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Arredamento economico: ecco perché i mobili low-cost distruggono l’ambiente


Mobili low cost

Non si può dire che l’arredamento economico non sia diventato estremamente popolare: la possibilità di dotarsi di mobili sempre nuovi, senza spendere un capitale, alletta i più. Eppure, quando si acquista un armadio a poche centinaia di euro, non ci si accorge della principale conseguenza di questa scelta di consumo: una grande devastazione ambientale, spesso alimentata dalla distruzione illegale delle foreste. È quando dimostrano diverse inchieste condotte negli ultimi anni, per crimini ambientali che coinvolgono, purtroppo, anche l’Europa: la Romania, ad esempio, ha subito una vasta deforestazione illecita proprio a causa della richiesta dei grandi produttori di mobili a basso prezzo. Ma cosa fare?

Il prezzo nascosto dei mobili low-cost

Impatto dei mobili low-cost

Mobili prodotti in serie e venduti a bassissimo prezzo, purché sia lo stesso acquirente a montarli in autonomia. Almeno ufficialmente, è questa la giustificazione che i grandi gruppi forniscono per i listini particolarmente accessibili della loro mobilia. Eppure, le ragioni di praticità e produzione standardizzata, nascondono dei costi in realtà ben più ampi per l’ambiente.

La domanda di legno a basso costo

Per produrre mobili che possano essere venduti a ridotto prezzo, le grandi aziende di settore alimentano la domanda di legno a basso costo, spesso proveniente da foreste non certificate – e quindi prive di strumenti di limitazione della deforestazione – o addirittura illegali.

Secondo alcune inchieste condotte nel 2022, una porzione rilevante del legno – con stime dal 10 al 30% – impiegato dai produttori europei di mobili low cost proviene da foreste non destinate a scopi produttivi, quindi dal disboscamento illegale. In particolare, si sono registrate problematiche come:

  • la violazione di normative locali ed europee sulla protezione delle foreste vergini;
  • il disboscamento illegale di ampie porzioni di foreste primarie, soprattutto in Romania;
  • lo sfruttamento illegale di lavoratori e manodopera a basso costo.

Considerando come in Europa, nonostante rimanga intatto solo il 4% delle foreste originarie del Continente, le aree boschive assorbano più del 30% delle emissioni di CO2 annuali, il taglio indiscriminato degli alberi rappresenta un danno non solo per il Pianeta, ma per l’intera collettività. Ma non è tutto, perché non solo la deforestazione illegale distrugge il prezioso serbatoio di carbonio europeo, ma produce a sua volta emissioni climalteranti: il disboscamento illegale è infatti responsabile di oltre il 17% del rilascio di CO2 equivalente a livello globale.

Lo scandalo del disboscamento illegale in Romania

Disboscamento

Per comprendere l’entità di questo fenomeno, è utile ricordare uno degli scandali che, negli ultimi anni, ha colpito maggiormente l’industria dei mobili low-cost: il disboscamento illegale della Romania. Il Paese ospita da sempre una delle foreste più importanti del Vecchio Continente, tanto da essere stata ribattezzata come “l’Amazzonia d’Europa”. Si tratta della foresta dei Carpazi, che si estende per oltre 500.0000 ettari di boschi pressoché incontaminati, di cui il 63% protetti da precisi programmi di tutela, come Natura 2000.

A causa dell’enorme domanda di legno a basso costo da parte di alcuni dei più noti produttori mondiali di mobili, tra il 2001 e il 2017 la Romania ha perso l’equivalente di 444.000 campi da calcio di foreste primarie, per via del taglio illegale degli alberi.

Secondo un’inchiesta condotta da The New Republic, e da studi di Greenpeace, i grandi gruppi dell’arredamento non solo sarebbero stati più che consci della provenienza illecita del legname, ma avrebbero a loro volta alimentato il sistema alla base, ad esempio autorizzando tagli su boschi in realtà protetti, falsificando documenti per nascondere la reale provenienza del legname, fornendo siti di stoccaggio e coinvolgendo funzionari pubblici. Una rete di illegalità ribattezzata “la mafia del Legno”, che ha portato alla produzione in Romania di più di 38,6 milioni di metri cubi di legname illegale tra il 2013 e il 2018, più del doppio della quantità effettivamente autorizzata.

L’impatto economico e sociale

Taglio alberi per mobili low cost

La deforestazione causata dai mobili low cost non ha riflessi unicamente sull’ambiente, ma ha un impatto enorme anche sull’economia e sul tessuto economico dei Paesi colpiti dalla deforestazione, come appunto la Romania. In base alla ricerche precedentemente citate, emerge infatti che:

  • a causa delle attività illegali, ogni anno il mercato delle foreste sostenibili e certificate perde un indotto di circa 1 miliardo di euro;
  • le comunità rurali dei Paesi colpiti vengono distrutte, perché dipendono appunto sia a livello lavorativo dalla produzione del legno legale – grandi porzioni della popolazione locale sono impiegate in questa azienda – che a livello personale. Ciò determina l’abbandono delle aree di campagna, con il trasferimento in massa nei grandi centri urbani, nel tentativo di trovare nuove fonti di sostentamento.

Cosa fare per non alimentare un mercato malato

Mobili artigianali

Ma cosa può fare il singolo consumatore, per non contribuire a quello che è un vero e proprio mercato malato? L’azione del singolo può di certo pesare molto, soprattutto se condivisa da tante persone contemporaneamente. Ad esempio, si possono adottare buone abitudini come:

  • evitare di acquistare mobili a prezzo basso o bassissimo, poiché la probabilità che il legno sia proveniente da foreste illegalmente devastate può essere molto elevata;
  • controllare, prima dell’acquisto, la provenienza del legname. Ad esempio, i produttori più affidabili scelgono legno certificato FSC e PEFC, che garantisce l’utilizzo di materie prime provenienti da foreste gestite in modo sostenibile, con programmi di compensazione per la piantumazione di nuovi alberi:
  • quando possibile, preferire l’usato e l’artigianato locale, poiché permette di ottenere mobili di elevatissima qualità, con un impatto davvero ridotto per l’ambiente;
  • partecipare alle varie iniziative, come petizioni o leggi di iniziativa popolare, per chiedere normative più rigide per i trasgressori, con pene che portino al divieto di commercializzare sul territorio europeo se colpevoli di violazioni.

In definitiva, l’acquisto di mobili low cost può avere effetti devastanti sull’ambiente: riducendo la domanda, si aiuta a preservare un patrimonio inestimabile di verde, indispensabile sia per la sopravvivenza del Pianeta che per il benessere dell’uomo.

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