A tavola

Acqua del rubinetto VS Acqua in bottiglia


Quanto ne sappiamo davvero?

Cosa sappiamo dell’acqua che arriva nelle nostre case? Spesso si dà per scontato che quella in bottiglia sia più sana rispetto all’acqua del rubinetto, ma perché c’è ancora così tanta diffidenza? Il motivo della sfiducia nei confronti dell’acqua di rete è spesso dovuta alla preoccupazione legata alla presenza di sostanze contaminanti, come i metalli pesanti, o semplicemente perché presenta uno sgradevole sapore di cloro. Tutte perplessità sulla sua salubrità che ci portano ad essere in cima alla classifica europea per consumo di acqua in bottiglia, con 224 litri e costi fino a 110 euro pro capite l’anno. Il mondo dell’acqua da bere è ancora pieno di luoghi comuni, quasi sempre dettati da conflitti di interesse e grande disinformazione, ma a volte i dubbi nascono dal fatto che forse non è così facile capire come stanno davvero le cose, senza l’aiuto degli esperti.

Per fare un po’ di chiarezza sulla questione, ho parlato con Andrea Aliscioni, direttore della Divisione Servizio Idrico Integrato di MM S.p.A., società di ingegneria che, tra le tante cose, gestisce l’acquedotto del Comune di Milano. Il dottor Aliscioni mi ha spiegato nel dettaglio, non solo le differenze chimico-fisiche tra l’acqua pubblica e quella imbottigliata, ma soprattutto quali sono i nuovi controlli obbligatori per gli acquedotti imposti dalla Direttiva europea, per assicurare al consumatore finale un’acqua sana, controllata e buona da bere.

Qui la video intervista

Ecco quello che mi ha raccontato:

  • Le fonti di approvvigionamento

Sia le acque dell’acquedotto che quelle in bottiglia possono arrivare da fonti sotterranee, ovvero da pozzi profondi su falde acquifere protette da un ampio strato di terreno, in argilla o sabbia, una barriera naturale che riesce a filtrare e incamerare l’acqua, evitando eventuali infiltrazioni esterne. Questo avviene a Milano, dove il 100% dell’acqua che sgorga dai rubinetti ha origine sotterranea, mentre in altre zone d’Italia l’acqua può arrivare anche da fonti più superficiali, come laghi e fiumi. Una delle differenze sostanziale tra i due tipi di acqua sta proprio nella fonte di approvvigionamento: l’acqua in bottiglia deve arrivare necessariamente da fonti sotterranee ed essere imbottigliata così come viene prelevata dal corpo idrico che la contiene, per queste ragioni, mentre per l’acqua dell’acquedotto sono possibili trattamenti prima di essere convogliata nel sistema idrico, per le acque minerali questi ulteriori trattamenti non sono possibili, deve essere pronta al consumo. 

  • Il trattamento delle acque

Trattare l’acqua di acquedotto non è sempre obbligatorio, dipende dalla qualità di partenza della risorsa, ma è obbligatorio rispettare la normativa e i parametri per la potabilità delle acque, che non è la stessa utilizzata per le acque in bottiglia. Anzi, più restrittiva. La frequenza delle analisi effettuate sull’acqua di rete sono maggiori per legge ed è proporzionale ai metri cubi prelevati dalla fonte, proporzione che non esiste per le acque in bottiglia. In particolare per le acque dei rete, vengono analizzati quotidianamente tutti i parametri, sia nel momento in cui l’acqua viene immessa nell’acquedotto, sia durante il percorso che la porta ai contatori delle singoli abitazioni. Quindi una filiera di controlli sicuramente più elevata. Altro elemento importante per garantire la salubrità delle acque sono i parametri che vengono analizzati: che sono maggiori per l’acqua di rete, sono tanti e comprendono parametri microbiologici, fisici, chimici e soprattutto parametri emergenti che rivelano la presenza di nuovi contaminanti come le perfluoroalchiliche (pfas), inquinante trovato nelle acque del Veneto qualche anno fa, o di microplastiche. Tutte analisi obbligatorie introdotte dalla nuova dalla Direttiva europea sull’acqua del dicembre 2020 per le acque di rete e a cui gestori pubblici devono sottostare. 

  • Tipi di trattamento

I trattamenti più frequenti dipendono dalla qualità della fonte iniziale: anche se si tratta di acqua prelevata dal sottosuolo, questo potrebbe presentare delle caratteristiche geologiche che richiedono determinati trattamenti, altri invece no. Un caso esemplare potrebbe essere proprio l’arsenico, presente in alcune zone d’Italia e totalmente assenti in altre. Tra i più frequenti c’è la clorazione utilizzata per eliminare potenziali contaminazioni microbiologiche delle acque, in alternativa a questo trattamento c’è l’utilizzo di raggi ultravioletti che hanno lo stesso scopo senza però l’utilizzo di sostanze chimiche, come avviene a Milano ad esempio.

  • I falsi miti

La correlazione tra la presenza di calcare nell’acqua e i danni alla salute sono solo alcune delle false credenze che circolano quando si parla di acqua del rubinetto. Numerosi studi hanno dimostrato che il calcare, essendo composto da calcio e magnesio, non solo non fa male, anzi, aiuta a contrastare l’osteoporosi. L’unico mezzo chimico talvolta utilizzato è il cloro, ma in quantità assolutamente ininfluenti per la salute, grazie al rispetto dei limiti di legge che, in Italia, sono molto bassi. Se invece la reticenza a bere l’acqua del rubinetto è dovuta al cattivo sapore da cloro, di cui molto spesso si parla, basta davvero poco per eliminarlo: si può lasciare decantare l’acqua per una ventina di minuti in una brocca. Essendo un elemento volatile, si disperderà facilmente nell’aria, scomparendo dall’acqua. L’acqua può subire alterazioni invece conservata a lungo in una bottiglia di plastica in condizioni ambientali non ottimali, dove si potrebbero favorire la migrazione di materiali plastici nell’acqua. Non a caso, sulle etichette delle bottiglie di acqua minerale vengono sempre riportate le indicazioni per una corretta conservazione, ovvero “tenere le bottiglie al riparo dalla luce, in luogo fresco, asciutto, pulito e senza odore”. Questo dovrebbe destare sicuramente più preoccupazioni per la nostra salute.

  • L’ultimo miglio

E’ uno temi più importanti nella distribuzione dell’acqua perché rappresenta un po’ l’anello debole della sicurezza garantita dalle acque potabili. I gestori dell’acquedotto sono obbligati a garantire la salubrità dell’acqua dalla fonte fino ai singoli contatori, da qui fino al rubinetto di casa inizia un altro percorso fatto, in alcuni casi, di vecchie tubature, poco controllate o dalla presenza di autoclavi che possono dar luogo a diverse problematiche. E’ molto importante quindi controllare la qualità dello stato delle condutture, soprattutto se molto datate.

  • Cosa fare per avere ulteriori garanzie

Insomma, l’acqua del rubinetto è sicura e super controllata, l’unico problema potrebbe essere rappresentato dall’ultimo miglio, soprattutto se viviamo in abitazioni con tubature mal messe. In questo caso, come facciamo ed essere certi che l’acqua che esce dal nostro rubinetto è davvero sicura? Nel momento in cui abbiamo qualche sospetto a livello organolettico sulla salubrità dell’acqua, si può ricorrere al prelievo di un campione e fare un’analisi in un laboratorio, soprattutto per la parte chimica relativa ai metalli pesanti. Si potrebbe iniziare dai parametri associati alle vecchie tubature che possono rilasciare minerali come il rame, il ferro, il nichel, il cadmio, il cromo totale, il piombo e lo zinco. Quando invece c’è anche un circuito di acqua sanitaria, autoclavi o zone dove possono esserci incrostazioni con acqua calda, sarebbe consigliabile effettuare, almeno una volta all’anno, analisi sulla legionella, un batterio che potrebbe proliferare negli impianti e creare problemi a livello respiratorio oppure sulla pseudomonas aeruginosa che, se si diffonde, forma un biofilm che potrebbe dare problemi agli impianti idrici e fare da terreno alla legionella.

Ad ogni modo, per superare l’ostacolo dell’ultimo miglio, una volta effettuate le analisi e scovato il problema si può sempre optare per un buon sistema di filtraggio casalingo, facilmente reperibili in commercio, oppure si può ricorrere alle casette dell’acqua o alle fontanelle che molti “sindaci” mettono a disposizione nei propri comuni, ad un costo al metro cubo nettamente inferiore rispetto alle acque in bottiglia. 

Ne parlerò ancora, rimanete sintonizzati : )

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