La candeggina delicata contiene davvero candeggina? È questo il dubbio più comune fra i consumatori che, attratti da invitanti claim pubblicitari, acquistano prodotti per la pulizia della casa, per poi accorgersi dell’assenza dell’ipoclorito di sodio fra gli ingredienti. Questi detergenti impiegano infatti altre tipologie di sbiancanti, meno aggressive su superfici e tessuti, ma non necessariamente meno inquinati. E perché, allora, non approfittare di tante soluzioni a bassissimo impatto ambientale, molte di origine del tutto naturale, per pulire casa e fare il bucato con ridotte conseguenze per il Pianeta?
Cos’è la candeggina delicata
Da qualche anno a questa parte, complice anche un marketing molto insistente, viene proposta ai consumatori la cosiddetta candeggina delicata. Un prodotto che – a detta dei claim pubblicitari, basti pensare al diffuso “smacchia senza scolorire” – garantisce le stesse proprietà della classica candeggina, senza però rovinare i tessuti o le superfici. Ma, più precisamente, cosa si intende per candeggina delicata?
In linea generale, si tratta di un detergente per superfici o per il bucato ideato per le sue proprietà disinfettanti e sbiancanti, adatto per pulizie intensive anche a basse temperature e, ancora, per l’uso su superfici o tessuti non particolarmente resistenti. In altre parole, questi detergenti offrono proprietà simili alla candeggina, senza però gli effetti più sgraditi come il cattivo odore, la distruzione delle fibre dei vestiti o danni a pavimentazioni e simili. Eppure, per quanto così pubblicizzati, questi prodotti non possono essere considerati candeggina in senso stretto.
La composizione della candeggina delicata
La composizione delle candeggine delicate può variare enormemente a seconda del produttore. Tuttavia, in linea generale, questi detergenti prevedono l’impiego di:
- sostanze sbiancanti, spesso a base di ossigeno, come il perossido d’idrogeno – la classica acqua ossigenata – o il percarbonato di sodio. Le concentrazioni sono variabili, in media tra il 5 e il 15%;
- circa il 5% di tensioattivi anionici;
- saponi e profumi;
- conservanti.
È rarissimo, se non per qualche piccola proposta di nicchia, che sia invece presente ipoclorito di sodio, anche in forme molto diluite.
C’è la candeggina nelle versioni delicate?
Proprio poiché la maggior parte di questi prodotti non contiene alcuna traccia di ipoclorito di sodio, si può affermare che le candeggine delicate non prevedono l’impiego di candeggina. Il nome è quindi mantenuto a puri scopi di marketing, per attirare quella porzione del mercato – soprattutto i consumatori meno giovani – ancora largamente legata ai falsi miti di igiene e disinfezione della candeggina stessa. Un prodotto in realtà altamente tossico, sia per la salute che per l’ecosistema, peraltro dalle proprietà pulenti abbastanza dubbie.
Eppure, non si deve pensare che scegliere una candeggina delicata corrisponda a ridurre il proprio impatto ambientale. Per quanto il principio attivo principale – il perossido d’idrogeno o il percarbonato di sodio – sia effettivamente a basso impatto, bisogna considerare che:
- i tensioattivi anionici sono generalmente tossici per gli ambienti acquatici, perché contribuiscono all’eutrofizzazione – ad esempio, con la crescita indiscriminata di alghe – e causano la morte di molti organismi acquatici. Inoltre, determinano bioaccumulo nei pesci e possono causare alterazioni al sistema ormonale e respiratorio di una lunga lista di animali;
- i saponi aggiuntivi, a seconda della sostanza impiegata, potrebbero soffrire di una scarsa biodegradabilità e, in ogni caso, avere effetti negativi sempre sugli ambienti acquatici;
le profumazioni di sintesi sono invece ben conosciute come allergeni, ovvero i principali responsabili di reazioni cutanee avverse o, ancora, anche gravi crisi allergiche.
Le alternative per pulizie più sostenibili
Proprio poiché la candeggina delicata non può essere considerata un detergente amico dell’ambiente, perché non provare delle alternative che, oltre a garantire analoghi risultati, non comportano effetti tossici sia per la salute che per l’ambiente?
Il percarbonato di sodio, il miglior sostituto
Molte delle candeggine delicate in commercio contengono percarbonato di sodio come ingrediente principale. La soluzione più efficace è allora impiegarlo da solo, evitando così le conseguenze di altri ingredienti – come appunto i tensioattivi – poco amici dell’ambiente.
Economico e molto pratico da utilizzare, il percarbonato di sodio si presta a tanti usi diversi:
- per il bucato a mano e in lavatrice, preferibilmente sui tessuti bianchi;
- per l’igienizzazione sia della lavatrice che della lavastoviglie;
- per la pulizia di molte superfici dure della casa.
Altamente biodegradabile, l’unica accortezza per il percarbonato di sodio è la temperatura: affinché produca ossigeno, è necessario accertarsi che l’acqua sia almeno a 40 gradi.
Altri rimedi a basso impatto da considerare
Infine, per smacchiare, pulire e igienizzare a basso impatto, vi sono altre soluzioni da prendere in considerazione, al posto della candeggina delicata:
- il bicarbonato di sodio che, sebbene non abbia specifici effetti pulenti, è un’ottima alternativa per assorbire ed eliminare i cattivi odori; nonché per il suo effetto abrasivo per sbiancare alcune superfici;
- l’acqua ossigenata, uno dei rimedi delle nonne per le macchie incrostate sui tessuti, perché rilascia ossigeno, senza nessun impatto sull’ambiente;
- l’aceto per pulire le superfici dure della casa, tenendo però presente che il suo impatto ambientale non è nullo, sebbene comunque inferiore rispetto ai detergenti di sintesi. Per gli stessi usi si può invece puntare sull’acido citrico.
In definitiva, le candeggine delicate non solo non contengono candeggina, ma sono tutto fuorché amiche del Pianeta: ecco perché preferire soluzioni smacchianti a ridotto o nullo impatto, peraltro economiche e molto efficaci.
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