Qual è il modo migliore per aiutare un animale in difficoltà? Chi bisogna contattare? Ecco alcune indicazioni con i numeri utili da chiamare
Nel periodo estivo, quando passiamo più tempo all’aria aperta, può capitare di imbattersi in animali selvatici bisognosi di aiuto, non solo in ambienti naturali ma anche in città. Grazie al sempre maggiore interesse dei cittadini nei confronti degli animali e della protezione della natura, il numero di selvatici che vengono soccorsi ogni anno è molto elevato. Ma se soccorrere un animale selvatico in difficoltà è un gesto di generosità e rispetto, bisogna sempre considerare però, che un intervento errato può pregiudicarne la salute e la possibilità che possa vivere libero. Quindi, sapere come comportarsi davanti a un animale selvatico in difficoltà e quale ente contattare, può fare davvero la differenza tra la sua salvezza e la morte, sia che si trovi in mare che sulla terraferma.
Ho fatto quattro chiacchiere con Francesca Manzia, responsabile del Centro recupero fauna selvatica Lipu di Roma per capire un po’ meglio quale sia il comportamento migliore da adottare nel momento in cui ci imbattiamo in animale selvatico:
E’ difficile dare un’indicazione che possa andare bene per tutte le situazioni che possono presentarsi, quindi la prima cosa da fare, in caso di rinvenimento di un animale selvatico, è contattare un centro recupero, dove operatori specializzati, volontari e personale veterinario li prenderanno in consegna, curandoli dal primo soccorso al rilascio in natura. Detto questo, una delle prime indicazioni utili, sui casi più comuni, che posso dare è stabilire se è necessario intervenire o meno e per farlo possiamo basarci su alcuni criteri oggettivi: l’animale va raccolto solo se si trova in condizioni critiche di salute, è privo di piume, non si regge sulle zampe oppure è un rondone, che è tra i pochi volatili a non lasciare il nido fino alla completa autosufficienza. In uno di questi casi è consigliato somministrargli pochissima acqua a temperatura ambiente, dopodiché, per raccoglierlo, è opportuno tenerlo al caldo in una scatola forata e trasportare l’animale nel centro di recupero più vicino nel più breve tempo possibile. Utilizzare una scatola e non una gabbia è un aspetto fondamentale da tenere presente, perché questa fungerà da nascondiglio. Chiunque abbia animali, anche in casa, sa benissimo che quando un animale sta male o ha paura tende a nascondersi, mettendolo in una scatola lo aiutiamo a tranquillizzarsi e sentirsi più al sicuro. In una gabbia invece, si sentirebbe troppo minacciato e ancora più spaventato, e nell’atto istintivo di liberarsi potrebbe farsi male tra le sbarre di ferro.
L’animale selvatico non va raccolto invece, se ha le piume e non è ancora in grado di volare ma saltella, come nel caso di giovani volati ancora inesperti nel volo: impareranno presto, non servono interventi, va lasciato dov’è se non si trova in pericolo. La nostra sensibilità ci spingerebbe a soccorrerli e portarli a casa con noi, ma non è sempre la cosa migliore da fare, soprattutto se ci imbattiamo in uccelli selvatici molto giovani, dai più comuni come passeri, merli, cinciallegre, ma anche rapaci come allocchi o civette, che fanno il così detto svezzamento in terra. Questi giovani volatili lasciano il nido quando ancora non sono in grado né di volare né di nutrirsi da soli, il ruolo dei genitori in questa fase, oltre a portar loro da mangiare, è quello di prepararli alla sopravvivenza. Questo è un momento molto importante, ma allo stesso tempo molto rischioso per i cuccioli, però è grazie ai primi insegnamenti che dipenderà la loro vita futura. In natura infatti, chi sopravvive sarà in grado di portare avanti la propria specie e nessun umano, per quanto esperto possa essere, potrà mai trasmettere gli stessi insegnamenti. Tante cose le imparano per imitazione e solo un volatile può insegnare a un altro volatile come pulirsi le penne o impermeabilizzarle. Molti uccelli acquatici per esempio, ma anche i germani reali, cresciuti da soli o con l’uomo non riescono a impermeabilizzarsi perché non hanno avuto modo di vederlo fare dai propri genitori. Per questo è importante dar loro la possibilità di vivere nel proprio habitat naturale e cercare di interferire il meno possibile nel percorso di crescita che la natura ha deciso per loro. Questo è l’unico modo che abbiamo per aiutarli davvero. Se invece notiamo un giovane animale selvatico preso di mira da un predatore sarà sufficiente spostarlo di massimo 50 metri, mettendolo semplicemente al riparo.
In ultimo, proprio per tutte queste ragioni, è sempre bene ricordare che la detenzione della fauna selvatica è vietata dalla legge 157 del ‘92 e che entro 48h dal rinvenimento va consegnata obbligatoriamente ad un ente autorizzato e competente per il soccorso dell’animale.
E per le specie marine, come funziona?
Per quanto riguarda le specie marine la prima cosa da fare è chiamare la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, al “numero blu” 1530 per l’emergenza in mare, dove sapranno darvi le migliori indicazioni, qualunque sia la specie con cui avete a che fare. In attesa dei soccorsi è sempre consigliabile restare dietro l’animale, mai in posizione frontale, e di tenersi a una distanza di alcuni metri. Anche in questo caso dobbiamo evitare di improvvisarci veterinari, nell’attesa cerchiamo di raccogliere quanti più dati possibili sull’esemplare che abbiamo davanti: possiamo scattare una foto (senza flash), prendere nota delle dimensioni, di eventuali lesioni e verificare se si tratta di un animale etichettato, già presente nei database degli enti marini. La Capitaneria di Porto e i centri di recupero vanno contattati anche nel caso in cui l’animale fosse morto. Ricordiamo inoltre, che nel caso delle tartarughe marine, queste potrebbero trovarsi su una spiaggia per la deposizione delle uova, pertanto è fondamentale evitare di disturbarla con flash e urla, tenendosi a distanza e naturalmente non toccandola.
Come funzionano i Centri recupero fauna selvatica?
Nei Centri Fauna Selvatica della Lipu ospitiamo tutti gli animali selvatici del nostro paese, mammiferi, uccelli e anche rettili, dai più comuni come i gabbiani, i piccioni, le anatre, ma anche volpi, ghiri, pipistrelli, scoiattoli, ricci, serpenti, tartarughe o tassi. Ogni giorno non sai mai cosa ti aspetta e chi sarà il prossimo ospite. Molti si stupiscono del fatto che non diamo mai un nome ai nostri pazienti, li identifichiamo con un numero. Può sembrare una cosa un po’ fredda ma in realtà c’è un motivo molto importante: non vogliamo in nessun modo addomesticarli, a differenza dei nostri animali da cortile o da compagnia questi sono animali selvatici che devono rimanere tali. La loro natura selvaggia non deve essere intaccata dal contatto con l’uomo. Il lavoro al Centro Recupero Lipu di Roma è davvero impegnativo: siamo aperti 365 giorni all’anno, anche durante le feste. Solo lo scorso anno abbiamo ricoverato, tra maggio e giugno, oltre 5000 animali ricevendo oltre 15mila telefonate. Nel periodo della nidificazione poi, arriviamo ad avere anche 700 piccoli da sfamare per volta, che mangiano ogni 2 ore. Per questo abbiamo tanto bisogno di aiuto fisico, in primis dai volontari e tirocinanti che vengono a darci una mano, ma anche di piccole donazioni che ci permettono di acquistare materiale di prima necessità.
E per finire ecco un piccolo decalogo essenziale sulle cose da fare quando troviamo un animale in difficoltà:
1) Prima di intervenire è sempre meglio osservare la situazione da una certa distanza, chiedendosi se sia davvero il caso di raccogliere l’animale e, se sì, quale sia il modo migliore per prenderlo.
2) NON TOCCATE MAI I PICCOLI DI CAPRIOLO o altri “falsi orfani” e non asportate nidi o uova.
3) MAI ridurre in cattività un animale selvatico per tenerlo “da compagnia”: lo scopo di ogni intervento è garantire il loro benessere e restituirli alla vita libera non appena possibile.
4) Non somministrate MAI alcun tipo di farmaco di vostra iniziativa.
5) Non lasciate mai un animale selvatico libero per casa o nell’abitacolo di un autoveicolo.
6) Non alloggiate mai un animale selvatico insieme a cani, gatti, o altri animali domestici di proprietà.
7) In presenza di un selvatico, muovetevi lentamente e parlate a bassa voce.
8) Per un animale selvatico, una coccola è un’aggressione: toccateli il meno possibile!
9) Non improvvisate i pasti: una dieta errata può ucciderli!
10) Non affidate MAI un animale selvatico a un bambino: entrambi possono farsi molto male
Ecco alcuni numeri utili:
Centri Recupero Fauna Selvatica Lipu in Italia:
Asti – Tigliole d’Asti: Tel. 347.2425611
Bologna: Tel. 051.432020
Ferrara: Tel. 0532.772077
Firenze – Vicchio del Mugello: Tel. 347.8781971
Livorno: Tel. 0586.400226
Milano – Pontevecchio di Magenta: Tel. 338.3148603
Palermo – Ficuzza: – Tel. 339.2567961
Roma: Tel. 06.3201912
Trento: Tel. 0461.260913, 340.2491886, 340.2424237
Oppure contattare le forze dell’ordine:
- Chiamare il numero unico per le emergenze 112
- Polizia Provinciale competente per territorio
- Corpo Forestale dello Stato al numero unico nazionale 1515
- Guardia Costiera-Capitaneria di Porto al numero 1530 se l’animale selvatico è in mare;
- Se l’animale selvatico è considerato pericoloso, oltre a un forza di Polizia si deve chiamare il Servizio Veterinario Azienda USL.
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