Punto di vista

Additivi alimentari pericolosi per i bambini (e non solo)


Coloranti, conservanti e altre sostanze chimiche sotto accusa

Secondo un’indagine condotta di recente da Osservatorio Ixè, il 61% degli italiani è interessato alle etichette degli alimenti che compra, o meglio, le legge ma le trova incomprensibili. Se dovessimo far valere la regola “Compra solo quelli con ingredienti che tua nonna capirebbe”, la maggior parte dei prodotti resterebbe sugli scaffali!

Avete notato come spesso nell’elenco compaiano strani codici alfanumerici, composti da una E seguita da tre cifre? Sappiate che in quel caso vi trovate di fronte a uno degli additivi alimentari permessi in Europa (più di 300). Nel post “Veleni nel piatto”, in cui ho intervistato Marco Pizzuti (autore di un interessantissimo saggio, “Scelte alimentari non autorizzate”) avevamo già accennato al vasto mondo degli additivi, che comprendono ad esempio coloranti, emulsionanti, conservanti, esaltatori di sapidità come il glutammato e molto altro. Come spiegato nel libro, alcune sostanze sono innocue, ma molte sono al centro di studi scientifici indipendenti, che mettono in guardia dai loro effetti nocivi sulla salute; nonostante questo, sono comunque autorizzate. Certo, a volte sono previsti dei limiti di quantità considerati sicuri, ma questo non è sufficiente: primo, perché a volte gli effetti si vedono anche dopo molti anni (quante volte hanno vietato una sostanza o un prodotto, dopo che per decenni ci hanno convinti della sua sicurezza?). Secondo, oltre al fatto che secondo gli esperti questi limiti sono tutt’altro che restrittivi, prendono in considerazione la singola sostanza e non il cosiddetto “effetto cocktail”, ovvero la somma di più additivi, su cui non sono mai stati fatti studi. Terzo, non bisogna dimenticare che questi limiti sono tarati su un adulto, quando nel caso di un bambino dovrebbero essere ben inferiori.

Foto: ilfattoalimentare.it

E proprio sulla pericolosità degli additivi presenti in molti cibi, consumati anche dai bambini, si sono espressi da poco i pediatri dell’American Academy of Pediatrics, che chiedono agli Stati Uniti di rivedere la normativa per abbassare i limiti. Secondo i loro studi, alcuni coloranti, conservanti e simili, hanno la capacità di interferire con il sistema endocrino: sarebbero da evitare per tutti, ma ancora di più per i bambini, perché alterazioni ormonali incidono negativamente su crescita e sviluppo. E non è l’unico effetto dannoso rilevato, perché altre sostanze invece sembrano favorire l’obesità infantile che, guarda caso, in America è addirittura triplicata dagli anni ’70.

Ma se gli additivi sono diverse centinaia, come riconoscere quelli più pericolosi? L’ideale sarebbe acquistare solo alimenti freschi, che non contengano ingredienti aggiunti. Ma visto che questo non sempre è possibile (e non lo è neanche imparare a memoria 300 sigle!), vi ho preparato una “black list”: ecco i 10 additivi che dovreste evitare.

COLORANTI

Foto: www.nonsprecare.it

Vengono utilizzati solo per rendere il prodo tto più appetibile (soprattutto per i bambini): quindi non solo sono inutili, nel senso che non hanno proprietà nutritive, ma sono anche dannosi. In questo caso non si tratta di una notizia fresca, perché già negli anni ’70 venivano associati al disturbo da deficit di attenzione e iperattività nei bambini; ne ha dato conferma anche un famoso studio condotto presso l’Università di Southampton e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet, aggiungendo che i coloranti artificiali possono essere responsabili anche di basso QI e problemi neurologici. Ne hanno evidenziati 6 in particolare, che, indovinate un po’, sono tuttora permessi e si trovano facilmente in bibite, merendine, caramelle.

  • Tartrazina (E102): oltre a iperattività e deficit dell’attenzione, può causare reazione allergiche a chi soffre d’asma o è allergico al principio attivo dell’aspirina.
  • Giallo di chinolina (E104): di questo si chiede l’eliminazione nei prodotti per bambini. Oltre ad abbassare il QI, è considerato tossico nel lungo periodo.
  • Giallo tramonto (E110): anche questo controindicato se si è allergici all’aspirina, può dare anche problemi digestivi e disturbi neurologici infantili.
  • Azorubina (E122): può dare reazioni allergiche in chi soffre d’asma.
  • Rosso cocciniglia A (E124): negli Stati Uniti è già vietato. Può provocare allergie ed eruzioni cutanee nei bambini.
  • Rosso allura (E129): associato a danni al DNA, disturbi neurologici e reazioni allergiche.

CONSERVANTI

Foto: salute.pourfemme.it

Hanno lo scopo di proteggere l’alimento dal deterioramento. Tra quelli da segnalare, ci sono prima di tutto nitriti e nitrati (E249, E250, E251, E252), che IARC ha classificati come probabilmente cancerogeni. Non sono sostanze cancerogene in sé e per sé, ma possono diventare tali a causa di una reazione chimica nel nostro organismo: nello stomaco si trasformano in nitrosammine, che invece cancerogene lo sono eccome. Un consumo frequente di carne lavorate, come affettati e carne in scatola, che più di altri contengono nitriti e nitrati, è associato a un aumento del rischio di tumore a stomaco ed esofago.

Nelle bevande fermentate come vino e birra, invece, per evitare alterazioni microbiche, vengono usati i solfiti (E220-228): l’OMS ha stabilito una dose massima giornaliera di 0,7 mg per kg di peso corporeo, ma è difficile tenere il conto. Tra gli effetti, mal di testa, nausea, riduzione dell’assorbimento di vitamine, e in chi è predisposto possono causare anche asma e reazioni allergiche.

ESALTATORI DI SAPIDITÀ

Foto: www.ilgiornaledelcibo.it

Il più famoso è sicuramente il glutammato monosodico (E621), contenuto nei dadi per il brodo ma anche in salse o alimenti confezionati. I ricercatori indipendenti insistono da anni sull’evitarlo o almeno limitarlo il più possibile,  perché è stato associato, tra l’altro, di patologie cardiovascolari, sviluppo di ansia e depressione o malattie degenerative come Alzheimer e Parkinson, obesità e sindrome metabolica, alterazioni del sistema ormonale.

ADDENSANTI

Foto: www.cucinarefacile.com

Spesso presenti anche negli alimenti per bambini i polifosfati (E450-452): si trovano nei formaggi, soprattutto quelli spalmabili, nei salumi come il prosciutto e nella carne in scatola; gli addensanti vengono utilizzati per dare caratteristiche particolari a un alimento, i polifosfati in particolare rendono i cibi più morbidi. Perché sarebbero da evitare? Il problema principale è che limitano l’assorbimento di alcuni minerali, tra cui il calcio, e possono quindi creare problemi di crescita nei bambini.

 

In attesa che anche l’Europa dia voce agli esperti che studiano gli effetti dannosi degli additivi alimentari, diamogli ascolto noi: impariamo a scegliere i prodotti giusti ed evitare sostanze indesiderate.

 

Foto copertina: www.dieta-personalizzata.it

 

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