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Annaffiare le piante? Sì, ma senza sprecare acqua


Tessa Gelisio, annaffiare piante

Come annaffiare le piante senza sprecare acqua? È questa una delle domande che dovremmo porci in questo periodo di grave crisi idrica, caratterizzato da piogge sempre più latitanti e bacini ormai a secco. Sono molte le amministrazioni comunali che hanno già imposto limitazioni e divieti per l’irrigazione di orti e giardini privati, proprio per risparmiare quanta più acqua possibile, ma dobbiamo davvero rinunciare al nostro piccolo angolo verde casalingo? Non necessariamente, se si seguono dei facili e virtuosi consigli per non sprecare questa risorsa preziosa.

L’estate è d’altronde la stagione da vivere all’aperto e amo molto trascorrere ore di relax nel mio giardino, rinfrescata dall’ombra delle piante e rigenerata dalla bellezza dei fiori. Così ho deciso di raccogliere alcuni suggerimenti per poter continuare a innaffiare il mio spazio verde, recuperando quanta più acqua possibile.

Annaffiare le piante: recuperare l’acqua piovana

Acqua Piovana

Quello della carenza d’acqua sarà purtroppo un problema che dovremo vivere ciclicamente, uno degli effetti più evidenti dei cambiamenti climatici in corso. Non dobbiamo illuderci: non si tratta di una condizione improvvisa né momentanea, quella della scarsità delle piogge è una realtà con cui dobbiamo imparare a convivere. E, per questa ragione, dobbiamo organizzarci per tempo.

Come? Recuperando più acqua piovana possibile, per poi utilizzarla per innaffiare giardini e orti. E cominciare è molto semplice: basta predisporre all’aperto qualche barile da recupero, oppure delle botti di legno, per creare il nostro personale serbatoio d’acqua. E vi assicuro che si rimarrà stupiti di quanta acqua si riuscirà a recuperare anche solo durante uno dei tipici acquazzoni estivi.

I più ingegnosi e gli amanti del fai da te possono anche lanciarsi in progetti più impegnativi, come ad esempio il collegamento delle grondaie direttamente nel serbatoio di raccolta, così da recuperare ancora più acqua. O, ancora, installare tubi e rubinetti direttamente collegati a botte e barili, per ottenere così un rudimentale impianto di irrigazione. Comodo, veloce e più sostenibile!

E che fare se non si possiede un giardino? Anche per chi coltiva piante in balcone, recuperare l’acqua piovana è semplice. È sufficiente dotarsi di qualche secchiello o bacinelle e adagiarli nei portavasi da ringhiera, quelli che si affacciano sull’esterno del balcone.

Quanta acqua si spreca in cucina? Recuperiamola per le piante

Annaffiare le piante, acqua di bollitura

È difficile rendersene conto nella vita quotidiana, eppure in cucina utilizziamo grandi quantità d’acqua. Impieghiamo questo bene prezioso per cucinare, per sciacquare frutta e verdura, per lavare le stoviglie o pulire le superfici. Parte di quest’acqua può essere però facilmente recuperata, per poi annaffiare le nostre piante ornamentali.

Ovviamente, bisogna prestare attenzione a quali liquidi recuperiamo, perché non tutti sono adatti alle nostre coltivazioni. Ad esempio, l’acqua impiegata insieme a detersivi o disinfettanti non può trovare una seconda vita in giardino, a meno che non si disponga di complessi sistemi di filtraggio, davvero rari nelle nostre case. Tuttavia, possiamo riutilizzare:

  • Acqua di cottura della pasta: da usare ovviamente fredda, recupereremo così dai 2 ai 5 litri d’acqua per ogni cottura. È anche vero che si tratta di un’acqua salata, che potrebbe quindi alterare il PH del terreno, ma possiamo decidere di usare meno sale o, addirittura, di aggiungerlo alla pasta dopo la cottura. Gli amanti della buona cucina, come lo sono io, storceranno forse il naso, ma si tratta di un piccolo sacrificio che ha però un elevato impatto sull’ambiente;
  • Acqua di bollitura delle verdure: si tratta di un’acqua ricca di sostanze nutritive utilissime per le piante ornamentali, tra cui sali minerali e componenti azotate. Anche in questo caso, utile è limitare l’uso del sale;
  • Pentola a pressione: non si usa sale ed è perfetta, tra le altre cose si usa anche pochissima acqua. È quindi l’ideale sia per cucinare, per risparmiare acqua e recuperarla per le nostre piante;
  • Acqua usata per sciacquare le verdure: sapete che, per risciacquare un cespo di lattuga sotto il flusso corrente del rubinetto, impieghiamo anche 10-15 litri d’acqua? Riutilizziamola, basta adagiare una bacinella sul fondo del lavandino. Quest’acqua conterrà di certo dei residui di terriccio, ma non dobbiamo preoccuparci se la si vuole utilizzare per annaffiare le piante.

Naturalmente, vi sono anche alcuni requisiti da vagliare prima di riutilizzare l’acqua impiegata in cucina:

  • Ogni volta possibile, evitiamo sale, spezie e altri condimenti. Aggiungiamoli dopo la cottura, perché potrebbero essere dannosi per le piante;
  • Attenzione all’amido. Non tutte le piante amano l’amido dell’acqua di cottura. Meglio quindi non riutilizzare l’acqua usata per la bollitura delle patate, perché la più ricca di amido. Per quella della pasta, invece, usiamo un colino a maglie strette su cui adagiare un panno in cotone, per eliminare le porzioni più grandi di amido. Di solito, si concentra nella schiuma bianca che si viene a formare durante la cottura.

Annaffiare le piante: riutilizziamo l’acqua del bagno

Recuperare acqua del bagno

Anche il bagno può rappresentare un luogo prezioso per recuperare acqua da destinare alle nostre piante.

Ad esempio, a quanti capita di far scorrere l’acqua prima di lavarsi, per attendere arrivi alla giusta temperatura? A seconda della reattività della propria caldaia, e della lunghezza dei tubi che scorrono nelle pareti, per ogni doccia si potrebbero recuperare dai 3 ai 10 litri d’acqua. Come?

  • Doccia: basta posizionare un secchio sotto al flusso dell’erogatore, raccogliendo così l’acqua fredda che andrebbe sprecata, in attesa sgorghi quella calda;
  • Vasca: adagiamo sempre un catino all’interno della vasca e, anziché utilizzare il classico rubinetto, scegliamo l’erogatore per doccia e posizioniamolo all’interno del secchio;
  • Lavandino: basta adagiare una bacinella sul fondo del lavello.

Acqua del condizionatore e del deumidificatore, si può riutilizzare?

Annaffiare le piante, acqua del condizionatore

In questo periodo di scarsità idrica, in molti si chiedono – in particolare sui social network – se sia possibile riutilizzare l’acqua prodotta dal condizionatore e del deumidificatore per annaffiare le piante. La risposta non è però così immediata, poiché molto dipende dall’impianto in proprio possesso.

In linea teorica, sia il condizionatore che il deumidificatore estraggono tramite condensa le particelle d’acqua presenti nell’aria, raccogliendola poi in appositi serbatoi, quando presenti. Normalmente si tratta di un’acqua demineralizzata, quindi non particolarmente ricca di sostanze nutritive per le piante, ma sicuramente utile per idratarle. È però necessario verificare che:

  • l’apparecchio in proprio possesso sia dotato di filtri, anche semplici come quelli ai carboni attivi, per l’aria. In questo modo, l’acqua che si viene a generare per condensa sarà priva di batteri e altri agenti poco amici della salute;
  • il dispositivo, in particolare il deumidificatore, non utilizzi sistemi a sali poiché l’acqua che se ne ricaverebbe potrebbe avere un PH poco adatto alle piante.

In ogni caso, meglio impiegare l’acqua di condizionatore e deumidificatore solo per le varietà ornamentali.

Consumare meno acqua in giardino: consigli di coltivazione

Pacciamatura delle piante

Per un giardino verde e fiorito anche in periodi di scarsità idrica, non dobbiamo pensare solo a come annaffiare le piante. È utile anche coltivarle adottando alcuni facili sistemi che siano in grado di ridurre le loro necessità d’acqua.

Il primo passo da compiere è quello di superare una vecchia e poco motivata abitudine, quella di affogare letteralmente le piante. Per la maggior parte delle varietà floreali o da orto, è in realtà sufficiente che il terreno risulti leggermente inumidito. Anzi, i ristagni per l’eccesso di annaffiatura potrebbero addirittura essere dannosi per le loro radici.

Si procede poi con la pacciamatura, una pratica che di solito si realizza in inverno per proteggere il terreno dal gelo o, ancora, durante la bella stagione per evitare la crescita delle erbacce. Non tutti sanno che questa tecnica è utile anche per mantenere elevata l’umidità del terreno, rallentando l’evaporazione dell’acqua. Ed è facilissima da realizzare, basta coprire il terriccio dei vasi con foglie secche, frammenti di corteccia oppure paglia.
Infine, scegliamo gli orari giusti per annaffiare. Per bagnare le nostre piante è ideale scegliere le primissime ore del mattino oppure la sera tarda, soprattutto in estate. Così facendo, si evita che il sole cocente faccia evaporare l’acqua troppo velocemente, lasciando così il tempo alle coltivazioni di assorbirla e riducendo, di conseguenza, le loro necessità di idratazione.

In definitiva, sono molti gli sprechi d’acqua che possiamo limitare quotidianamente, recuperando un bene così prezioso per le nostre piante. Per un giardino fiorito, più sostenibile e consapevole!

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