Biologico ed ecologico, entrambi i termini ci fanno pensare ad una produzione che rispetta l’ambiente, ma in realtà tra i due esiste una sostanziale differenza.
Ormai lo sappiamo, cercare di avere uno stile di vita in chiave green, diventa sempre più importante e probabilmente la vera sfida, per diventare più sostenibili, è nella ricerca e nella scelta dei prodotti da acquistare. A fronte dell’attenzione sempre maggiore verso una spesa consapevole nel rispetto dell’ambiente, anche il mercato dei prodotti naturali è in costante crescita, così è sempre più facile trovare un prodotto che vanti sull’etichetta di essere eco-friendly, qualificandosi come “verde”, “sostenibile”, “biologico”, “ecologico”.
Ma qual è la vera differenza tra biologico ed ecologico? E di quali diciture ci possiamo veramente fidare per rispettare l’ambiente?
PRODOTTO ECOLOGICO: COSA INDICA VERAMENTE QUESTO TERMINE?
Un prodotto si può definire ecologico quando la sua produzione e le sue caratteristiche hanno lo scopo di rendere il prodotto più sostenibile, quindi a ridurre il suo impatto ambientale. Attenzione: un prodotto più sostenibile o con un minor impatto ambientale, non vuol dire che in assoluto non arrechi danno all’ambiente. Come sappiamo il termine “sostenibile” ha un significato solo relativo, poiché i concetti coinvolti nella sostenibilità sono molto complessi e difficili da misurare. Infatti, non esistono ancora metodi definitivi e chiari per definire la sostenibilità di un prodotto, e per questo non devono essere formulate asserzioni generiche sul suo raggiungimento. Ma, ovviamente, il mondo dell’industria fa leva sulle proprie strategie di comunicazione e marketing, avvalendosi della poca chiarezza che proprio contraddistingue questi termini.
Per capire meglio l’ambiguità dei prodotti che vengono definiti ecologici, è necessario innanzitutto vedere qual è il significato dell’espressione “impatto ambientale”: viene definito dal regolamento EMAS (Eco-Management and Audit Scheme, ossia uno strumento volontario creato dalla comunità europea, per valutare e migliorare le prestazioni ambientali delle organizzazioni e fornire al pubblico informazioni sulla gestione ambientale) come “qualunque modifica dell’ambiente, negativa o positiva, derivante in tutto o in parte, dalle attività, dai prodotti o dai servizi di un’organizzazione”. Quindi, da questa definizione, capiamo che ottenere un prodotto a basso impatto ambientale significa fare in modo che, il prodotto, durante tutto il suo ciclo di vita (che comprende l’estrazione delle materie prime, fino allo smaltimento finale del prodotto), abbia un contributo ridotto alla modifica dell’ambiente.
Con queste informazioni, adesso, riusciamo a capire meglio cosa sta dietro al significato di un prodotto ecologico: come abbiamo detto all’inizio, un prodotto ecologico è un prodotto che ha un minor impatto ambientale rispetto agli altri prodotti della sua stessa categoria ed è proprio questo termine di confronto che gioca a favore delle strategie di marketing poco leali. Il prodotto ha un minor impatto ambientale rispetto a cosa? Rispetto ai prodotti della stessa categoria. Ma, noi non sappiamo quanto gli altri prodotti della stessa categoria siano impattanti per l’ambiente: possono avere una produzione standard, e quindi non attenta al rispetto per l’ambiente, oppure possono avere una produzione che ha studiato qualche miglioria per inquinare di meno l’ambiente, ma ancora una volta, inquinare di meno l’ambiente, non significa avere un impatto zero sull’ambiente, e quindi, anche in questo caso, un termine di paragone del genere non ci assicura una produzione che non inquini.
Insomma, le variabili del significato di un prodotto ecologico sono tante e purtroppo l’unica certezza che si ha è quella di avere un prodotto che sicuramente non è NON inquinante al 100%. Per fortuna, però, esiste una valida alternativa che, al contrario, ci assicura che dietro ad un prodotto, qualsiasi esso sia, ci sia un’attenzione totale verso l’evitare di inquinare.
PRODOTTO BIOLOGICO: UNA MAGGIOR AFFIDABILITÀ
L’agricoltura biologica, e quindi la produzione di tutti i prodotti che ne possono derivare (che siano cosmetici, prodotti per la casa o di packaging), è l’unica forma di agricoltura interamente normata. Questo è ovviamente molto importante, poiché ci permette di fidarci totalmente di chi dichiara di vendere prodotti biologici. La normativa di riferimento che regola l’agricoltura biologica e l’etichettatura, dei prodotti che ne derivano, è il Regolamento (UE) 2018/848. In particolare, gli obiettivi e i principi della produzione biologica sono (Titolo II, Art.4):
- Rispettare i sistemi e i cicli naturali, mantenendo la salute dei suoli, delle acque, delle piante e degli animali e l’equilibrio tra essi;
- Contribuire ad un alto livello di diversità biologica;
- Assicurarsi un impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali (come acqua, suolo e materia organica)
- Rispettare criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e soddisfare le specifiche esigenze comportamentali degli animali secondo la specie;
- Mirare a produrre prodotti di alta qualità, che rispondano alla domanda dei consumatori, ottenuti con procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali o la salute e il benessere degli animali.
Solamente i prodotti che rispettano tutti questi punti possono essere definiti biologici ed avere la certificazione riconosciuta a livello europeo con il logo della foglia. A questo punto, diventa facile capire la netta differenza rispetto ai prodotti che vengono definiti ecologici, termine che invece non garantisce il rispetto dell’ambiente dei prodotti.
Ma anche fra i prodotti biologici, trasformati e i non alimentari, è necessario effettuare una distinzione:
- Prodotto100% biologico (o 100% organic): tutti i componenti sono certificati come biologici e tutte le trasformazioni necessarie per produrre il prodotto finale, seguono i criteri della normativa;
- Prodotto biologico: contiene componenti biologici, che devono essere almeno il 95% in peso degli ingredienti; in questo caso il restante 5% può essere di componenti non biologici, come additivi nel caso di alimenti, o fibre sintetiche nel caso del mondo tessile. Ma questi componenti non biologici devono rientrare nell’elenco della normativa, la quale esclude un sacco di sostanze;
- Prodotto con componenti biologici: questa dicitura indica prodotti che contengono componenti biologici con una percentuale inferiore al 95%, oppure che contengono componenti non biologici che non fanno parte della lista indicata dalla normativa. Per questi prodotti non è ammessa l’apposizione del logo bio europeo ed inoltre, il termine “biologico” non potrà essere utilizzato nella denominazione di vendita o in altre parti dell’etichetta, ma soltanto nell’elenco degli ingredienti per contrassegnare quelli biologici. E spesso, nei prodotti di detergenza e cosmesi sono ben “strillati” per attirare l’attenzione!
È facile lasciarsi ingannare da pubblicità e strategie di marketing poco leali basate sul cosiddetto green washing, ma con le giuste informazioni è possibile distinguere tra un prodotto biologico o ecologico e fare acquisti consapevoli, che siano veramente rispettosi dell’ambiente.
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