Vale la pena cambiare la caldaia, magari approfittando del periodo primaverile e della minore necessità di tenere accesi i termosifoni? È questa la domanda che tutti ci siamo posti almeno una volta, con l’arrivo della bella stagione: in concomitanza con il progressivo spegnimento del riscaldamento, il periodo sembra ideale per rinnovare gli impianti domestici. Eppure, quando ci si avvicina a un investimento così importante, io stessa mi sono dovuta confrontare con numerosi dubbi: quale è la tecnologia che fa più risparmiare? E, soprattutto, come coniugare il desiderio di spendere meno – in un periodo di piena crisi energetica – limitando il più possibile l’impatto sull’ambiente?
Così ho deciso di analizzare alcune delle tipologie di caldaie più diffuse sul mercato, per cercare di capire se l’obiettivo del risparmio in bolletta possa andare di pari passo con una vita più sostenibile e amica del Pianeta.
Caldaia elettrica
Il primo gruppo che andrò ad analizzare è quello delle caldaie elettriche, soluzione un tempo soprattutto scelta da chi non risultava raggiunto dal metano e oggi sempre più diffusa sul mercato. Possiamo distinguere due grandi categorie:
- Caldaie elettriche classiche: evoluzione dei comuni boiler, scaldano l’acqua contenuta in un apposito serbatoio tramite il calore generato da serpentine elettriche. L’acqua calda potrà poi essere indifferentemente usata per l’igiene personale e della casa e per il funzionamento dei caloriferi;
- Caldaie elettriche istantanee: non prevedono un serbatoio, bensì riscaldano l’acqua in modo istantaneo, grazie a un percorso forzato del liquido all’interno di alcune speciali serpentine.
Sono molti i vantaggi che derivano dall’uso di caldaie elettriche, sia in termini di consumi che ambientali. Fra le più importanti, troviamo:
- Nessun fumo di scarico: poiché le caldaie elettriche non necessitano della combustione, come quella del gas, per riscaldare l’acqua, non emettono fumi di scarico dannosi per l’ambiente;
- Singola fornitura: per chi ha deciso di svincolarsi dal contratto di fornitura di metano, o vuole abbandonare le bombole di GPL nelle zone non ancora raggiunte dalla rete gas, le caldaie elettriche sono l’alternativa migliore;
- Impatto zero: per coloro che sono energeticamente indipendenti, ad esempio grazie a un impianto fotovoltaico, o si affidano a forniture di energia da fonti al 100% rinnovabili, le caldaie elettriche rappresentano una soluzione praticamente a impatto zero;
- Installazione e manutenzione: l’implementazione della caldaia elettrica richiede minori opere di muratura e, nella maggior parte dei casi, possono essere installate senza cambiamenti alle tubature già esistenti. Le necessità di manutenzione sono poi ridotte nel tempo.
Non mancano nemmeno dei medi svantaggi, molti dei quali sono però destinati a scomparire grazie anche alle loro costanti evoluzioni tecnologiche:
- Tempistiche: se si sceglie una caldaia elettrica dotata di serbatoio, ovvero il comune boiler, bisognerà attendere che tutti i litri al suo interno raggiungano la temperatura desiderata, prima di poter ottenere acqua calda. Questo problema non esiste, tuttavia, per le soluzioni istantanee;
- Consumi: le caldaie elettriche sono solitamente energivore e, di conseguenza, possono innalzare i consumi di energia.
Più difficile stabilire il risparmio, poiché molto dipende dalla potenza installata: per un’apparecchiatura al di sotto dei 36kW, utilizzata sia per riscaldare gli ambienti che per l’acqua calda, la spesa annua è attorno ai 2000/2500 euro.
Caldaie a gas
Le caldaie a gas rappresentano oggi la soluzione più diffusa per il riscaldamento della casa e la produzione di acqua calda. Questo perché, almeno fino a poco tempo fa, il metano risultava una fonte energetica davvero economica. La situazione del mercato è però cambiata e, almeno sul fronte della spesa in bolletta, il gas diventa sempre più caro. Anche in questo caso, si possono distinguere diverse tecnologie:
- Caldaia a gas classica: l’acqua, contenuta in un apposito serbatoio, viene riscaldata tramite la bruciatura di metano. Si tratta di una soluzione ormai molto vetusta, tanto da non essere pressoché più disponibile per l’acquisto;
- Caldaia a gas istantanea: a differenza delle classiche, non hanno bisogno di un serbatoio ma riscaldano l’acqua al momento del bisogno, grazie all’ausilio di apposite serpentine;
- Caldaia a gas a condensazione: è l’evoluzione della caldaia classica, pensata per recuperare i fumi di scarico sia a scopo ambientale che di efficienza energetica. I fumi generati dalla bruciatura del metano vengono intrappolati in apposite camere di condensazione, prima di essere rilasciati all’esterno. Il fumo raccolto nelle camere cede calore, ottimizzando così il riscaldamento dell’acqua. Una direttiva europea, la 2005/32/CE, da qualche anno impone ai produttori di immettere in commercio solo questa tipologia di caldaie, eliminando le classiche.
Anche in questo caso, il ricorso a caldaie a gas presenta sia vantaggi che svantaggi. Partendo proprio dagli elementi positivi, si elencano:
- Costi d’installazione ridotti: poiché estremamente diffuse, le caldaie a gas sono offerte a prezzi accessibili e si allacciano senza problemi all’impianto idraulico già esistente;
- Consumi relativamente economici: quella del gas è stata a lungo una fornitura decisamente economica, un fatto che ha spinto molti a installare caldaie di questo tipo. Negli ultimi tempi, complice anche l’attuale crisi energetica, le tariffe del metano si sono però notevolmente innalzate;
- Fumi ridotti per la condensazione: una caldaia a gas non potrà mai essere una proposta a impatto zero, sia perché sfrutta combustibili fossili che per la produzione di gas di scarico. Tuttavia, scegliendo il sistema a condensazione, parte di questi fumi vengono recuperati per la produzione di ulteriore calore, limitando così il proprio peso sull’ambiente.
Fra gli svantaggi generali, possiamo invece considerare fattori come:
- Nessuna indipendenza energetica: queste caldaie hanno ovviamente bisogno di una fornitura di metano o, ancora, di bombole GPL a cui attingere. Non permettono quindi di raggiungere la piena indipendenza energetica;
- Fumi comunque presenti: per quanto le ultime tecnologie abbiano permesso di ridurre i fumi immessi in atmosfera, questi non vengono eliminati completamente;
- Manutenzione elevata: le caldaie a gas devono essere sottoposte a ciclica manutenzione, anche per scongiurare pericolose perdite di metano, da personale qualificato e certificato. In genere si procede almeno una volta all’anno, con una spesa che può anche raggiungere o superare le 300 euro.
In merito ai consumi e al peso in bolletta, le caldaie a gas standard consumano all’ora dagli 0.94 agli 1.5 metri cubi di metano – a seconda della potenza e della grandezza dell’impianto – che corrispondono all’incirca a una spesa mensile tra i 90 e i 150 euro.
Pompe di calore, caldaia ibrida e altri sistemi
Negli ultimi tempi stanno diventano sempre più popolari le pompe di calore, dei sistemi all’avanguardia che funzionano sostanzialmente in modo inverso a un refrigeratore. In altre parole, queste pompe sono in grado di sottrarre calore dall’ambiente esterno – come l’aria oppure il calore del suolo – per trasferirlo all’interno degli ambienti o sfruttarlo per il riscaldamento dell’acqua.
Le pompe di calore si avvalgono di energia elettrica per il loro funzionamento e, quindi, possono essere anche a impatto zero se si dispone di un impianto fotovoltaico o di un contratto di fornitura da fonti al 100% rinnovabili. Per contro, richiedono un costo iniziale sostenuto per l’acquisto dell’apparecchio – anche migliaia di euro – e opere di adattamento degli impianti importanti, soprattutto poiché alcune componenti devono essere montate all’esterno della casa. È però interessante il risparmio in bolletta: considerando una media di 360 kWh al mese e un impianto da 16-25 kW di potenza termica nominale, il costo si aggira attorno ai 1.500/2.000 euro l’anno.
Simile alla pompa di calore vi è la caldaia ibrida: si tratta di una soluzione che abbina a un sistema tradizionale alimentato a fonti fossili, come la caldaia a condensazione, con sistemi elettrici quali appunto la pompa di calore. Questo abbinamento nasce per ottimizzare i consumi a seconda delle condizioni atmosferiche o di utilizzo: in genere, quando le temperature esterne sono abbastanza miti si attiva solo la pompa di calore, quando sono attorno allo zero entrano in funzione entrambe e sotto questa temperatura funziona solo la caldaia a condensazione. Se le temperature non sono troppo rigide, il risparmio è di circa il 20-30% rispetto alle singole soluzioni. Si tratta però di una proposta abbastanza famelica dal punto di vista energico, quindi risulta maggiormente indicata per chi dispone di un impianto fotovoltaico e vuole realizzare un sistema di riscaldamento ridondante.
Esistono poi altre tipologie di caldaie, ma quasi tutte dall’elevato impatto ambientale. Le caldaie a legna, molto diffuse in luoghi non raggiunti dal metano come l’alta montagna, producono dei fumi di scarico particolarmente dannosi per l’ambiente: una recente ricerca ha dimostrato come stufe, camini e similari siano responsabili della metà delle polveri sottili (PM 10 e PM 2.5) immesse in atmosfera in Europa. Non è molto dissimile il discorso per la caldaia a gasolio che, oltre ad avvalersi di risorse non rinnovabili, emette comunque fumi dannosi e ricchi di sostanze inquinanti, come i metalli pesanti.
Cambiare la caldaia: quale scegliere?
Ma quindi quale caldaia installare, per risparmiare e ridurre il proprio impatto ambientale? Molto dipende dalla tipologia di fornitura a propria disposizione e dalla possibilità di produrre energia autonomamente.
Le caldaie elettriche e le pompe di calore sono certamente le soluzioni più green, poiché non comportano la produzione di dannosi gas di scarico, ricchi di polveri sottili e altri inquinanti. Affinché siano davvero più sostenibili, è meglio però avvalersi di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia o, ancora, scegliere un contratto di fornitura da fonti al 100% rinnovabili. Se si vuole creare un sistema ridondante, oppure si dispone di un impianto fotovoltaico di portata insufficiente per coprire tutte le necessità elettriche della casa, la soluzione può essere la caldaia ibrida.
Il gas ha invece rappresentato fino a oggi la risorsa più economica e accessibile – anche se questo primato non sembra essere garantito per il futuro – ma si basa pur sempre su combustibili fossili e non mancano fumi di scarico. Se quindi ci si trova nella situazione di non poter scegliere l’elettrico, per ragioni economiche o per la mancanza di un impianto di autoproduzione di energia, bisognerà orientarsi sulle caldaie a condensazione di ultima generazione: non eliminano del tutto gli inquinanti, ma li limitano enormemente. Allo stesso tempo, meglio evitare soluzioni a legna oppure a gasolio.
In definitiva, cambiare la caldaia è un’idea intelligente sia per l’ambiente che per il portafoglio. Ma per coniugare davvero le esigenze dell’ambiente con quelle economiche, serve un piccolo sforzo in più e investire in tecnologie a zero impatto: sì più costose, ma in grado di compensare il loro prezzo nel tempo.
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