Il parere dell’esperto e i rimedi naturali per alleviare i sintomi
Ci sono malattie silenziose e insidiose, con le quali siamo costretti a convivere e che impariamo a tollerare, anche se influiscono negativamente sulla qualità della nostra vita e ci rendono difficile ogni piccolo gesto quotidiano.
Una di queste è il reflusso gastroesofageo, una patologia altamente invalidante che colpisce ben una persona su 3 nel nostro Paese e a livello globale incide sul 40% della popolazione occidentale, interessando maggiormente gli adulti intorno ai 40 – 45 anni.
Bruciore al petto, sapore acido in bocca, difficoltà di digestione, sensazione di nausea e malessere durante la notte. Il reflusso gastroesofageo può iniziare con sintomi ambigui e difficili da diagnosticare, tanto da indurre chi ne soffre a sopportare il malessere per anni prima di correre ai ripari. Nei casi più gravi e soprattutto se trascurata, questa malattia può causare complicazioni anche molto serie come, ad esempio, anemia, dimagrimento, asma, insonnia oppure la comparsa di ulcere ed erosioni a livello dell’esofago.
Ma da cosa è provocato il reflusso gastroesofageo? Per capire meglio i sintomi di questo diffusissimo disturbo ho chiesto aiuto al Dott. Benedetto Mangiavillano, gastroenterologo dell’Humanitas Medical Care. «Si tratta di una patologia del tratto digestivo superiore caratterizzata dalla presenza di succhi gastrici acidi che risalgono dallo stomaco verso l’esofago. Ne soffrono in genere pazienti che hanno un’incontinenza cardiale o un’ernia iatale e nella grande maggioranza dei casi colpisce anche individui in sovrappeso o sottoposti ad importanti stress sia lavorativi che famigliari.».
Ancora una volta, il benessere della mente influisce profondamente sulla salute del corpo. Il Dottor Mangiavillano ci spiega l’esatto meccanismo fisiologico: «Sappiamo ormai che lo stress aumenta l’adrenalina, che influisce sui livelli di cortisolo, con il conseguente incremento dell’acidità gastrica. Non a caso il reflusso si verifica principalmente al cambio di stagione, in primavera e in autunno, quando il nostro organismo è sottoposto a delicati mutamenti fisiologici e particolari stress fisici.»
Il gastroenterologo mi conferma che la diagnosi della malattia da reflusso gastroesofageo è tutt’altro che semplice. «Si tratta di un accertamento puramente clinico, ossia basato sulla valutazione dei sintomi del paziente. I disturbi provocati dal reflusso sono spesso molto variabili, non solo riferibili al bruciore all’esofago, ma simili a quelli di un infarto cardiaco, tanto da spingere molti pazienti a rivolgersi al pronto soccorso. Altri sintomi elusivi e non strettamente legati all’apparato digerente sono la tosse secca, la raucedine, l’afonia e la sensazione di nodo in gola. La gastroscopia, che consente di esaminare l’esofago, lo stomaco ed il duodeno, è il primo passo per una diagnosi accurata, poichè ci permette di capire quali conseguenze fisiche sono state provocate dal reflusso, ad esempio se lo stadio avanzato della malattia ha determinato una vera e propria esofagite e quindi richiede un trattamento specifico.»
E proprio parlando delle possibili terapie, scopro un aspetto molto interessante: non serve ricorrere subito alla chimica per curare il reflusso gastroesofageo, i primi, fondamentali passi da compiere sono adottare uno stile di vita sano e fare molta attenzione all’alimentazione! «Il 35 – 40% dei pazienti con reflusso può ottenere un notevole miglioramento clinico senza assumere alcun farmaco ma solo cambiando il proprio stile di vita, ad esempio correggendo l’alimentazione ed evitando i cibi dalle caratteristiche acide – pomodoro, liquirizia, agrumi, caffè, alcolici e superalcolici – che inaspriscono e peggiorano la sintomatologia. Infine, è fondamentale seguire uno stile di vita sano, aumentando l’attività sportiva, diminuendo il peso corporeo (soprattutto la circonferenza addominale) riducendo gli stress quotidiani e imparando a controllare gli stati d’ansia.»
In abbinamento ai farmaci tradizionali – gastroprotettori in primis – la medicina omeopatica offre una grande varietà di rimedi naturali e preparati erboristici, certamente validi per lenire i sintomi più fastidiosi del reflusso e regalare un pò di sollievo a chi ne soffre. Ecco le cure dolci più indicate:
Malva
Questa pianta ha ottime proprietà lenitive, antinfiammatorie ed emollienti. E’ davvero molto versatile e può essere utilizzarla nella forma essiccata o in prodotti erboristici specifici per preparare tisane e macerati, utili per alleviare i sintomi del reflusso gastroesofageo, in particolare il bruciore allo stomaco e all’esofago.
Aloe Vera
Il gel d’aloe vera – non il succo – può rappresentare un rimedio naturale molto efficace. L’aloe ha, infatti, un grande potere lenitivo e antinfiammatorio, oltre a contribuire alla riparazione e rigenerazione delle mucose, ma bisogna stare molto attenti alle controindicazioni, per evitare di assumere prodotti inadatti. Meglio fare sempre riferimento al medico e all’erborista.
Diversi medici suggeriscono di introdurre nella dieta quotidiana alcune mandorle crude per bilanciare il pH gastrico. Le mandorle sono un alimento alcalinizzante e possono contribuire a ridurre l’acidità di stomaco e i fastidi provocati dal reflusso. Inoltre, sono una buona fonte di calcio!
Camomilla
E’ una pianta dalle molte proprietà salutari. L’infuso aiuta a rilassare il sistema nervoso, riducendo lo stress e gli stati d’ansia, oltre a lenire le mucose dello stomaco. Una tazza di acqua calda con un cucchiaio di fiori di camomilla, da bere prima di andare a dormire, contribuirà a calmare i nervi, favorire il sonno e tamponare l’acidità gastrica. Un vero toccasana!
Mangiare sano e mantenere in forma il corpo con l’attività fisica, meglio se all’aria aperta! E non solo. Imparare anche a volersi più bene. Stare meglio si può e soprattutto si deve!
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