Le auto elettriche prendono fuoco così facilmente, tanto da rappresentare un problema di sicurezza pubblica? Se dovessi basare il mio giudizio unicamente su quanto circola sui social, tra filmati di auto in fiamme rilanciati decine e decine di volte al giorno, dovrei affermare che le vetture a batteria siano rischiose. Eppure, se si vanno ad analizzare dati e statistiche, il quadro che ne emerge è ben diverso: non solo le auto elettriche non prendono fuoco così facilmente, ma addirittura il tasso di incendi è enormemente inferiore rispetto a quello delle classiche endotermiche. Cosa sta accadendo?
Come spesso accade, i social network diventano sfogo delle più bizzarre teorie: bufale e notizie non verificate prendono il sopravvento sulla ricerca scientifica. E così cresce la compagine dei cosiddetti “NoWatt”, coloro che per vari motivi – alcuni comprensibili, altri decisamente meno – si stanno opponendo alle auto elettriche. E quale modo più semplice per far proseliti, se non puntando sulla paura e sulle fake news? Cerchiamo quindi di capirne di più, affinché la scelta a favore o contro le vetture elettriche non sia dettata dalle emozioni del momento bensì dalla ricerca scientifica.
Auto elettriche: quando prendono fuoco?
I filmati li abbiamo visti tutti, anche perché proposti in modo martellante sulle piattaforme social: dalla Tesla in fiamme mentre si trovava in carica a una colonnina, alla Renault Zoe divenuta virale in questi giorni dopo un incendio in Veneto, è impossibile non imbattersi in questi contenuti. Ma quando prendono fuoco le auto elettriche?
Purtroppo, così come qualsiasi altro tipo di mezzo di trasporto, anche le auto elettriche possono essere protagoniste di incendi:
- quando posteggiate e in ricarica, per malfunzionamenti ai circuiti interni che portano a un eccessivo surriscaldamento delle batterie;
- a seguito di incidenti e danni fisici, anche se si tratta di un’eventualità decisamente più rara.
Il maggiore problema legato alle auto elettriche è la gestione delle fiamme poiché, per via delle reazioni chimiche che si vengono a generare nelle batterie, gli incendi sono più complessi da spegnere. E ciò, negli anni, ha portato i produttori a trovare soluzioni sempre più sicure, sia nella tecnologia delle batterie impiegate che nel loro incapsulamento in compartimenti stagni. Ma sono davvero così frequenti gli incendi?
Incendi di auto elettriche: cosa dicono i dati
Come ho già accennato in apertura, spesso la realtà è molto diversa da quella che viene descritta – con fin troppa enfasi – sui social. Se si vanno a controllare le diverse ricerche condotte negli anni, e soprattutto le statistiche sugli incendi reali delle quattro ruote, si scopre infatti che le elettriche sono le vetture meno coinvolte da improvvisi incendi. E non di certo perché ne circola un numero inferiore rispetto alle endotermiche, poiché i dati disponibili sono normalizzati rispetto alla frequenza dei roghi. In altre parole, viene considerata la frequenza di incendi per medesima quantità di auto su strada, ad esempio il numero di roghi su 100.000 auto endotermiche vendute e 100.000 auto elettriche vendute.
Il primo studio arriva dagli Stati Uniti ed è stato condotto dal Bureau of Transportation Statistics (BTS) e dal National Transportation Safety Board (NTSB). Dai dati raccolti, le auto elettriche hanno una probabilità dello 0.3% di incendiarsi, contro l’1.05% delle endotermiche. Non è però tutto, di tutti i casi di incendi di auto registrati negli USA nel corso del 2020, solo lo 0.2% è derivato da auto elettriche.
Si potrebbe ovviamente pensare che il ridotto numero di elettriche in fiamma sia dovuto alla loro attuale e ridotta circolazione, in realtà così non è. Se si analizzano i dati prendendo in considerazione 100.000 vetture per ognuna delle principali tecnologie – benzina e diesel, ibride ed elettriche – i dati parlano da soli:
- 3.474,5 incendi di auto ibride;
- 1.529.9 incendi di auto a combustibile;
- 25.1 incendi di auto elettriche.
Se questo non fosse sufficiente, dati analoghi arrivano dalla Svezia, più precisamente dalla Swedish Civil Contingency Agency, l’agenzia che si occupa della sicurezza e della protezione dei cittadini. Da un primo report emerge che, dal 2018 al 2022, in media si sono registrati 3.400 incendi l’anno di auto sul territorio svedese: di questi, solo lo 0.4% è dovuto a vetture elettriche e l’1.5 da ibride. In una seconda nota, invece, l’agenzia ha specificato che nel 2022 si sono registrati 23 incendi di auto elettriche, su un parco circolante di 611.000 veicoli a batteria in circolazione.
Se si considera, poi, come la quasi totalità degli incendi di auto elettriche sia avvenuto in fase di posteggio – quindi, senza nessuna persona a bordo – mentre estremamente rari sono gli eventi durante la guida, gli allarmi devono essere sicuramente ridimensionati.
Niente allarmismi, più sicurezza
Appare quindi evidente, dai dati oggi disponibili, che gli incendi di auto elettriche non siano un fenomeno così frequente come alcuni vorrebbero fare credere. Naturalmente, si tratta di una questione comunque da non sottovalutare, affinché in futuro la mobilità elettrica sia sempre più sicura per tutti.
Come già spiegato, il problema attuale più grande è relativo a come gestire le fiamme: è difficile contenere il fuoco generato dalle batterie al litio, spesso sono necessarie parecchie ore affinché l’incendio si dica domato. Su questo fronte, si sta agendo in diversi modi:
- i produttori stanno investendo su tecnologie al litio più sicure, capaci di resistere anche a temperature molto elevate;
- le case automobilistiche stanno investendo in compartimenti stagni che, in caso di incendio delle batterie, contengono le fiamme e scollegano automaticamente i circuiti elettrici.
Vi deve però essere più concerto anche tra i produttori e le autorità pubbliche, così come sottolinea Maurizio Melilli, istruttore certificato di PHTLS della Croce Verde Torino, in un’intervista per il Corriere della Sera: “Spesso non abbiamo le schede tecniche del veicolo e non sappiamo come staccare le batterie: è un problema condiviso con i Vigili del Fuoco”.
In definitiva, niente allarmismi ma più sicurezza: con un concerto fra tutti gli attori, la mobilità elettrica può essere davvero un’alternativa a basso rischio e, naturalmente, a ridotto impatto ambientale.
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