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Auto elettrica o ibrida: qual è la scelta migliore?


Tessa Gelisio, auto elettrica

Auto elettrica o ibrida, quale soluzione scegliere per rendere i nostri spostamenti sempre più sostenibili? È questa la domanda a cui io stessa ho dovuto rispondere, quando qualche anno fa ho cambiato la mia vecchia automobile. Perché oltre alla più che doverosa attenzione per l’ambiente, vi sono anche questioni economiche legate all’acquisto di una nuova vettura e, ovviamente, ragioni di opportunità. Come orientarsi, di conseguenza?

Quando ci si appresta a comprare una nuova auto, ovviamente l’obiettivo primario è sempre quello di scegliere la soluzione che garantisca il minor impatto sull’ambiente. Questo, però, è in relazione a come viene usata l’auto e ovviamente se è possibile fare l’investimento. Ho pensato quindi di raccogliere per voi alcune valutazioni, che potrebbero rendere questa scelta più semplice.

Auto elettriche o ibride: quali sono le differenze?

Ricarica auto elettriche e ibride

Come facile intuire, il primo passo per fare la scelta migliore rispetto alle nostre esigenze è comprendere a fondo la differenza tra auto elettriche e ibride. Perché se di primo acchito possono sembrare simili, in realtà si tratta di tecnologie assai diverse. Cosa sapere?

  • Auto elettriche: si tratta di vetture dotate di un motore completamente elettrico, a sua volta alimentato da un pacco batterie di potenza e dimensioni variabile. Collegando l’automobile alla rete elettrica, oppure alle apposite colonnine, le batterie vengono ricaricate e assicurano una certa autonomia di spostamento, differente a seconda del modello prescelto. Il grande vantaggio di questa tecnologia è l’assenza di emissioni climalteranti durante l’utilizzo – non esiste un tubo di scappamento né vengono rilasciati gas di scarico – tuttavia hanno comunque un impatto ambientale in fase di produzione e durante la ricarica, se alimentate con fonti non rinnovabili;
  • Auto ibride: sono automobili che prevedono un doppio motore: una classica soluzione endotermica, a benzina o diesel, accoppiata a un’alimentazione elettrica. Si possono suddividere in mild-hybrid, dove il motore elettrico non lavora in autonomia ma sempre in assistenza a quello a combustione, così come full-hybrid e hybrid plug-in. Queste ultime configurazioni permettono al comparto elettrico di funzionare anche autonomamente, garantendo un’autonomia solo elettrica di qualche decina di chilometri, a seconda della capienza e della potenza delle batterie installate. Nelle full-hybrid questa autonomia è ridotta, perché le batterie sono di capienza limitata e vengono ricaricate recuperando l’energia di frenata o tramite la guida endotermica. Nelle plug-in, invece, la distanza percorribile solo in elettrico è decisamente più generosa e, fatto non meno importante, la ricarica può avvenire collegando l’auto alla rete elettrica o a una colonnina di strada. Queste tecnologie sono pensate per ridurre l’impatto ambientale della guida e, allo stesso tempo, non vincolare il guidatore alla presenza di colonnine di ricarica, soprattutto per grandi spostamenti. Ovviamente, quando si sfrutta il motore endotermico, le emissioni climalteranti sono simili – o di poco inferiori – alle classiche auto a benzina o diesel.

A oggi, il mercato automobilistico italiano sta crescendo molto più velocemente sulle ibride rispetto all’elettrico puro, anche se quest’ultimo sta ricevendo sempre più consensi. Vediamone le ragioni.

Vettura elettrica o ibrida: il fattore economico

Non è di certo un segreto: il primo fattore che orienta l’acquisto di una nuova auto è quello economico. Perché, per quanto elevata sia la nostra sensibilità verso i temi ambientali, purtroppo dobbiamo sempre scendere a patti con il portafoglio.

A oggi, sia le auto ibride che quelle elettriche costano sensibilmente di più delle comuni endotermiche diesel o benzina. Tuttavia, mentre tra le classiche automobili e le ibride il divario si stia restringendo sempre di più, con le elettriche la differenza di prezzo è decisamente ampia.

Secondo una recente rilevazione di AlVolante, le mid-hybrid costano all’incirca 1.500-2.000 euro in più rispetto alle classiche benzina e diesel, le full-hybrid dalle 2.300 alle 3.000 euro in più, mentre per ibride plug-in questo aumento è addirittura maggiore, a volte anche di 5.000 euro. Per le elettriche, invece, è Wired ad aver raccolto i listini prezzi più comuni: per un’utilitaria o una city-car, non si scende sotto ai 21.000 euro, mentre berline e SUV possono arrivare con facilità a superare i 70.000/80.0000 euro.

Eppure, non sono solo i listini quelli da considerare per la valutazione economica dell’acquisto di un’auto. Vi sono ad esempio gli incentivi statali, ben più generosi per le auto elettriche rispetto alle ibride: ad esempio, una city-car da 22.000 euro, con gli incentivi e la rottamazione di un vecchio mezzo può scendere di prezzo anche fino a 15.000/16.000 euro. E poi c’è la manutenzione: un’analisi di Ecoverso evidenzia che, a tre anni dall’acquisto o raggiunti i 45.000 chilometri, un’ibrida permette di risparmiare 4.440 euro rispetto a una classica endotermica, mentre un’elettrica ben 6.570 euro.

Tra elettrico e ibrido: l’impatto ambientale

Auto elettriche e ibride, CO2

Partiamo dalle ibride: sulla carta, i produttori dichiarano emissioni decisamente più ridotte rispetto alle classiche benzina e diesel, con tagli spesso vicini al 40%. Le ibride plug-in, ad esempio, dichiarano in media dai 21 ai 60 g/km di CO2, contro i 135 g/km minimi delle comuni endotermiche. Tuttavia, un test indipendente condotto da Transport & Environment ha rivelato che i valori di emissioni reali possono essere addirittura di 7 volte più alti rispetto a quelli dichiarati: dal 28 all’89% in più a seconda dei modelli. Questo significa che, esaurita l’autonomia della guida solo in elettrico, bastano dagli 11 ai 23 chilometri aggiuntivi percorsi in endotermico per eguagliare le emissioni delle classiche benzine e diesel.

Le auto elettriche, per contro, possono contare su emissioni estremamente ridotte: tra 0 e 20 g/km di CO2. Per questo tipo di motorizzazioni, però, sono anche altre le valutazioni da fare in tema di impatto ambientale. Innanzitutto, relative alla ricarica: se non si sceglie un’alimentazione basata su fonti rinnovabili, i vantaggi in termini di emissioni diminuiscono. Questo perché ciò che l’auto non emette durante la guida, viene prodotto a monte per generare energia. Lo studio “Le variabili emissive dell’auto elettrica: ricarica, utilizzo e stili di guida”, realizzato dalla Fondazione Caracciolo dell’ACI e dal CARe – Center for Automotive Research and Evolution dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi, spiega ad esempio come il carbon footprint di una ricarica effettuata tramite energia fotovoltaica sia di 9 volte inferiore rispetto a quello di fonti energetiche da combustibili fossili. Tuttavia, anche con un mix energetico classico le emissioni delle auto elettriche rimangono comunque inferiori. E poi c’è il luogo e la modalità di produzione: un’elettrica prodotta e assemblata in Cina, ha un tasso di emissioni alla fonte del 35% più alto rispetto a modelli assemblati nei Paesi occidentali. In ogni caso, anche nella peggiore delle ipotesi, la ricerca svela che le emissioni medie delle elettriche si attesta sui 5.5 g/km di CO2, contro i 146 g/km medi delle endotermiche.

Sempre sul fronte della produzione, bisogna sottolineare come a oggi assemblare un’auto elettrica porti all’emissione di quantità maggiori di CO2 rispetto alle altre motorizzazioni. Tuttavia, come dimostrato dagli studi LCA, queste emissioni vengono ampiamente compensate durante l’utilizzo, tanto che la bilancia rimane ampiamente positiva.

Auto elettrica o ibrida: il peso del contesto d’uso

Auto elettrica o ibrida, ricarica

Infine, la scelta tra auto ibrida o elettrica non può prescindere dal contesto d’uso in cui la vettura verrà inserita. Purtroppo, vi sono ancora degli ostacoli importanti a una perfetta implementazione dei motori più verdi.

I problemi principali emergono soprattutto sull’elettrico puro, poiché in Italia non vi è ancora una rete sufficientemente capillare di colonnine di ricarica, soprattutto rapida, e comunque anche in questo caso i tempi sono mediamente lunghi. La cosa migliore è caricare collegandola alla rete di casa. Ancora, la presenza di stazioni di ricarica a macchia di leopardo sul territorio aumenta la cosiddetta “range anxiety”, ovvero il timore di rimanere a secco di batteria prima di trovare una colonnina disponibile.

Fatta questa considerazione, in linea generale le auto elettriche sono consigliate a persone che hanno buone disponibilità economiche, magari un’altra auto per lunghi spostamenti e per chi ha la possibilità di ricaricarla con la colonnina domestica. Allo stesso tempo, l’ibrido è perfetto per coloro che, pur puntando alla riduzione delle emissioni, non vogliono perdere la comodità di benzina e diesel sulle lunghe distanze. Ad esempio, l’ibrido permette di approfittare del 100% elettrico in città, per poi passare al classico traino endotermico non appena è necessario compiere tragitti ben più estesi.

Il prezzo delle elettriche ovviamente scenderà ulteriormente, ma dobbiamo aspettare qualche anno ancora… Perché il futuro è completamente elettrico, ovvero la tecnologia che a oggi rispetta maggiormente l’ambiente, ed è auspicabile che sempre più persone possano permetterselo.

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