Uno studio del CMCC apre una finestra sul futuro della Penisola esposta a eventi climatici sempre più estremi.
Un’altra tromba d’aria di Friuli, un caldo africano senza precedenti e Firenze allagata in pochissime ore… Ogni estate-autunno l’Italia viene spazzata dalle Alpi a Lampedusa i da un clima bizzarro, eccentrico e imprevedibile. “Il cambiamento climatico” si dice al bar commentando le notizie, “il cambiamento climatico” si dice nei centri di ricerca. Ormai è innegabile che il nostro Paese così come il resto d’Europa e del pianeta stia vivendo i primi effetti stabili del riscaldamento globale.
I ricercatori del Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista Climatology un articolo dal titolo lunghissimo: “Extreme temperature and precipitation events over Italy: assessment of high-resolution simulations with COSMO-CLM and future scenario” (Temperature e precipitazioni estreme sull’Italia: simulazioni ad alta risoluzione con COSMO-CLM e scenari futuri). Ora, tralasciando i sistemi d’analisi COSMO-CLM e altri tecnicismi, quello che ci interessa, come cittadini e persone è lo scenario degli eventi climatici estremi.
Cosa vedono quelli del CMCC nella loro “palla di cristallo” fatta di computer, satelliti e modelli di calcolo? Il team di climatologi ha confrontato il passato con il futuro, il trentennio 1981-2010 con il trentennio 2071-2100 cercando di evidenziare le differenze più evidenti. Certo è uno scenario che riguarda la prossima generazione ma, attenzione, il cambiamento lo stiamo vivendo ora, oggi, in questi anni, quindi non ce la possiamo cavare con un “eh, vabbé tanto nel 2100…”.
Lo studio ci dice che “da una parte le precipitazioni medie dell’Italia segnano una diminuzione che non supera il 10%, mentre le temperature minime e massime segnano un aumento tra i 2°C e i 6°C a seconda dello scenario sulle emissioni di gas a effetto serra (a una minore riduzione delle emissioni corrisponde, in accordo a quanto definito dalle simulazioni, un maggiore aumento della temperatura).”
Ossia che, nonostante l’impatto emotivo delle alluvioni di questi ultimi anni e degli anni che verranno, in Italia pioverà meno (anche se non di tanto). Quello che fa impressione sono quei 2-6°C di aumento delle temperature medie! Tantissimo, veramente tantissimo. Un aumento, guarda caso, strettamente legato alle emissioni di gas serra.
Non c’è niente da fare: il cambiamento climatico è un peccato mortale di noi esseri umani. Certo, le temperature aumentano anche naturalmente ma noi le stiamo spingendo a velocità folle verso quel limite di 2°C medi in più in tutto il mondo oltre il quale per tutti i climatologi si andrebbe incontro al disastro. D’altronde se persino un presidente americano ha cominciato a prendere in considerazione una vera e severa riduzioni delle emissioni di gas serra dopo aver osteggiato Kyoto a suo tempo… Insomma, vuol dire che il pericolo è palese e innegabile.
E allora via libera agli eventi estremi. Che colpiranno ovunque in Italia. Tra le regioni nel centro del mirino il Veneto con temperature massime e minime che supereranno di 7 °C quelle medie attuali!!! E in tutto il paese “notti tropicali” (il modo in cui i climatologi indicano minime particolarmente alte) tra i 20-25 °C. Quante notti quest’estate passate a boccheggiare, a sudare da fermi? Il caldo non ci darà tregua…
In generale le previsioni sono state costruite partendo dai dati raccolti in Veneto, Calabria, Sardegna e Toscana, alcune delle regioni in cui il cambiamento climatico sembra dare segni più evidenti.
E quindi? Siamo spacciati? Tecnicamente il cambiamento climatico è un fatto. Combatterlo dopo il fallimento di Kyoto e la lentezza con cui le nazioni hanno risposto all’emergenza negli ultimi 30 anni è un sogno. Adesso bisogna semplicemente accettarlo (cercando però di limitare urgentemente e velocemente le emissioni di gas serra) e nel farlo possiamo avere due atteggiamenti: passivo-catastrofista, attivo-propositivo; subire il disastro o adattarci.
Cosa scegliete? E’ tempo di rimboccarsi le maniche e cercare di comprendere (ancor prima delle istituzioni che non brillano sempre per intelligenza e lungimiranza) che l’Italia sarà un posto diverso e che noi dovremo essere italiani diversi, pronti a vivere dando un nuovo valore ad acqua, energia e cibo come mai abbiamo fatto; italiani più sostenibili, non perché verdi sognatori, ma perché pragmatici e desiderosi di vivere al meglio nonostante tutto.
Guillermo Flores
7 Agosto 2015 at 19:31Si las autoridades no se preocupan por reducir la emision de gases toxicos el mundo tiende a desaparecer en corto tiempo cada dia se producen mas desastres c limatologicos Guillermo
Paolo Magni
9 Agosto 2015 at 12:51Ma quali cambiamenti climatici! Se vogliamo parlare dei cambiamenti climatici provocati dalla mano dell’uomo o presunto tale, attraverso la dispersione nei cieli delle cosiddette “scie chimiche” è giusto parlare di cambiamenti climatici indotti. Altrimenti non facciamoci ingannare come al solito dal regime che mette in bocca alle persone parole da masticare e rigurgitare in tavola, con gli amici. Signori, quando la smetteranno di far volare aerei cisterna carichi di metalli pesanti spruzzati ad alta quota pronti ad innescare nuvole artificiali, tutto tornerà alla normalità. I militari ne sono responsabili, lo sanno e ne sono conniventi. La botola dell’inferno si aprirà per loro e nessuno, tanto meno il sottoscritto, avrà pietà di loro quando verranno tirate le somme. Chi ha distrutto l’Ambiente pagherà per sempre le proprie colpe. Così disse il Signore.
Tessa Gelisio
13 Agosto 2015 at 9:12caro Paolo, non si sa bene quali esperimenti climatici stiano facendo i militari ne se effettivamente li facciamo. certe invece sono le emissioni di gas a effetto serra che tutti noi direttamente e indirettamente produciamo.