ovvero la diagnosi precoce.
Quali sono i controlli consigliati, in base all’età?
«La prima visita senologica deve essere eseguita al compimento del 25esimo anno d’età.
Dai 30 ai 40 anni è importante, in occasione della visita, eseguire anche un’ecografia, a cadenza annuale.
Dai 40 anni in poi, oltre all’ecografia e alla visita senologica, deve essere seguita anche la mammografia. Questo perché il tessuto mammario va incontro ad una trasformazione nel corso degli anni: intorno ai 40 anni, la componente ghiandolare si trasforma in componente adiposa. Ecografia e mammografia diventano esami complementari, la prima permette di studiare la componente ghiandolare, mentre la mammografia la componente adiposa.
Questo però in linea generale, perché in casi particolari, ad esempio con una certa familiarità, è utile anticipare la mammografia ai 35 anni d’età.»
La diagnosi precoce ha cambiato completamente l’aspettativa di vita delle donne colpite da tumore al seno: «Grazie agli screening, oggi siamo in grado di scoprire la malattia quando è ancora in una fase embrionale, prima che dia manifestazioni, con percentuali di sopravvivenza che superano il 95% dei casi.»
Gli appuntamenti per il mese della prevenzione
Anche gli ospedali Humanitas aderiscono all’iniziativa, proponendo per tutto ottobre visite mediche gratuite ma anche incontri aperti al pubblico ed eventi culturali. Tra gli altri, vi segnalo la mostra fotografica dedicata alle testimonianze di 12 donne che hanno sconfitto questa malattia; Mamazone, la conferenza annuale sul tumore al seno dedicata all’importanza di alimentazione e stili di vita; l’inaugurazione di uno sportello di counselling per un sostegno psicologico e il Bra Day, dedicato alle opzioni per la ricostruzione mammaria; a questo si aggiungono dirette live con vari specialisti e visite presso i laboratori di ricerca. Infine, presso il negozio di Fondazione Humanitas a Rozzano (MI) potete acquistare le sciarpe rosa, il cui ricavato andrà a sostegno dei progetti di ricerca sul cancro.
Per altre informazioni, vi lascio il link all’iniziativa “Sorrisi in Rosa”: https://www.humanitas.it/news/22820-un-mese-appuntamenti-rosa-mese-della-prevenzione-senologica
Abbiamo un’arma potentissima, contro un nemico da non sottovalutare: la prevenzione non costa nulla, ma può fare tanto.
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