Green lifestyle

L’inganno del “senza”


Cosa contengono i prodotti che vantano un “senza” in etichetta

Modulo-Claim - www.emporioae.com

Le statistiche lo dicono già da tempo: abbiamo voglia di prodotti naturali, a tavola come nel nostro beauty-case. I produttori ne hanno preso atto e cercano in tutti i modi di andare incontro al pubblico; basta fare un giro in un qualsiasi supermercato per rendersene conto: oltre ai prodotti bio, si stanno facendo strada anche le linee ecologiche e naturali di marchi tradizionali. Alcuni sono effettivamente bio, come le linee de I Provenzali, oppure Naturaverde e Giardino dei Sensi di cui vi ho parlato di recente; altri purtroppo fanno (forse) dei piccoli cambiamenti e soprattutto tanta, tanta pubblicità.

deborah

Negli ultimi mesi ad si è fatto un gran parlare della nuova linea di Deborah, Formula Pura: partiti con matita, mascara e eyeliner, hanno ora ampliato la loro gamma, con rossetti, smalti e prodotti per la cura del viso. Perché 0%? Perché, come scrivono a caratteri cubitali sulle insegne, non contengono parabeni né siliconi. Incuriosita, ho controllato l’inci dell’eyeliner: subito dopo l’acqua si trova Butylene glycol, un solvente sintetico che può essere irritante e allergizzante… ed è in cima alla lista. Seguono Styrene/Acrylates/Copolymer, un filmante sintetico, e PEG. Infine il tensioattivo Sodium Laureth Sulfate e un colorante da bollino rosso di origine sintetica. Discorso simile per il mascara: contiene Triethanolamine, una sostanza che può liberare ammine, sostanze potenzialmente cancerogene, e comunque può causare reazioni allergiche. In più troviamo anche qui PEG, solventi e filmanti di sintesi e lo stesso colorante dell’eyeliner. Fidarsi è bene…

Ma questo non è che uno dei tanti casi di prodotti “free from”, ovvero “senza” un particolare ingrediente, che però ne contiene altri ugualmente dannosi.

Ricordate quando abbiamo parlato di tinte e degli ingredienti nocivi che potevano contenere? Una di queste, Olia di Garnier, vantava di non contenere ammoniaca… ma al suo posto contiene invece Triethanolamine, ugualmente dannosa da respirare, ma essendo inodore ci dà l’idea di utilizzare un prodotto più naturale!

Non molto tempo fa invece abbiamo parlato di bagnoschiuma, di ingredienti dannosi come SLS e SLES contenuti nella maggior parte dei prodotti schiumogeni: entrambe sono sostanze piuttosto aggressive sulla pelle, e lo SLES è anche di derivazione petrolifera. Credete però che tutti i bagnoschiuma o gli shampoo senza SLS e SLES siano per forza migliori? Ricredetevi: spesso al loro posto contengono Sodium Coceth Sulfate o Sodium Myreth Sulfate (come Eucerin, tra quelli che abbiamo visto insieme), che sono praticamente la medesima cosa!

chicco

Un altro bagnoschiuma che ci trae in questo inganno è il Chicco Baby Moments: c’è scritto senza SLS e SLES, senza coloranti, senza parabeni… come è giusto che sia un prodotto per bambini e neonati. Peccato che in compenso nell’inci si trovino diversi PEG, il Laureth-2 che è sempre un tensioattivo di origine petrolifera, Disodium EDTA (sequestrante di metalli pesanti) e BHT, conservante già vietato in diversi Paesi per la sua tossicità. Aiuto…

parabeni - www.salute-e-benessere.org

Foto: www.salute-e-benessere.org

Sono molti in effetti i cosmetici “paraben free”, senza parabeni: questi conservanti sono accusati di essere cancerogeni già a piccole dosi e inoltre possono interferire con il nostro sistema ormonale; logico quindi che se leggiamo “senza parabeni” in etichetta, ci fiondiamo a comperare!

garnier

Occhio però a quello che invece contengono… un famoso marchio industriale, Ultra Dolce di Garnier, scrive in bella vista sul suo shampoo alle Mandorla dolce & Fiori di loto che è formulato senza parabeni, siliconi o coloranti. Però ci sono alcuni ingredienti segnalati in rosso dal Biodizionario, come Hydroxypropyl Guar Hydroxypropyl Trimonium Chloride, un filmante nocivo per gli organismi acquatici; Polysorbate-20, un tensioattivo di derivazione petrolifera considerato tossico e irritante; Hexylene glycol, un solvente anche lui irritante per pelle e vie respiratorie.

trixera avene

Un altro marchio che abbiamo incontrato spesso è quello di Avene, venduto in tutte le farmacie (neanche a prezzi troppo abbordabili) e specifico per le pelli sensibili. È presente anche una linea, Trixera, formulata senza sapone, profumi né parabeni; ho guardato la crema e le sostanze indesiderate non mancano: paraffina, siliconi, BHT, Carbomer (un derivato del petrolio), Disodium EDTA. Da un prodotto di farmacia non te lo aspetti proprio…

pupa

Anche Pupa, il famoso marchio di make-up, si è convertito al “paraben free”: la loro nuova linea di detersione per il viso dichiara di essere ipoallergenica, priva di alcol e parabeni. Il latte detergente ha però tra i primi ingredienti la paraffina, seguita da Polysorbate-20, Acrylates crosspolymer, Disodium EDTA e diversi allergeni del profumo, anche di sintesi. E sottolineano anche alla fine dell’inci che non ci sono parabeni…

yves rocher

Altra marca di cosmesi, Yves Rocher, autodefinita “cosmesi vegetale”. Diffido sempre da chi scrive frasi simili in etichetta ma poi non ha certificazioni ufficiali… ho visto il loro nuovo mascara Volume Vertige, che specifica non contenere parabeni: l’inci è un elenco infinito! Filmanti sintetici, PEG, siliconi, Tetrasodium EDTA, Butylene glycol, SLES e un altro emulsionante di derivazione petrolifera. Se ci fossero stati i parabeni sarebbero stati in buona compagnia!

Un’altra specifica che fa il mascara è di essere NicKel Tested, ovvero che è stata analizzata la presenza di NicKel, un metallo a cui buona parte della popolazione è allergica: è stimato che ne soffra il 7-10% delle donne e il 2-3% degli uomini dei Paesi industrializzati.

nickel-tested-saicosatispalmi

Foto: www.saicosatispalmi.com

Peccato che la dicitura “Nickel tested” che campeggia su certi cosmetici sia una ecofurbata simile a quella dei prodotti non testati su animali: la normativa europea vieta già dal 2009 l’impiego di Nickel nei cosmetici, e anche se non è possibile escludere completamente delle tracce, la concentrazione deve essere inferiore a 1 ppm (una parte per milione). Quindi un prodotto Nickel tested ha probabilmente la stessa concentrazione di tutti gli altri e serve solo ad attirare l’attenzione dei soggetti allergici!

Famoso marchio “Nickel tested” è BioNike: ricordate? Ne avevamo già parlato perché il suo nome con prefisso “Bio” lasciava illudere si trattasse di prodotti biologici. Beh, non solo non ha niente a che vedere col bio, ma contiene diversi ingredienti che sarebbe meglio evitare. Il fondotinta idratante della linea Defence, ad esempio, contiene parecchi siliconi, solventi di sintesi, PPG, Disodium EDTA: tutte sostanze poco adatte a una pelle sensibile (e alla pelle in generale).

bionike

Ma anche altri marchi commerciali vantano di essere Nickel Tested, come L’Oreal e Kiko: peccato che come abbiamo visto insieme i loro prodotti non sono proprio consigliabili per un’ecocentrica!

Insomma, non lasciamoci ingannare da quello che i cosmetici non contengono: chiediamoci sempre cosa invece contengono!

Foto copertina: www.emporioae.com

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2 Comments

  • Reply
    Mara
    16 Gennaio 2018 at 19:43

    Ciao, grazie dell’articolo, l’ho trovato molto interessante e istruttivo.
    Per completezza, potresti indicarmi il numero della normativa (e anche l’articolo) in cui si parla di concentrazione di nichel inferiore a 1ppm? Girando per l’Europa ho scoperto che l’Italia è l’unico paese ad usare questa dicitura e vorrei approfondire. Grazie!

    • Reply
      Tessa Gelisio
      17 Gennaio 2018 at 14:40

      Le norme di riferimento per il nickel sono le seguenti:

      • Regolamento (CE) n. 1907/2006 (c.d. Regolamento Reach) – artt. 67-73 e Allegato XVII, n. 27
      • D. Lgs. 14 settembre 2009, n. 133 – art. 16 (Disciplina sanzionatoria Regolamento REACH)
      • Norma EN 1811:2011 Metodo di prova di riferimento per il rilascio di nichel da tutti gli assemblati che vengono inseriti in parti perforate del corpo umano e da articoli destinati a venire in contatto diretto e prolungato con la pelle
      • Norma EN 12472:2009 Metodo per la simulazione dell’usura e della corrosione per la determinazione del rilascio di nichel da articoli ricoperti.

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