Punto di vista

Lahore: la città più inquinata al mondo dove si vive 5 anni in meno


Lahore

Immaginate di vivere in un luogo dove la cappa di smog è costante, tanto da rendervi difficile respirare: questa è Lahore, la città più inquinata del mondo. È quanto purtroppo confermano le rilevazioni di IQAir, a seguito delle preoccupazioni espresse dall’OMS: a causa dell’elevata concentrazione di inquinanti in atmosfera, l’aspettativa di vita in questa metropoli pakistana – ben 14 milioni di abitanti – si è ridotta di ben cinque anni.

Quello di Lahore è purtroppo un triste primato, un esempio estremo dell’impatto che le attività umane deregolamentate hanno sia sull’ambiente che sulla salute. Ma se non si intraprende un cammino di maggiore sostenibilità ambientale, questa fotografia dal Pakistan rischia di diventare una infausta previsione per il futuro di molte città. Che fare?

La situazione allarmante di Lahore

Lahore, veduta

Quella di Lahore, una città da sempre nota per la sua florida cultura nonché polo universitario e industriale, è una storia peggiorata in relativamente poco tempo. In meno di un decennio, la metropoli pakistana è passata da livelli medi di inquinamento dell’aria alla città più pericolosa del mondo, almeno sul fronte della salute.

Tra il 2022 e il 2023, centinaia di rivelazioni hanno permesso di far emergere un dato a dir poco allarmante: qui si superano di oltre 10 volte i limiti consentiti sul particolato sottile, così come sulle concentrazioni di biossido d’azoto. Il risultato? Un’aria praticamente irrespirabile, con un aumento sensibile di sindromi respiratorie, patologie oncologiche e, purtroppo, decessi. Come ho già spiegato, chi vive stabilmente a Lahore ha un’aspettativa di vita ridotta di cinque anni, rispetto alle popolazioni residenti altrove.

Ma quali sono le ragioni che hanno portato la località pakistana al triste primato di città più inquinata del mondo? Secondo l’OMS, una serie di fattori: una crescita incontenibile del traffico stradale, l’apertura di numerose fabbriche lungo tutto il perimetro della città e la non ottimale gestione dei rifiuti, che spesso vengono bruciati a cielo aperto. E così sono schizzati alle stelle i livelli di PM 10 e PM 2.5, di biossido di azoto e biossido di zolfo. Basti pensare che lo scorso anno i PM 2.5 hanno raggiunto i 97.4 µg/m³, contro gli 0-5 consigliati dall’OMS.

La politica minimizza

Eppure, nonostante l’aumento delle problematiche respiratorie e dei decessi, la politica si affrettata a minimizzare la situazione, in risposta alle preoccupazioni espresse dagli organismi internazionali. Secondo le autorità del Punjab pakistano, la colpa non sarebbe delle auto e nemmeno degli scarichi industriali, bensì degli agricoltori che brucerebbero sterpaglie sui loro campi. Un’ipotesi, quest’ultima, fortemente rigettata sia dagli scienziati locali che dagli attivisti climatici.

L’avvocato e attivista ambientale Rafay Alam, ad esempio, ha spiegato come la crescita dei livelli di inquinamento sia principalmente dovuta all’apertura di numerose raffinerie di prodotti petroliferi e, ancora, a normative abbastanza lasche sul controllo delle emissioni da combustibili fossili.

Non solo Lahore, tutto il mondo rischia

Inquinamento a Milano

Nella classifica annuale di IQAir, stilata sulla base di oltre 300.000 rilevazioni sul campo, le prime 50 posizioni sono quasi tutte occupate da città in India, Cina, Pakistan e Bangladesh: dati che dimostrano, ancora una volta, come il problema dell’inquinamento in Asia necessiti interventi davvero urgenti. Basti pensare come a Nuova Delhi si sia registrata una concentrazione di PM 2.5 pari a 89.1 µg/m³, un dato allarmante per una città – la capitale dell’India – che ormai ciclicamente è colpita da “nubi tossiche” che rendono l’aria davvero irrespirabile.

E com’è la situazione in Italia? Di certo migliore rispetto a India e Pakistan, seppur comunque preoccupante. Tra le grandi città, la maglia nera spetta a Milano: nel 2022 si sono registrati 28.6 µg/m³ di PM 2.5, più di cinque volte la soglia suggerita dall’OMS. Seguono Modena (24.8), Pavia (23.7), Padova (23.5), Brescia (19.3), Cremona (18.8), Pesaro (18.3), Bergamo (17.6), Novara (16.2), Roma (12.6), Aosta (10.4) e Torino (7).

In definitiva, servono al più presto degli interventi efficaci per limitare non solo le emissioni climalteranti ma anche quelle inquinanti che, oltre a danneggiare l’ambiente, mettono a repentaglio la nostra salute!

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